Capitolo 2

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Alla fine era riuscito a trovare la strada per tornare all'hotel. Non aveva la minima idea di come avesse fatto, ma Alexander, esattamente quando l'orologio al muro segnò le sei del mattino, rimise piede nella sua camera d'albergo illeso. Almeno si era risparmiato la vergogna di chiamare Simon di prima mattina per dirgli che si era perso per la città. Come minimo gli sarebbe venuto un infarto.

Buttandosi di peso sul letto, non scomodandosi neanche a togliersi i vestiti da dosso, cominciò a sentire il peso di quella serata e crollò, pensando stupidamente che dei tocchi di grigio avrebbero sicuramente reso più accogliente quella camera.

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Alex era già stato da Simon. Non nella sua casa a Praga, quello no, ma era stato suo coinquilino –o ospite forzato, erano punti di vista- abbastanza volte da sapere che Simon era una dannatissimo maniaco dell'ordine. Era per questo che andavano così fottutamente d'accordo.

Poteva non sembrare, ma lui amava l'ordine. Le cose dovevano avere un loro posto, dovevano rimanerci e dovevano tornarci in caso d'uso. I programmi erano fatti per essere seguiti quindi –che Dio non voglia- le azioni non programmate o che andavano fuori orario non dovevano assolutamente essere prese in considerazione. Per non parlare della regola d'oro: sempre avere un piano B, sempre.

Alcune volte quella cosa metteva inquietudine –si, lo sapeva- ma in Simon aveva trovato man forte, rendendo anche la vita dei suoi compagni di band ingestibile. Per questo quando vide l'interno della villa nel centro di Praga non rimase affatto sorpreso. I due salotti, la cucina e la sala cinema al primo piano erano in ordine maniacale quando Odette gliele mostrò e avrebbe scommesso una mano che anche tutte le camere da letto e per gli ospiti al secondo piano erano nelle stesse condizioni.

A confermarlo l'ordine, che sapeva anche un po' di vuoto, della camera degli ospiti nella quale la donna lo lasciò con un sorriso mesto. Si era abituata da tempo al carattere chiuso di Alexander e ci si era adattata e lui lo apprezzava davvero molto.

Cominciò a sistemare il contenuto delle sue valigie ordinatamente nella stanza, mentre aspettava che Simon gli portasse le altre che mancavano. Sospirando pensò che avrebbe potuto decisamente fare a meno di quella vacanza controllata.

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Per una settima circa tutto filò liscio, ma avrebbe dovuto sapere che qualcosa sarebbe uscito fuori dalle righe del programma.

Passava le sue giornate visitando la città accompagnato da Odette e dalla piccola Delia che, la maggior parte delle volte, usava lui come mezzo di trasporto personale. Raramente era stato riconosciuto dalle fan, anche grazie al modo in cui si copriva quasi interamente, soffrendo il freddo, e mai si era scatenato il solito pandemonio al quale era ormai abituato. Adorava città come quella e la compagnia certamente era delle migliori, conoscendo la donna ormai da anni e sapendo che era abituata ai suoi strani modi di fare e di discutere. La piccola invece era letteralmente un raggio di sole. Era un metro e trenta di vivacità, non stava mai un attimo ferma e, stranamente, al biondo non dispiaceva starle dietro.

Durante una di quelle passeggiate per la zona principale della città, Alexander si accorse di dove erano arrivati.

Indeciso sul porre o meno la domanda, tentennò più volte prima di parlare:

<<Chi gestisce quel posto, Odette?>>

La donna si girò verso il ragazzo, curiosa di sapere cosa avesse catturato la sua attenzione.

Broken Emeralde (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora