Capitolo 7: Senza voglia

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Pov Craig
Ero arrivato da poco a casa di Josh e ci eravamo messi a parlare delle solite stronzate.
Josh è il mio migliore amico, è come il fratello che non ho mai avuto, condividiamo tutto: siamo cresciuti insime, prima che i nostri padri uscissero di testa con l'alcol, eravamo sempre uno a casa dell'altro e non ci staccavamo mai.
La nostra è una di quelle amicizie che non finiscono, quelle che sai che durano per sempre... e con lui lo sapevo che sarebbe durata per sempre.
"Craig stasera li metti tu i soldi per il Columbia".
"Cosa?! Dai oh, li ho messi anche l'altro sabato!"
"Lo so, ma ho avuto un problema con il mio capo e mi ha licenziato, quindi sono un po in carenza di soldi e quel pezzo di merda di mio padre non mi fa veder neanche un soldo".
Josh aveva un piccolo difetto: non riusciva a stare calmo e a farsi sottomettere. Non so quanto lavori avesse perso per la sua ira: una volta aveva addirittura messo le mani addosso a un cliente. Perdeva spesso il lavoro e io gli davo sempre una mano, ma non avrei potuto aiutarlo per sempre. Avevamo tutti e due 22 anni e non ce ne fregava niente della vita, ci bastava divertirci il sabato sera, ma se non avesse messo la testa a posto, sarebbe finito per strada.
"Cazzo Josh, è la seconda volta in tre mesi, non puoi andare avanti così".
"Non me ne frega niente di quel lavoro lo sai".
"Ma frega a me che tu abbia un lavoro, non hai nessuno da mantenere, ma se continui così finisci per strada e non mi va di vederti ridotto come un punkabbestia".
"Non succederà Craig, te lo prometto, anzi, ho forse già trovato un nuovo impiego".
"Ah sì? E dove?"
"Dovrei lavorare come camionista per il supermercato nella periferia della città, non pagano male e poi non avrei a che fare con nessun capo rompiballe"
"Sono contento Josh, ma non finire in altri casini, è chiaro?"
"Si sì come vuoi".
Stavo chiacchierando quando sentii suonare il campanello.
"Oh cazzo, sono già arrivate!"
"Ma chi scusa?"
"Le tipe con cui andiamo stasera un discoteca Craig".
"Josh! Avevi detto che sarebbero venute in discoteca non qui".
"Dai ma che ti frega, sceglitene una e poi andiamo tutti insieme al Columbia, si!! Mi raccomando, si affabile, ok?"
"Si come vuoi tu".
Entrarono dalla porta due ragazze altissime: una aveva lunghi capelli neri che erano raccolti in una coda alta, indossava un vestito rosso con una cintura fatta a catena dorata e delle scarpe nere con il tacco altissimo; l'altra aveva i capelli   Rossi a caschetto, indossava delle panta di pelle che le mettevano in risalto le curve del fondoschiena, aveva un top bianco di pizzo molto attillato e lasciava intravedere tutta la pancia dove era parecchio evidente un piercing con due grandi brillanti.
Erano due ragazze davvero belle, lo ammetto, ma se pensavo alla biondina del ristorante, loro non erano minimamente all'altezza.
"Ciao ragazze! entrate pure, lui è Craig il ragazzo di cui vi avevo parlato e che viene con noi stasera, Craig, loro sono Rosie e Caterine".
Quando sentii il nome Caterine, sussultai un attimo. Cos'era una congiura? Mi tornò subito in mente la bionda e non riuscii più a togliermi dalla testa la visione dei sui occhi... non capivo perché quella ragazza non mi usciva dalla testa
"Craig? Ci sei?"
"Ehm... cosa? Ah sì, piacere Craig".
Mi alzai e andai da loro a presentarmi e tutte e due mi guardarono con una faccia come per dire "stasera ci sballiamo di brutto e tranquillo scopiamo" che non sopportavo per niente, però, finché ci stavano per me non c'era alcun problema, anzi, ben venga, meglio per me no?
Josh ebbe la grande idea di prendere la mia macchina, siccome era più grande, e andare tutti al Columbia. All'ingresso c'era un nostro amico buttafuori che ci fece entrare senza problemi.
La serata trascorse molto tranquilla e le due ragazze erano anche abbastanza simpatiche... da sobrie; sì perché, dopo aver bevuto quattro drink, hanno iniziato a dare di matto e fare le pazze: salivano sui tavoli, ballavano addosso alla gente, sculettavano, si davano dei baci davanti a noi, insomma, erano completamente andate.
Josh era impazzito pure lui, sembrava piacergli quel teatrino delle ragazze, e anche a me sarebbe piaciuto un tempo, ma adesso, mi sembravano solo stupide.
Avevo sempre in testa quella ragazza, non riuscivo a smettere di immaginarla, mi sentivo perso, ma non in senso negativo, ero perso di  lei...
"Ehi muso lungo andiamo a ballare dai!"
Sentii la voce della ragazza dai capelli rossi che mi parlava all'orecchio. Mi girai a destra per vedere se Josh era ancora vicino a me, ma non mi stupii quando lo vidi in pista a darsi da fare con la ragazza dai capelli neri, così mi voltai verso la rossa e le dissi:
"Perché no".
Andammo in pista è ancora prima di iniziare a ballare, cominciò a strusciarsi e a farsi toccare da me, senza alcuna resistenza. Dopo un paio di minuti, mi stavo stancando di ballare e non volevo neanche baciarla o fare alcunché, ero senza voglia, non mi attraeva per niente quella ragazza, così, siccome io non facevo nessun primo passo, decise di farlo lei è mi baciò appassionatamente. Io non mi tirai indietro e continuai e per un attimo tornai il ragazzo di prima e decisi di portarla nella dark room.
Iniziammo a spogliarci e continuavamo a baciarci, quando mentre le stavo togliendo il top, mi tornò in mente Caterine, così, senza un vero motivo è mi sentii una merda per quello che stavo facendo.
"Perché ti sei fermato?" Mi disse la ragazza sotto di me, mentre mi aiutava a toglierle il top.
"Non posso" dissi.
"Cosa vuol dire che non puoi?"
"Che non posso, non mi va".
Presi la mia maglia e i miei pantaloni e me li rimisi velocemente, mentre mi stavo avvicinando alla porta, sentii prendermi per un braccio.
"Ehi tu, non mi puoi lasciare qui così, è chiaro?"
"Scusami? Senti tesoro, io faccio quello che mi pare, spero ti sia chiaro". Così dicendo mi liberai il braccio dalla presa della ragazza e mi diressi verso la macchina.
Non so dire cosa mi sia preso, l'unica cosa che so è che era un qualcosa di forte, di molto forte, anche più forte di me.

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