Capitolo 16.

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Louis aspettò un secondo senza togliere la vista dal suo miserabile riflesso. E dopo il silenzio ci fu il rumore di una porta che lo fece sobbalzare. Harry se ne era andato.

Camminò dentro la stanza e prese i boxer per mettersegli rapidamente, cercò con lo sguardo il suo cellulare nel pavimento, accendendo prima la luce per poterlo vedere; quando lo trovò aveva solo una lunga crepa al lato destro, nella sua bocca si formò una leggera smorfia.

Però continuava a tremare, si era solo ripulito, e non voleva farsi la doccia, molto meno voleva sdraiarsi sopra il letto, voleva piangere di nuovo perché era in quel momento che sentì il suo petto contrarsi e riconobbe molto bene che cos'era quel sentimento, si rese conto che ogni volta che Harry non c'era il suo petto chiamava affinché quel vuoto fosse riempito, però l'aveva sempre ignorato in maniera drastica, adesso era cosi chiaro che lo odiava.

Odiava se stesso per essere un idiota, e odiava Harry per essere più idiota di lui, odiava il sentimento e non voleva far altro che ignorarlo come se non ci fosse mai stato però sapeva che se lo avesse intentato ancora, si sarebbe fatto più forte ed era perché stava contro di lui, contro quel che Louis amava della libertà ed il 0 compromesso, lui non era d'accordo con il sentimento perché non voleva il suo cuore ancora più rotto, però questo a quanto pare non aveva imparato la lezione.

Guardò l'ora quando il suo cellulare decise di accendersi di nuovo, mancavano appena dieci minuti per le 5 del mattino, e no, lui non voleva stare lì, e mentre si guardò ancora più intorno, mentre si sedette sul letto e l'odore di Harry inondò le sue vie respiratorie con una forza immensa...sapeva che non poteva continuare con questo, doveva mettere una fine a tutto ciò.



...



Harry camminava solo per le strade, mentre il cappuccio gli copriva l'ammasso di ricci dal colore sfavillante, la testa chinata, non voleva che questa continuasse funzionare, perché non faceva altro che torturarlo mentre ricordava quello che era successo momenti prima, il suo petto stava gridando, e poteva solo ricordare il sentimento da voler dire a Louis su quanto lo amasse nel momento in cui i loro occhi si erano connessi. Sapeva esattamente cosa passasse per la mente di Louis in quel momento e lo sapeva perché glielo aveva sempre detto, lui non voleva il suo cuore spezzato, Harry era sempre stato d'accordo, lui molto meno voleva innamorarsi, però adesso sentiva questa necessità di prendersi cura di lui, perché non farebbe quella cosa al cuore di Louis...Però sapeva, molto infondo, che non poteva evitare di romperglielo, perché si trovava nel suo sangue essere un disgraziato come si trovava in quello di Louis essere un cretino, però quando era solo sesso non era stato un problema, ma ora in quella soffocante mattinata loro avevano fatto l'amore, e Harry non si era mai sentito cosi in tutta la sua vita, però si, odiava il sentimento, odiava se stesso e odiava Louis, fottuta natura e fottuti sentimenti innecessari.

Si fermò davanti a un libreria e osservò un poster di loro attaccato al vetro della vetrina, annunciava il loro concerto, osservò Louis e il suo petto fu colpito da un migliaio di sentimenti, però poté solo stringere la mandibola, lui non lo avrebbe accettato, e Louis molto meno; però ciò che sapeva riguardo a tutto era: Louis lo avrebbe lasciato.



...



—Grazie per essere venuto Tom.— Disse Louis, depositando un bacio sopra la guancia abbronzata del ragazzo, che si voltò verso di lui e sorrise.

PARALLELO |LARRY STYLINSON| |Italian Translation| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora