Capitolo 11.

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Harry si spinse un'altra volta dentro Louis, stringendogli le gambe che sosteneva alzate dove sicuramente dopo si sarebbe formato un ematoma. Louis arcuò la schiena e la sua testa si trovava indietro quando gemette con forza ripetutamente, il suo petto saliva e scendeva con irregolarità. Il suo labbro era tagliato, Harry lo aveva morso e anche lui lo aveva fatto quando questo si era introdotto dentro di lui, così adesso stava un po' sanguinando. Strinse gli occhi, Harry grugnì e si fermò per poi spingere di nuovo, il letto stava cigolando quando i suoi movimenti accelerano e la testa di Louis sbatté contro la spalliera del letto; Harry mollò le sue gambe e si sostenne con questa, la rete stava scricchiolando e Louis urlava. Ovviamente c'era qualcuno che se ne accorgeva e si lamentava, però non esisteva nessun altro intorno a loro quando entrambi arrivavano a quel clima rapidamente, con tanta intensità che potevano appena vedere con chiarezza. I loro corpi si agitavano, c'erano segni sulla pelle di Harry per i graffi, e la voce di Louis sembrava arrivare fino al piano terra dell'Hotel, che si trovava nel lato nord di Londra.


Appena riuscivano a respirare quando si separarono, fu lì che Harry lo sentì, un colpo costante alla porta, una voce...

I suoi occhi si spalancarono, guardò Louis che portava lo stesso sguardo negli occhi, il suo labbro era consideralmente rosso come i succhiotti nel suo collo e il petto. Harry aveva dei graffi e molti succhiotti per tutto il suo corpo, il letto era ridotto uno schifo, c'erano vestiti da tutte le parti. Harry deglutì il groppo in gola cercando invano una risposta da Louis.

Questo, infatti, rise soltanto.

La voce risuonò di nuovo, il colpetto era costante, Harry sapeva che era sua sorella, Gemma, però sapeva anche che Louis odiava sua sorella, e che erano come cane e gatto. Chissà lei poteva essere un po' troppo puntigliosa, e potrebbe esserlo anche Louis. Harry sapeva anche che sua sorella era come una cozza, appiccicosa e un po' sciocca a volte, era un po' odiosa da quando era maturata, e lo aveva fatto fin troppo, e odiava che Harry avesse lasciato l'università, per questo odiava anche tutto quello che aveva a che vedere con la sua band, però tuttavia non rinunciava mai a farsi vedere se loro tornavano in Inghilterra.


Louis sorrise nella sua direzione per dopo sdraiarsi a pancia in su, senza mettere un lenzuolo sopra di lui, che certamente, come il suo stomaco, era macchiato.


—Merda, sei fottuto, la hippie è tornata.— Disse senza smettere di sorridere.


Con questo Harry iniziò a correre per prendere i vestiti, e ne lanciò un paio a Louis, senza importargliene che fossero i suoi o no.

Raccolse i vestiti dal pavimento e li lanciò nel cesto rapidamente, buttò Louis giù dal letto mentre tolse le lenzuola, questo grugnì e prese il preservativo per terra e glielo lanciò addosso, lo schivò.


—Non ti aiuterò, questo è ciò che siamo.— Con questo Louis buttò i vestiti, che gli aveva passato, alle spalle e camminò senza niente verso la cucina. Harry provò però sinceramente non poté smettere di guardare la sua figura andar via. —E non mi vestirò, buttalà fuori di qui velocemente o lo farò io.—


Harry alzò gli occhi al cielo e prese il lubrificante dal pavimento, senza sapere dove metterlo corse verso la finestra accostata e lo lanciò. Tirò la scatola di preservativi sotto il letto e mise in suoi pantaloni al suo posto, la camicia con solo tre bottoni e pettinò i capelli alla meno peggio con la mano, corse verso la porta ed aprì.

Gemma si trovava davanti a lui, con i suoi capelli viola, indossando una cinta decorata con dei fiori, una bellissima gonna floreale e una camicia corta che lasciava alla vista il suo seno.

PARALLELO |LARRY STYLINSON| |Italian Translation| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora