Capitolo 20.

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Dopo quella disastrosa colazione, Louis quasi corse verso la sua stanza, Tom lo seguì e naturalmente lo baciò un casino di volte per la strada, quasi irritando il liscio e facendolo arrivare a un limite, era leggermente stanco di tutte quelle falsità.

Così decise di soffocare tutte le sue pene con una canna mentre Tom inalava una quantità smisurata di cocaina, sinceramente Louis non era molto attratto da questa, però Harry si, anche se da tempo, quando Louis si negò per quella, lo fece anche Harry.

Lasciò cadere la testa all'indietro davanti a quella sensazione nel suo stomaco, analizzò varie volte quei segnali o piste di quell'imminente disastro, non era come se nessuno lo vedesse, gli altri ignoravano perché diamine, sapevano che lo avrebbero fottuto.


Louis grugnì e vide un Tom buttato sul letto soffocare con gli effetti della cocaina, poté quasi vederlo sorridere ma non gli importava, voleva lasciarsi alle spalle il sentimento e voleva dimenticarlo più di qualsiasi altra cosa, eccetto per tornare di nuovo insieme ad Harry...

Si alzò dal piccolo divano spalancando gli occhi, questo suo pensiero si ripeté una e un'altra volta, facendogli girare la testa, consumando il suo filo di calma.


Si sentiva disperato, e voleva correre come un maledetto bambino immaturo, fuori da un sentimento il quale semplicemente temeva.

Si buttò sul divano con gli occhi acquosi dando un tiro di canna, ascoltando come i gemiti di Jessica toccavano la sua anima a colpi precisi e dolorosi; lasciò cadere le sue lacrime mentre si mordeva le unghie per l'ansia, e finì tutta la canna. Quando la terminò finalmente accettò il sentimento che stava iniziando a distruggerlo dentro, e fuori.



...



Harry si tolse Jessica da sopra. Si trovava sommerso dal suo stesso desiderio insaziabile, era sicuro che l'appetito sessuale di Louis era molto più alto, però si trattava di quello. Lui avrebbe fatto una maratona interminabile di quella portata solo per Louis, non per una troia qualsiasi.

E neanche a dire che aveva avuto un erezione nell'entrare dentro la stanza però era stata causata per niente che meno da Louis.

Era sollevato nel non sentire gemiti, almeno il suo petto non sarebbe bruciato più di quanto già non facesse. Spinse Jessica con il gomito e le ordinò di portargli una canna, e lei da brava piccola cagna ammaestrata andò a prendergliela, mettendogliela poi in bocca e accendendogliela per lui.

Voleva soltanto soffocare le sue pene e chissà morire nel vano intento, perché non era altro che sconfitto, però non stanco, solo che le linee di confine che metteva Louis ogni volta diventavano sempre più alte come un grande muro ancora molto spesso, e affogandosi nelle sue stesse pene stava cercando di distruggerlo.


...


Per le 10:58 di sera, si stavano tutti preparando per uscire e andare ad un pub della zona che li avevano raccomandato, ottimi drink e ottima musica, senza togliere che lasciavano fumare veri tipi di sigarette o altro, era cosi liberale per i loro gusti che non potevano non farci un salto.


Eccetto per un certo castano.


-Dannazione Tom, vai a farti fottere...Non voglio andare-


Tom grugnì per l'ennesima volta e lanciò a Louis i pantaloni di pelle per poi passare ad una camicia con de grandi buchi ai lati, insieme a degli insulti che non riuscì a sentire. Quando sentì una scarpa colpirgli la testa reazionò per poi schivare l'altra.


-Alzati- Ordinò Tom, chiudendo la cerniera dei suoi pantaloni.


Louis lo fulminò con lo sguardo e si alzò dal letto lasciando che l'aria colpisse il suo corpo nudo. Si abbassò per raccogliere le cose che aveva fatto cadere.


—Hey...— Sussurrò Tom, poteva sentire il suo sguardo. —Quello è un...


Louis si alzò di colpo, e si girò a guardarlo.


—Un tatuaggio che non ti riguarda.— sentenziò per poi andare al bagno a vestirsi.


Non che fosse proprio visibile, si trovava quasi sotto la sua natica, e non era molto grande, però le lettere erano chiare a un certa distanza, e si poteva notare di chi fosse la calligrafia.


Mine.


Diceva il tatuaggio in maiuscolo.



...



La musica faceva rimbombare i muri di quel locale, sembrava quasi che i bicchieri sui tavoli avrebbero fatto una brutta fine con quelle casse.

C'erano tantissime luci; e se per caso ti fossi perso nella pista da ballo, saresti entrato in una giungla che ti avrebbe oppresso.

Si avvicinarono tutti al bancone. Louis evitava Harry; Harry cercava Louis; Niall cercava qualche ragazza; Zayn mordeva l'orecchio di Liam; Tom e Jessica fingevano di non essere di troppo.

Harry ordinò solo una birra, volendo optare per il classico e soffocarsi velocemente mentre Tom abbracciava Louis che ordinava una tequila.

Jessica si muoveva tra le gambe aperte di Harry, che si trovava seduto sopra una sedia quasi ignorandola.

Una ragazza con metà testa rasata si portò Niall per mano verso la pista da ballo, anche se non era il suo tipo di musica, ma non necessitava di molto per fare un ballo sporco come quello.


—Balliamo?— Sussurrò Jessica.


Harry la guardò per poi con la coda dell'occhio vedere Louis e Tom ridere. Annuì con rabbia.

Lei saltellò e prese la mano di Harry per trascinarlo prima che avesse il tempo di pentirsi.

Tom baciò Louis rapidamente, assaporando i residui della tequila ardente sulle sue labbra brillanti e provocatorie.


—Balliamo?— Louis arricciò le labbra, guardò la pista, quasi poté vedere una matassa di ricci più alta tra tutta la folla colpita da flash di luce. Annuì assaporando i ricordi.


Liam e Zayn si guardarono finendo di notare la situazione con occhi molto attenti.


—Credo che si siano messi dentro la bocca del lupo.— Disse Liam e Zayn annuì.


—Finiranno nei bagni e dovremmo occuparci dei loro zerbini...—

PARALLELO |LARRY STYLINSON| |Italian Translation| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora