03

194 15 0
                                    

Olivia Wells

-

Odio gli ospedali, rimandano sempre le buone notizie indietro, la tristezza negli occhi di Ashton si moltiplicò quando il dottore disse parole che nessuno poteva comprendere ma, dal suo tono di voce, potremmo dire che pensava che Ashton non sarebbe migliorato.

Ad un certo punto, Ashton seppe che lui non stava migliorando, nonostante ci stesse provando, buttando giù pillole antipsicotiche, frequentando le sessioni di terapia, tutto quello che loro dicevano di fare.

E' impossibile guardare qualcuno che si scoraggia, non immagina il suo stesso futuro, giorno dopo giorno, aspettando che lo stesso giorno si ripeti, ogni volta noi lo guardiamo addormentarsi, i suoi spasmi, le sue braccia per aria, senza fiato. Non abbiamo potuto svegliarlo, non ci era permesso trattarlo in modo differente. Ma vedere qualcuno che ami soffrire a caro prezzo? Vorrei scambiare un po' della mia vita per farlo smettere di soffrire.

Sono profondamente grata di avere incontrato una persona come lui.

"Cosa vedi Ashton?" chiese la terapista, lei era una donna avanti con l'età, capelli bianchi, pelle rugosa, non ricordavo il suo nome, noi eravamo in un'altra stanza con i dottori, guardando uno schermo, guardando e ascoltando cosa succedeva dentro la stanza.

Io vedo- vedo- vedo-" Le sue espressioni facciali diventarono esagerate e gli intervalli dei suoi respiri diventarono sempre più corti, nascondendo il suo viso tra le gambe " vedo parole, vedo una persona, vedo nuvole, vedo fiori, vedo tutto." disse mentre indicò un pezzo di carta.

Mi voltai e guardai la signora Irwin, lei era senza fiato, si teneva al bordo della sedia.

Stava peggiorando.

Nessuno di noi spiccicò parola, il silenzio spiegava tutto, quello che ci spaventava di più era successo, stava peggiorando.

"Okay, Ashton, dimmi cosa c'è nella tua mente, tutto quello a cui pensi adesso, sii onesto con me." chiese guardandolo attraverso i suoi occhiali spessi.

"Sto pensando a quando voglio uscire da qui, non mi piace questo posto, lo odio, voi ragazzi mi trattenete qui, lo so che c'è qualcosa di sbagliato in me, ma dimmelo, per favore, dimmi cosa c'è di sbagliato in me, ti prego." pianse "Lasciami stare, lasciami abbandonare questo inferno d' incubo"

La signora Irwin crollò, asciugò una lacrima dalla sua guancia. Potresti immaginare? Una madre che guarda suo figlio soffrire da qualcosa del genere? Crescendo tre figli da sola, e guardare il più grande, l'unico che le ricorda il suo ex marito, soffrire.

E non potendo fare niente per aiutarlo, le sue mani legate, non potendo salvarlo da suo dolore, e tutto quello che avrebbe potuto fare era cercare di essere una madre migliore, cercando di supportarlo nonostante suo figlio non stesse migliorando.

Ritornammo a guardare lo schermo, Ashton prese la sua sedia e la scagliò attraverso la stanza e frantumò il vetro che ci divideva.

La vecchia donna si rifugiò in un angolo, spaventata, un paio di dottori corsero tempestivamente dentro la stanza, afferrarono Ashton per le braccia e lo tirarono su lasciandolo calciare e urlare.

"Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo che voi eravate lì dietro, lasc- scoppiò in un urlo, alzando la sua voce " Lasciatemi andare! Mi arrendo!"

Passarono dritto davanti a noi, la tristezza negli occhi della madre dissero tutto, lei era rotta e il suo cuore si stava frantumando. Mentre Ashton abbandonava la stanza lei scoppiò a piangere e cadde a terra.

Non c'era niente che potessi fare, non c'era niente che l'ambulatorio potesse fare, non c'era nessuno che potesse rendere migliore questa situazione.

Le pillole non aiutavano, lo portarono in un posto che era ancora più lontano di quanto non fosse già. la sua mente era in qualche luogo che non potevamo raggiungere.

Non sapevo cosa dire a sua madre, non sapevo cosa fare tranne inginocchiarmi vicino a lei e mettere la mia mano sulla sua spalla e dirle che sarebbe andato bene, nonostante entrambi sapevamo che ero la più grande bugiarda in quella stanza. Il suo corpo era scosso e quando guardò su la squadrai, i suoi capelli erano incasinati, i suoi occhi erano rossi e pieni di tristezza, quella tristezza che prova una madre quando perde un figlio.

Lui ha perso una parte di lui, sembrava quasi come se la luce stesse dicendo di seguirlo di volta in volta, e lui fosse in una guerra contro se stesso. Qualche volta sembrava che avesse quasi perso contro se stesso.

Ashton, per favore non arrenderti perché io so che non succederà.

Me lo prometti?


Schizophrenia / Ashton Irwin (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora