Riuscii a ingoiare il boccone con difficoltà. I fratelli Handerson erano con le rispettive compagne, ed io fui indignata nel costatare che una donna abbastanza bella stava con un uomo che aveva ucciso la moglie.
Chissà se erano anche loro sotto controllo... - Harry, che facciamo? - lo scossi, risvegliandolo dal suo stato confusionario. Lui non doveva andare in tilt, era quello che mi cacciava via dai guai.
- Seguiamoli - rispose, notando che si stavano dirigendo dentro. Poggiammo il piatto sul tavolo, e sempre a braccetto, controllando se vi erano resti di cibo tra i denti, li raggiungemmo.
Si erano seduti in un tavolo a cerchio, allestiti per la cena. Con uno sguardo d'intesa, cercammo il tavolo più vicino per osservarli meglio.
- Un tavolo per due - chiese ad una cameriera. Ci assegnò un posto laterale, ma dal quale si potevano vedere i quattro. Harry aveva il posto di fronte al mio, dunque potevo osservarli solo io.
Man mano tutti presero posto. - Beh, spendiamo al meglio questa serata - propose.Inarcai un sopracciglio. - In che modo?
- Dimmi qualcosa su di te, ed io poi ti ricompenserò con aneddoti inediti su di me.
- Mh, interessante. Ci sto.
Harry smozzò un sorrisetto beffardo, e le sue fossette divennero più evidenti. - Colore preferito?
- Sul serio? - commentai - Pensavo fossi più originale.
- Rispondi e basta - disse sbuffando, ed una ciocca di capelli si spostò. - Il verde. È il colore della speranza.
- Il mio è l'azzurro, colore della serenità - rispose.
- Tocca a me, andiamo più sul personale. A quanti anni hai dato il primo bacio?
Fece uno sguardo come per congratularsi per la domanda personale, poi rispose con naturalezza. - Undici.
- Undici? - ribattei, - Harry ma sei una peste!
Lui fece spallucce. - Assomigliava così tanto a Louis Lane.
- Ti piace Superman? - chiesi sorpresa. La conversazione divenne molto interessante.
- È il mio supereroe preferito - disse, ed inevitabilmente sorrisi a trentadue denti. - Lui è sempre stato il mio punto di riferimento, devo a lui tutto.
Sorrisi ancora di più. - È una cosa meravigliosa.
Nel frattempo portarono il primo piatto, composto da spaghetti accompagnati da una salsa di gamberetti dolciastra. Sapeva di cibo italiano.
- Beh, buona cena - augurò Harry, posizionando il tovagliolo sulle gambe. Alta prova di galateo.
- Buon appetito - replicai. La pasta era davvero ben cotta e la salsa forse troppo dolce.
Ogni tanto cacciavo uno sguardo verso gli Handerson, ma tutto era nella normalità.
- Riprendendo quel discorso... E' il mio turno. Hai sempre voluto fare... la spia? - domandò con spavalderia.
- Credo di sì, anche se volevo essere una supereroina prima di tutto - ridacchiai, e lo stesso fece Harry. Avrei potuto disegnare il suono della sua voce anche se fossi stata cieca e sorda. Non poteva essere reale un tale spettacolo.
Nel frattempo portarono via i piatti vuoti, io ed Harry siamo degli ottimi buongustai. - Tu invece?
Storse le labbra, mettendo in mostra i denti bianchissimi e perfetti. - E' stata una conseguenza.
- A cosa? - chiesi presa dalla totale curiosità. Vidi il dolore nei suoi occhi. - I miei genitori sono stati uccisi da un ladro armato. Io ero ancora un neonato, avevo quattro mesi. Mio padre cercò di difendere me e mia madre, ma invano. Quel pazzo sparò ad entrambi. Non sono mai riuscito a conoscere il motivo del perchè non avesse ammazzato anche me.
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Nasty - Il pericolo incombe
FanfictionJennifer ha sempre creduto che suo padre Josh fosse un supereroe: scompariva di punto in bianco e ritornava in modo misterioso, sempre con quella targhetta con su scritto 'Nasty'. Lei ormai è cresciuta, e si ritroverà a lavorare nella stessa associa...