Harry prese un posto a sedere in una caffetteria vicina, ed ordinammo due milkshake al cioccolato. Erano deliziosi.
Harry si sedette accanto a me, bevendo e mordicchiando la cannuccia. - Vieni spesso qui? - gli chiesi.
- Beh, questo è un bel posto. Ci vengo da solo, quando ho bisogno di riflettere.
- Oh, sinceramente a prima vista non sembri un intellettuale.
- Devo prenderlo come un complimento? - domandò a sua volta, con un tono tra il modesto e il divertito.
- Opinioni - risposi, guardandolo negli occhi. Con la luce solare sembravano più trasparenti che mai. - E su cosa rifletti?
- Sulla vita che trascorre così velocemente. Penso che la vita va vissuta al meglio, perché ne abbiamo una sola. Veniamo al mondo per caso, moriamo per caso. Quest'arco di tempo deve essere impiegato al meglio.
Restai a bocca aperta. Di fronte a un milkshake, mi aveva esposto una di quelle teorie realistiche da filosofi contemporanei.
- Harry, ma è....
- Stupido? Lo so - rispose senza farmi terminare la frase. Volse il capo verso destra, rassegnato.
- È un pensiero bellissimo - continuai, ed i suoi occhi rimasero stupiti. Ad un certo punto si spalancarono ancor di più.
- Oh, cielo, sapevo che eri tu! - Una voce dietro di me mi colse alla sprovvista. Stava parlando con Harry. Era una cameriera mora, dal fascino orientale e dalla raffinata postura.
- Ti sbagli - le rispose Harry, non riuscendo a mascherare la sua incredulità.
- Invece no! Tu sei il tizio... tu mi devi ancora cento dollari, o non ti ho soddisfatto abbastanza quella notte?
Quelle parole risuonarono come campane nella mia mente. Harry guardò prima lei e poi me, come in cerca di una scusa.
Un conato di vomito risalì, e cercai di reprimerlo. Immaginare Harry che faceva sesso con quella cameriera mi fece venire un forte mal di testa. - Scusatemi - dissi, alzandomi. - Jennifer! - urlò Harry, mentre mi allontanavo di corsa. Le scarpe comode mi aiutarono, così come il mio solito passo veloce.
Cercai di non versare lacrime, specialmente per lui. Mi strinsi di più al cappotto blu, camminando velocemente. Sentivo la voce di Harry dietro. Avanzò più veloce anche lui, raggiungendomi.
Mi fece voltare con la forza, ed i miei occhi incontrarono i suoi di nuovo. I nostri visi erano vicini, e mi pentii di essermene andata in quel modo. Non so per quale motivo, lui è uno stronzo totale, ma provai pena nei suoi confronti. Era solo. - Scusa - gli dissi, appoggiando il viso sul suo di cappotto. Lui mi abbracciò istintivamente, e anche lui mormorò un sacco di 'Mi spiace'.
- Okay, è tutto okay - gli sussurrai, guardando il suo viso privo di barbetta. - Dovrei tornare a casa - risposi, ridacchiando per cambiare umore.
- Certo - rispose lui.
Quando arrivammo, dopo un tragitto silenzioso, Harry mi afferrò il braccio e mi sussurrò all'orecchio - Fatti bella.
Gli sorrisi, attendendo che l'ora della festa giungesse.
*
Come per stamattina, Harry si presentò in ottimo orario. Avevo già previsto ciò, e lasciato un bigliettino a mio padre.
Sono a cena con dei colleghi. Non aspettarmi sveglio. x
JSperavo di essere all'altezza del fascino di Styles. Lui sarebbe stato sicuramente perfetto come sempre. Avevo raccolto i capelli a mezza coda, bloccandoli con un fermaglio, e li arricciai leggermente. Ero pienamente soddisfatta dello smokey eyes che mi era riuscito, e della scelta del rossetto rosso. Inoltre accostai una sciarpa dello stesso colore acceso del vestito, e delle ballerine con un leggero tacco per stare più comoda.
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Nasty - Il pericolo incombe
FanficJennifer ha sempre creduto che suo padre Josh fosse un supereroe: scompariva di punto in bianco e ritornava in modo misterioso, sempre con quella targhetta con su scritto 'Nasty'. Lei ormai è cresciuta, e si ritroverà a lavorare nella stessa associa...