Capitolo 11: Angolo condiviso

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*** CASSANDRA

"Mamma vado! Esco con Dylan!" Urlai mentre scendevo la scalinata di casa mia

"Ciao tesoro, torna presto e comportati bene, mi raccomando!" Mi disse di rimando

Che bastarda quella donna, ora che c'é il suo fidanzato in casa fa la finta mammina che si preoccupa per sua figlia, ma solo io so come si comporta realmente.
Falsa.
Menefreghista.
Accentratrice.

Mi avviai verso il bosco in cui io e Dylan ci eravamo dati appuntamento. Adoravo quel posto, lí c'era un piccolo spiazzo circondato da alti salici che formavano una specie di stanza chiusa.

Da piccola ci andavo sempre quando i miei genitori litigavano, quando ancora non avevano divorziato.
Solo lí potevo liberarmi dai brutti pensieri, osservavo le persone che passavano, senza essere notata.
Era il mio piccolo angolo di paradiso e lo avevo condiviso solo con Lui.

Appena lo incontrai, gli gettai le braccia al collo, baciandolo dolcemente.
Lui era freddo, se gli facevo domande, rispondeva meccanicamente, se lo guardavo mi faceva sorrisi forzati, se gli stringevo la mano, nemmeno se ne accorgeva.

Mi fermai di colpo, non avrei di nuovo portato Dylan nel mio piccolo angolo di paradiso, se fosse stato cosí freddo.
Non volevo rovinare l'atmosfera di quel posto con i suoi sguardi gelidi.

"Chi é lei?" Gli chiesi ad un tratto

"Lei... chi?" Si guardó introrno, come se svessi indicato una ragazza, e lui non l'avesse individuata

"No, sciocchino. Chi é la rsgazza che ti ha fatto innamorare?"

"Cosa? Ehi, no piccola, amo solo te"

"Allora dimmi cosa sta succedendo. Dylan, sei freddo e io me ne sono accorta. Cosa succede? Non mi racconti mai nulla di te!"

"Non succede assolutamente nulla, amore..."

"Mi credi stupida?! Ti vedo! HO DUE OCCHI ANCHE IO NEL CASO IN CUI NON LO AVESSI NOTATO!
Quindi ora, per favore, dimmi che hai"

"Io.. mh, b-behh..."

Non mi stava guardando negli occhi, anzi stava evitando il piú possibile il mio sguardo.

"Guardami quando mi parli" presi il suo mento tra le mie mani e rivolsi verso di me: "Allora, che hai? Non ho tutta la mattina"

Lui avvicinó la sua testa alla mia per baciarmi, ma io mi girai di scatto impedendo alle nostre labbra di toccarsi

"Non tentare di baciarmi con lo scopo di farmi perdere il filo del discorso. Ora mi dici quello che sta succedendo. Non ce la faccio piú a vederti cosí!"

"Sono di nuovo nel giro, va bene?! Di nuovo in quel fottuto giro di droga. Non riesco ad uscirne, non ce la faró mai. Non é colpa mia, il mondo sembra essere contro di me e ancora mi ritrovo al punto di partenza!"

Restai immobile nel sentire le sue parole.
Ancora? Non ci posso credere.

"O ne esci, o mi perdi"
Mi girai e me ne andai.
Era tutto sbagliato nella mia vita, fino a quando non era arrivato lui. Mi aveva salvata, aiutata, aveva torato fuori il meglio di me. Mi ero sentita una persona nuova.

Ma ecco che la sfiga era tornata.

Cominciai a correre verso la mia unica ancora di salvezza: quell'angolo di paradiso, il mio angolo di paradiso.
Dylan non mi avrebbe mai seguita, non conosceva né il bosco né dove si trovava precisamente il mio posto.
Rallentai non appena arrivai a due metri di distanza dalla mia meta.
Sentii delle voci. Scostai le foglie e vidi un ragazzo ed una ragazza intenti a baciarsi con passione.
Rimasi un secondo interdetta: ma quel posto era solo mio! Oh Dio, come hai potuto fare in modo che diventasse anche di qualcun'altro?

Mi girai e feci per tornare indietro, quando una mano afferró il mio braccio con forza e mi costrinse a voltarmi. Era la ragazza che aveva invaso il mio angolo: quel volto mi era molto famigliare, ma proprio non sapevo a chi collegarlo.

"Sei Cassandra, vero? Non so se ti ricordi di me..."

"Si, sono io. Cosa vuoi?" Feci era liberarmi, ma la sua stretta era cosí solida...

"Mi chiamo Maya, sono la sorella di Tobias Corrison"

L'Amore Fa CambiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora