Il tempo prometteva bene, il cielo era terso e splendeva un bellissimo sole autunnale,quasi a voler ricordare una calda giornata estiva; ero sicura che sarebbero state ventiquattro ore fantastiche. Finalmente ero pronta; indossavo i miei jeans preferiti beige,una maglietta bianca basica e un giubbotto di pelle dello stesso colore dei pantaloni. Ai piedi portavo le inseparabili Converse bianche e alla mano tenevo la mia bellissima borsa de Le Pandorine, regalo di Alessia per il Natale precedente; mancava solo lui, il mitico attore britannico che avrei guidato per le Langhe.
Alle 9,30 in punto il campanello suonò, aprii la porta dal citofono e mi precipitai giù per le scale e presi al volo le chiavi dell'Audi parcheggiata davanti a casa e uscii.
Robert era bellissimo, indossava un paio di pantaloni blu scuri, un maglione dello stesso colore che lasciava intravedere il colletto della camicia bianca. In testa portava l'inseparabile cappellino e gli occhiali da sole.
"Ciao" lo salutai, "Pronto per oggi?"
"Assolutamente sì" rispose e scoppiò a ridere, una risata vera, piena di gioia, una di quelle risate che non senti tutti i giorni dato che ormai quasi nessuno ride più così. Si vedeva che non vedeva l'ora di patire, si vedeva che era felice.
"Bene sono contenta ma abbiamo un solo piccolo, grande problema" dissi io piena di vergogna e gli feci un mezzo sorriso
"Quale?" Chiese lui incuriosito
"Il fatto è che non ho ancora la patente e l'unico qui che può guidare sei tu" spiegai ancora più imbarazzata di prima. Di sicuro mi sarei aspettata un no come risposta e mi sarei aspettata che girasse i tacchi e se ne andasse nella direzione opposta di dove andavo io ma non fu così, anzi la sua reazione mi colpì
"Va benissimo guiderò io, anche se qui in Italia avete il senso di marcia invertito rispetto all'Inghilterra ad una condizione...."
"Quale?" Chiesi io incuriosita e lui subito dopo riprese a parlare
"Appena avrai la patente dovrai assolutamente venire in vacanza a Londra e guidare per le strade proprio come farò io" disse fiero. Quelle parole sembravano quasi che lo desiderasse veramente, le pronunciò con una tale sicurezza che mi colpì.
"Aggiudicato!" Risposi "Ma ora andiamo, non so tu ma io ho fame e poi la colazione ci attende e non è vicinissima da qui, dovremo andarci in macchina"
"Ok, va bene, ma dove andiamo?" chiese ed io risposi che si trattava di una sorpresa.
Partimmo, Robert all'inizio fece un po' di fatica ad adattarsi al modo i guidare italiano ma poi ci prese la mano, ed iniziammo a parlare del più e del meno, come due persone normali che conversano in modo normale; mi dimenticai di avere di fronte Mr.Pattinson, al suo posto invece c'era Robert, un normalissimo ragazzo inglese.
In un attimo arrivammo a Barolo, lo guidai verso l'agriturismo e una volta entrati Chablis , il cane di mia zia, ci venne incontro e Robert lo salutò facendogli qualche carezza, nel frattempo mia zia ci raggiunse e ci salutò. Ci accomodammo al tavolino che avevo riservato la sera prima sotto il porticato che in un attimo si riempì di svariate torte e confetture. Ridemmo e scherzammo, spiegai al'attore quali erano le parentele e lui ne rimase sorpreso. Era strano per me sedermi a quel tavolo ed essere servita dato che in genere ero io a servirli durante l'estate e in qualche fine settimana dove i compiti non erano abbondanti. Con una scusa mi assentai un attimo e andai in casa a dare un bacio a mia cugina Cecilia che era ancora nel mondo dei sogni, al mio tocco si mosse leggermente, come se avesse avuto una scossa elettrica.
La colazione proseguì tranquilla, tra mille chiacchiere e battute. Raccontai a Robert la mia vita e i miei studi senza però mai fare le stesse domande che lui faceva a me, d'altronde molto probabilmente era venuto qui per una vacanza! Finito di mangiare ringraziammo la zia e iniziammo a girare per le Langhe. Lo guidai a Barolo, La Morra, Barbaresco e al cedro del libano, uno dei miei posti preferiti. Continuò con le domande sulla mia vita, i miei amici e i miei famigliari e anche lui mi raccontò dei suoi genitori e le sue sorelle, raccontandomi anche annedoti divertenti sulla sua vita. Mangiammo in uno dei ristoranti, a mio avviso, più buoni della zona e proseguimmo fin verso le 4,30 quando rientrammo a Alba. Il rientro fu silenzioso, nessuno dei due proferì parola, forse per la stanchezza, forse perché ci eravamo già detti tutto. Arrivati parcheggiammo di nuovo l'Audi al suo posto e Robert parlò:
"Devo dire non sei male come guida sai! E' stata una domenica molto bella e rilassante , grazie!"
"Grazie mille!" risposi ed aggiunsi "E devo dire che sei veramente un buon autista sai!" Ed entrambi scoppiammo a ridere. Sarei rimasta lì più a lungo ma purtroppo a casa mi aspettavano ancora la bellezza di 200 pagine di storia da ripassare!
"Allora ci vediamo i giro per Alba, chissà che stavolta non sia io ad offrirti un caffè!" dissi io e lui rispose
"Ne sarei veramente felice!" e ci apprestammo ad uscire.
"Posso abbracciarti?" mi chiese lui apparentemente imbarazzato
"Certo non mordo mica" scherzai io
Ci abbracciammo, feci per staccarmi, ma lui prima di lasciarmi andare mi baciò l'angolo della bocca e se ne andò. Rimasi sorpresa da questo suo gesto e mi rifugia in casa.
STAI LEGGENDO
Un incontro un po' inaspettato....
DiversosGiulia, 17 anni, frequenta il Liceo Classico della sua città. E' una persona molto "pazza", ma anche molto responsabile e sensibile. Può contare sull'amicizia di grandi ragazze pronte a sostenerla. Come tutte le adolescenti ha un sogno nel casset...