LA PARTENZA.

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Un infermiere mi aiutò a preparare le mie cose, non che fossero molte...
Lasciai una lettera per Luca, la diedi alla ragazza gentile e innocente così da essere sicura che l'avrebbe consegnata.

"Ehi mio caro ragazzo,
scusa se non sono stata al tuo fianco abbastanza, scusa se non ci sarò sempre, ma ricorda: questo non è un addio, è un arrivederci.
Ti prometto che verrò a trovarti e lo so che le scuse non basteranno, ma almeno sono sincere.
Con affetto, Elisa."

**

Scesi dall'auto e feci un primo passo per testare il terreno, era soffice e fresco, come se avessero appena innaffiato le piante. Mi guardai attorno poi mi soffermai con lo sguardo sulla facciata della casa. Le goccioline d'acqua cadevano dal cielo senza fare alcun rumore, erano come carezze quando scendevano sul mio viso.
«Questa è t-tutta mia?» guardai la donna che mi aveva accompagnata, molto probabilmente sarebbe stata la mia badante.
«I tuoi genitori l'hanno lasciata a te, secondo il testamento. Tuo fratello era consapevole e d'accordo.»
Annuii per poi sospirare, come se dovessi sostenere un peso e quella fosse la mia ultima pausa.
Percorsi il vialetto con molta calma, quasi avessi paura di entrare. Era da tanto tempo che non mettevo piede in casa mia...
I fiori che circondavano il cortile, gli scalini di legno color nocciola scuro scricchiolavano ad ogni passo, il pomello color oro, dove posai la mano e con un movimento insicuro e pavido aprii la porta.

Chiusi gli occhi.

Presi un bel respiro e...finalmente mi decisi a guardare.
La casa era arredata con mobili antichi e davanti a me vi era il salotto con la cucina. Feci un giro di tutta la casa, guardando ogni dettaglio.
Una volta arrivata in bagno mi specchiai, fuori pioveva quindi i miei capelli avevano bisogno di una sistemata.
Mi avvicinai allo specchio guardando attentamente l'immagine riflessa.
Non era possibile... non poteva essere vero...
Cominciai ad urlare.

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