Capitolo 14

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Ero ancora seduta lì quando sentii mia madre tornare.
"Hai sete?" Mi chiese mio padre. Ma cosa centrava adesso la sete?
"Si, tanta!" Risposi sincera.
Mia madre arrivò al tavolo e mi porse un calice d'oro con un liquido denso e rosso dentro.
"Bevi!" Disse mia madre con voce autoritaria che non permetteva replica.
Bevetti. Era buonissimo!
"Cos'è? " chiesi leccandomi le labbra.
"Sangue." Disse mia madre.
"Cosa??? Bleah che schifo!!" Escamai.
"Peró hai bevuto."
Mbe..si..ecco...non era poi tanto male.
"Noi demoni ci nutriamo di sangue."
Disse mio padre.
Sentii un improvviso dolore ai canini.
Mi portai la mano alla bocca ed iniziai a massaggiare le gengive.
"É normale. Ti stanno uscendo le zanne." Disse mia madre avvicinandosi.
"Za... che????" Chiesi spaventata.
"Non ti preoccupare, é normale, tutti i demoni ce l'hanno, solo che noi Reali li abbiamo più lunghi. Guarda." Disse mia madre.
La guardai e feci un gridolino quando la vidi, aveva due zanne lunghe che gli arrivavano quasi al mento.
Alzai la mano per massaggiarmi di nuovo i canini ma qualcosa mi fece sanguinare il dito, le zanne.
Mia madre mi portó uno specchio e me lo porse.
"O.Mio.Dio!" Esclamai io.
"In questo palazzo non si bestemmia!" Sbraitó mio padre.
"Ma io non ho bestemmiato!" Ribatteì
"Noi siamo demoni, quindi si hai bestemmiato!" Sbraitó di nuovo lui.
Ok...questo é matto....
Io mi sto chiedendo no....ma Stefan...dove cazzo e sparito???
"Hai capito che caratteraccio la ragazza..." disse mio padre.
"In che senso scusa?" Chiesi io.
"Ma Stefan dove cazzo é sparito?....hai preso qualcosa anche da me vedo." Disse mio padre imitando la mia voce.
Ma perche penso sempre a voce alta??
"Io non parlo così! Non ho quella voce...stridula!" Dissi scocciata.
"Gna gna gna" disse mio padre facendo anche il gesto di uno che parla con la mano.
"Lascialo stare é peggio di un bambino!" Disse mia madre fulminando con lo sguardo mio padre.
Mi riguardai allo specchio, adesso ero normale, non avevo più le zanne, avevo solo una grande sete.
"Hai ancora sete vero?" Mi chiese mia madre.
Anuii.

Arrivata la sera, dopo aver bevuto tanto sangue, e dopo aver capito che era buonissimo e che lo volevo ancora, non avevo ancora trovato Stefan. Mia madre chiamó una ragazza, Elena, e gli disse si farmi un po da guida turistica.
Adesso ero nella mia nuova camera, sdraiata sul letto a baldacchino, a guardare in soffitto, nero, decorato con qualche strano segno che io ovviamente non conosco e al centro proprio c'era il mio nome: Ada.
Sentii bussare alla porta, dentro di me sapevo che era Stefan.
"Avanti" dissi senza muovere un muscolo.
La porta si aprì.
"Giornata lunga, eh?" Chiese lui chiudendo la porta e rimanendo in piedi davanti ad essa.
"Si, sai....ho conosciuto i miei veri genitori, ho conosciuto una ragazza di nome Elena che non faceva altro che fissarmi e...ah il mio ragazzo é sparito! Dove cavolo eri andato a finire? Non eri la mia guardia un tempo? A quanto ne so io le guardie Reali stanno sempre dietro ai Reali." Dissi incazzata nera.
"Sai, io non sono ancora una guardia Reale. Lo diventerò quando tu diventerai Regina." Disse lui calmo.
"Dove.sei.stato?" Chiesi alzandomi e avvicinandoli tanto che i nostri nasi si toccarono.
"Wow wow, calma, ti sono uscite le zanne. Ho avuto da fare con mio padre." Disse mettendomi le mani sui fianchi e attirandomi a lui.
"Le zanne? Io no ho le.....o forse si. Non mi ci abitueró mai." Dissi calmandomi.
Mi bació dolcemente sulle labbra, io lo sbattei al muro creando una crepa.
"Vacci piano principessa, non scappo mica." Mi disse ansimando.
"Questo non si potrebbe fare..." disse lui.
"Ho gia detto a loro che voglio che tu sia il mio Re." Dissi dolcemente.
Lui sgranó gli occhi.
"E che hanno detto?" Chiese.
"Niente." Dissi calma.
"Niente?" Chiese scioccato quasi.
"Gli ho detto che non possono replicare, e che ho gia preso la decisione e non la cambio." Dissi io.
Lui rimase per un attimo a guardarmi poi mi bacio.
Inutile dire che anche quella sarebbe stata una notte luunga e piacevole.

★spazio autrice★
Scusate per il capitolo corto ma non ho avuto il tempo di farlo più lungo, mi faró perdonare al prossimo.
Ciao a tutti.

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