Il rapporto tra di noi

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Seiji passò le giornate seguenti a fare piccole avance ad Ayato, che prontamente si allontanava imbarazzato, mentre il resto del tempo Seiji stava davanti ad uno schermo. Il ragazzo in certi giorni non scese neanche per mangiare e così i pasti gli furono portati ogni volta da uno dei membri della servitù.
Se bussando rispondeva una cameriera Seiji la scacciava con violenza.
- Sparisci pezzente ! Non mangerò niente di ciò che verrà portato da te !!! -
E poi tornava a giocare come se niente fosse, l'ora di pranzo e quella di cena si susseguirono varie volte, ma Seiji ancora non aveva mangiato quasi nulla, se non dalla sua personale riserva di merendine.
- Accidenti, sto morendo di fame !!! -

In quel momento bussarono alla porta, il ragazzo era già pronto a scacciare l'ennesimo assillante servitore quando sentì la voce di Ayato.
- Yoshida-sama, vi prego, mangiare qualcosa -
Seiji mise in pausa il gioco e si nascose dietro la porta.
- Entra, appoggia tutto sul tavolo - disse al servo che entrò piano e si diresse verso la scrivania al lato opposto della stanza.
Non appena fu abbastanza distante dall'entrata Seiji la chiuse a chiave e gli si mise alle spalle tenendolo bloccato con un braccio mentre con l'altro gli passò sotto i pantaloni ed i boxer.
- Yoshida-sama, farò ciò che volete, ma vi prego, dovete mangiare qualcosa -
Il ragazzo gli leccò il collo mentre lo faceva lentamente spostare verso il letto.
- E va bene, ma solo ad una condizione, mangerò solo ciò che tu mi darai con le tue stesse mani -
Seiji lo lasciò andare e Ayato prese il piatto di pollo e patate al forno che era stato preparato per il suo padrone e gli si mise sulle ginocchia, arrossendo vigorosamente.
- Non mi piace la tua uniforme - disse il ragazzo mentre passava tra le gambe del servo - te ne prenderò una nuova, che userai solo con me -
- Yoshida-sama -
Seiji gli sbottonò i pantaloni e gli abbassò la zip mettendosi a strusciare con la mano sempre più violentemente.
- Seiji-kun, devi chiamarmi così quando siano soli, non te lo ricordi più, Ayato ? - è detto ciò gli fece scivolare i pantaloni fino alle ginocchia e lo stesso fece con le mutande - Eh già, lo sapevo, ti ho trascurato in questo periodo - poi lo baciò
- Seiji-kun, vi chiedo scusa - Ayato ansimava mentre imboccava il proprio padrone, Seiji si divertiva nel vedere le sue reazioni, così timide e dolci. Ad ogni boccone che entrava tra le sue labbra il ragazzo succhiava le dita del proprio servo e lo masturbava sempre più forte.
- Ti piace Ayato ? Questo è un premio per essere riuscito a farmi mangiare, sei contento ? -
- Mmm, ah ... Sì, ah ... Seiji-kun -
Il ragazzo si sentiva così eccitato, avrebbe voluto averlo, lì, in quel momento, scostò il piatto e si distese sopra al servitore spogliandosi a sua volta.
- Ayato, oh sì, ti farò provare così tanto piacere che diventerai assuefatto al mio tocco -
- Seiji-kun ... -
Le mani del padrone cominciarono a muoversi sotto i vestiti di Ayato, Seiji cominciò a stuzzicarlo con piccoli pizzicotti o torturandogli i capezzoli che oramai erano diventati duri.
Entrambi erano eccitati e sul punto di venire, ma Seiji non era ancora soddisfatto, mise due dita nel piatto pieno d'olio e lo usò per lubrificare il buchetto di Ayato e farlo rilassare, poi gli fece divaricare le gambe e si posizionò dietro di lui.
- S-Seiji-kun -
Il ragazzo lo penetrò e il servo gemette obbediente sotto le spinte sempre più forti.
- Ayato, Ah ... Nessuno, ah ... Nessuno potrà più servirmi, solo tu. Non ti avrà mai più altro all'infuori di me -
- Seiji-kun, i-io ... Ah !!! -
Vennero insieme come una sola cosa, ansimanti e sudati. Seiji si scostò ammirando il corpo di Ayato mentre il ragazzo si sollevava a sedere, il suo rossore e l'ardore che avevano provato insieme era evidente.
- Ti voglio avere ancora, ed ancora, ed ancora ... Resta con me ancora un po' Ayato, non te ne andare -
Il servitore si rimise in piedi a fatica e si voltò verso Seiji, ma perse l'equilibrio a causa del dolore che gli percorreva le gambe a causa delle spinte e si dovette sorreggere ad una parete.
- Vi chiedo perdono, io non riesco a stare dritto. Temo di non poter obbedire a questo ordine, Yoshida-dono mi ha chiesto di svolgere alcune commissioni e ... -
- Quindi mi disubbidiresti ? - la rabbia cominciò a crescere dentro Seiji, doveva parlare con suo padre immediatamente, quel giovane doveva essere solo suo, sempre ed in qualsiasi momento, a sua disposizione. Cominciò a rivestirsi preparandosi mentalmente il discorso che stava per affrontare.
Le gambe del giovane Ayato cominciarono a tremare e Seiji dovette aiutarlo per evitare che cadesse.
- Vi chiedo perdono Seiji-kun, non dovreste essere voi ad aiutarmi - detto ciò si sedette sul letto coprendosi lo spazio tra le gambe con la camicia.
- Non ti devi preoccupare, e non dovresti nemmeno coprirti se fosse possibile. Adesso andrò a parlare con mio padre e risolverò tutto. Tu rivestiti ed aspettami qui -
Seiji si avviò verso la porta, ma si sentì afferrare da dietro e, voltandosi, vide che era Ayato che lo tratteneva con le lacrime agli occhi.
- A-Ayato ? -
- Non potete farlo, voi non sapete in che situazione mi trovo -
- Certo che lo so -
Il ragazzo si ammutolì d'improvviso guardando il proprio padroncino come se avesse appena imparato a volare.
- L-lei lo sa ? C-ome, come l'ha saputo ? Chi glielo ha detto ? -
- M-me lo ha detto mio padre -
- Yo-Yoshida-dono ? M-ma è impossibile ... Questo non vi fa alcun effetto ? -
Seiji era molto confuso da quel comportamento, da come aveva reagito, Ayato doveva essere veramente preoccupato per la propria condizione economica.
- Accidenti, deve aver veramente paura di perdere il proprio lavoro. Ok che la sua famiglia ha molti debiti, ma sembrerebbe quasi che vivano in mezzo ad una strada ! - Seiji guardò pensieroso Ayato per qualche secondo e poi scostò la sua mano e tornò ad avviarsi verso l'uscita.
- Seiji-kun, se mi amate davvero, vi prego, anzi, TI SUPPLICO, lascia perdere !!! -
- Tu hai ... cioè mi hai ... hai ... -
Seiji fece dietro front e saltò sopra a Ayato baciandolo appassionatamente.
- Parlami ancora, come se fossimo solo due ragazzi normali, come se non fossimo servo e padrone -
- E se lo farò voi, cioè, tu non farai nulla ? -
Il ragazzo si abbassò su di lui e gli sorrise maliziosamente.
- Te lo puoi anche scordare -
Seiji corse fuori lasciando Ayato da solo, un'altra volta.

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