La paura di perderti

3.2K 195 15
                                    

Hideki scardinò la porta e vide suo figlio che scuoteva Ayato, svenuto e sanguinante, in lacrime.
- CHE COSA GLI HAI FATTO ?!? -
Seiji si alzò voltandosi verso suo padre, dispiaciuto ed agitando le manioca maniera confusa.
- Papà, mi ... mi dispiace, io non volevo, credevo che ... -
L'uomo gli tirò un pugno in preda ad una rabbia omicida facendolo cadere a terra e poi corse fino ad Ayato. Gli accarezzò la guancia e gli tenne su la testa, stava per scoppiare a piangere.
- Ay-chan, non avere paura, adesso chiamo un medico ed andrà tutto bene. Ayato, mi dispiace tanto -
L'uomo lo prese tra le braccia, Seiji lo guardò sconvolto e tutto gli divenne chiaro.
- Sei tu ... Sei tu che gli ha fatto quei segni ! Tu ci vai a letto ?!? -
Hideki decise di ignorarlo e portò via il servo, per sorse in fretta il corridoio con Seiji alle spalle, entrò nella propria stanza e lo mise sul letto. Quando cadde il silenzio Hideki riprese fiato e tolse ad Ayato i vestiti da cameriera.
- Sai Ayato, non ti stanno così male,
magari quando poi ti risveglierai te lo farò tenere - disse scherzosamente guardando l'immagine addormentata, poi uscì dalla stanza ed andò a chiamare il dottore.
- Ti prego amore mio, perdonami -

***

Ayato riaprì gli occhi, sentiva un fortissimo dolore alla testa, ma a parte quello stava abbastanza bene. Era nella stanza di Hideki, riusciva a sentire il suo odore, ma non ricordava esattamente come ci era finito.
- SI PUÒ SAPERE CHE DIAMINE HAI IN TESTA ? SEI UN UOMO ADULTO, HAI DUE FIGLI E TI METTI A FARE QUESTE COSE CON UN RAGAZZO CHE AVRÀ POCO PIÙ DI UN TERZO DEI TUOI ANNI ?!? -
- Parla piano, Ayato sta dormendo ... -
Il ragazzo si svegliò completamente e guardò verso la porta, riconobbe subito le voci, erano Hideki e Seiji che discutevano.
- È per causa sua che hai lasciato la mamma ?!? Per farti uno dei tuoi servitori ?!? -
- Guarda che è stata lei a lasciarmi, non ci siamo mai amati. Erano stati i nostri genitori a volerlo e noi siamo comunque rimasi in buoni rapporti -
Ayato si strinse nelle coperte ascoltando attentamente ogni parola, Hideki sembrava terribilmente triste, ed era tutta colpa sua.
- Non immaginavo che ti piacesse stuprare i ragazzini della mia età papà, ti rendi conto di che razza di ematomi ha sul corpo ?!? Si può sapere che malato mentale del cazzo sei ?!? Ci credo che Ayato era terrorizzato da me, probabilmente sapeva che se lo avessi violato ancora tu lo avresti ucciso -
- Ti sbagli !!! Non farei mai del male ad Ayato !!! Io-io ... io lo amo -
Il servitore andò a fuoco e sorrise, poi si alzò in piedi, avrebbe voluto correre da Hideki e stringerlo forte.
- E pensi che sia normale ?!? È folle !!! Devi capire che non puoi legare a te un ragazzo così giovane con belle parole o regali costosi, presto o tardi ti renderai conto di quanto vecchio sei diventato e di come tu gli stia portando via la possibilità di vivere con una persona a cui non dovrà cambiare i pannolini tra qualche anno !!! È un rapporto malsano papà, sia per te che per Ayato, anche se non lo avete ancora capito -
Cadde il silenzio, Ayato era ormai davanti alla porta
- Hai ragione - disse Hideki - Non posso fare questo ad Ayato ... Chiuderò questa storia -
Ayato provò ad aprire la porta in preda al panico, ma era chiusa dall'esterno
- Hideki ! Hideki aspetta ! Non devi dire queste cose ti prego !!! -
Cominciò a sbattere sulla porta, ma nessuno dei due nobili sembrò intenzionato ad aprirgli.
- Ayato, mi dispiace per quello che ti ho fatto - era la voce di Hideki - Non avrei dovuto illuderti che tra noi ci fosse qualcosa, mio figlio ha ragione. Me ne vado -
Ayato sentì l'uomo allontanarsi e gli venne una morsa al cuore, per quanto ci provasse non riuscì a buttare giù la porta.
In preda al panico allora cominciò a guardarsi attorno, aprì la finestra e vide che si trovava al secondo piano, ci avrebbe sicuramente lasciato le penne se si fosse buttato.
Il ragazzo cominciò ad afferrare le lenzuola e le coperte legandole insieme e le fissò ad uno degli angoli del letto, era un'idea folle, ma anche l'unico modo per non perdere il proprio amore.
Ayato gettò fuori dalla finestra il grumo di stoffa, era troppo corto, ma non c'era più tempo, Hideki era già uscito e si stava incamminando lungo il viale verso il cancello dove un'auto parcheggiata lo aspettava.
Il ragazzo cominciò a calarsi di qualche metro, faceva di tutto per non guardare giù, era certo che altrimenti sarebbe caduto di sotto.
Mentre procedeva con la discesa un urlo infranse l'aria, era una della cameriere che, mentre lavorava in giardino, lo aveva notato mentre scendeva.
- YOSHIDA-DONO !!! GUARDI !!! -
Fu in quel momento che Hideki si voltò verso la propria casa, ciò che vide lo lasciò di stucco e lo terrorizzò a morte.
L'uomo partì con uno scatto e tornò indietro correndo a perdifiato verso la propria casa.
- AYATO !!! -
Il ragazzo, sentendo il proprio nome si voltò e vide il proprio padrone che tornava indietro guardandolo, la gioia lo colmò.
- Lo sapevo, lo sapevo che in realtà mi amavi ... HIDEKI !!! -
Ayato continuò a scendere, oramai era quasi arrivato a terra quando sentì le lenzuola che si strappavano e cominciò a perdere la presa.
- AYATO !!! NON LASCIARE LA PRESA, NON LASCIARLA !!! STO ARRIVANDO, TI PREGO AMORE RESISTI, TI SUPPLICO !!! -
Ayato si tenne stretto, non voleva cadere, c'erano ancora tante cose che doveva dire ad Hideki, tanti momenti da vivere insieme.
- Mi dispiace tanto Hideki, per colpa mia hai perso tutta la tua famiglia ed adesso ... -
In quell'attimo la stoffa si sfregò contro il cornicione della finestra e si ruppe ancora di più.
- Ayato ? AYATO ! Dammi la mano Ayato ! -
Il ragazzo alzò lo sguardo e vide Seiji che si sporgeva dalla finestra porgendogli la mano destra, ma Invece di porgergliela il ragazzo scese ancora di più, non voleva neanche toccarlo quel nobile viziato, era colpa sua se ora Hideki lo odiava.
Con quel movimento però Ayato indebolì ulteriormente il lenzuolo che si spezzò facendolo cadere nel vuoto.
- AYATO !!!! -
L'ultima cosa che il giovane sentì fu la voce di Hideki, il suo pianto disperato gli arrivò persino durante caduta.
Hideki sentì un tuffo al cuore, quel ragazzo era tutta la sua vita, troppo importante per perderlo, non poteva vivere senza Ayato.
In quell'istante il tempo si fermò e, per il giovane servo, c'era solo il ricordo di Hideki così nobile, dall'animo puro e candido che, durante l'infanzia, gli aveva dato una luce nell'oscurità.

My Little OrphanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora