Capitolo 1.

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Cassie Edwards affondò i piedi nella sabbia e bevve un sorso di Pina colada, mentre osservava l'uomo che miscelava drink dietro al bancone del bar. Le richiamava alla memoria il principe di Cenerentola, alto, portamento regale, capelli castano scuro ed occhi contornati da piccole rughe d'espressione. Aveva un fisico atletico e indossava una morbida camicia di lino infilata dentro un paio di jeans sbiaditi.

Sebbene non avesse scambiato una sola parola con lui, Cassie avvertiva come una sorta di attrazione magnetica che le rendeva difficile staccargli gli occhi di dosso. Non riusciva a smettere di fantasticare su come dovesse essere amare un uomo cosi. Baciarlo. Essere sua.

Che cosa le era preso, per la miseria?

Si guardò intorno. Il ristorante sorgeva direttamente sulla spiaggia, una sala a cielo aperto contornata da suggestive lucette bianche, con un angolo bar adorno di statue di giada, in pieno stile orientale e camerieri e cameriere che sfoggiavano camice hawaiane.

Un ambiente decisamente romantico. C'erano coppiette dappertutto, che si tenevano per mano, si baciavano e si scambiavano tenere effusioni. Abbastanza per far sciogliere l'animo più glaciale.

Cassie avvertì il mordace assalto della solitudine. Le Bahamas, pensò, non erano il luogo dove guarire un cuore infranto. Non era quello, però, il momento di pensare al suo ex fidanzato, tanto meno di concedersi un'innocua avventura. Non era li per cercare l'amore.

Si era recata sull'arcipelago corallino dell'Atlantico per incontrare Hunter Axon, uno dei più spietati uomini d'affari esistenti sulla faccia della terra. Era una missione insolita per una donna con nessuna esperienza nel campo imprenditoriale come lei, una semplice operaia tessile, impiegata in una storica azienda dello stato di New York.

- Le porto un'altra pina colada? -

Cassie alzo gli occhi. Un brivido le corse lungo la schiena quando riconobbe l'affascinante barman su cui si era posato il suo sguardo poco prima. Mentre incontrava le sue intense iridi marroni, fu come se il resto del mondo si dissolvesse intorno. Cassie scosse la testa.

- No, no, grazie.-

L'uomo esitò un'istante, poi indicò con un cenno del capo la macchinetta fotografica.

- Hai scattato molte foto?-

Stava flirtando con lei.

Sfortunatamente, Cassie non era per niente brava in quello. Non aveva mai avuto molte occasioni per perfezionale quell'arte. La sua famiglia e quella di Oliver avevano deciso per loro, stabilendo che sarebbero stati una coppia sin dalla loro nascita, avvenuta a due giorni di distanza l'uno dall'altro, nel medesimo ospedale. Quando poi erano cresciuti, tutti i ragazzi di Shanville avevano dato per scontato che fosse la ragazza di Oliver Demion e pertanto, off-limits.

Avvertì uno strano nervosismo. Come ci si comportava in una situazione del genere?

- no - mugugnò. Che cosa? - Volevo dire.. si.-

L'uomo sorrise. - E' già stata alla barriera corallina?-

Lei scosse la testa. - Non ne ho avuto il tempo. Ho scattato solo qualche foto alla spiaggia. Preferisco i soggetti di tipo astratto, le foto che catturano l'essenza, non la realtà. Capisce cosa intendo dire? Lo splendore, ma non necessariamente la... uhm... - Ma che cosa farneticava? Perché stava parlando come una professoressa invasata?

-Allora è una vera fotografa.-

Cassie rise. - No. Perlomeno, non più. Ho studiato arte all'università, ma ho interrotto gli studi prima della laurea. - Perché mia nonna si è ammalata e io sono dovuta tornare a casa per assisterla. Così, sono andata a lavorare nell'azienda tessile del mio fidanzato che dà lavoro a tutta la città. Soddisfatto?

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