Capitolo 6.

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Cassie guardò il cartellone bianco. Prese un pennarello rosso e vi scrisse : Lavoratori in sciopero. 

- Ecco qui, Mabel - disse, porgendo lo striscione alla donna dai capelli grigi di fronte a lei. - Puoi raggiungere gli altri. - 

Era una giornata ventosa, frizzante, un tipico tempo da inizio primavera. Le nubi in lontananza minacciavano pioggia, ma nessuno le notava. Erano tutti presi da qualcosa di molto più importante, quella mattina. Come lo sciopero.

Dopo che Hunter era uscito dalla sua casa, Cassie aveva fatto un giro di telefonate, avvisando tutte le persone di sua conoscenza, dipendenti della fabbrica e non. Il suo messaggio era sempre lo stesso: Hunter Axon non voleva ascoltarli. Era necessario intervenire con urgenza.

Si, ma come?

Christine Humblegot, segretaria di Oliver, aveva raccontato di aver origliato una conversazione tra Willa e il suo capo in cui dicevano che la fabbrica in Cina non sarebbe stata operativa prima di tre mesi, per cui contavano ancora sui dipendenti della Demion Mills per la avviare la produzione del nuovo tessuto.

In altre parole, Hunter aveva ancora bisogno di loro. 

Era quella la loro unica forza contrattuale.

Uno sciopero lo avrebbe reso molto più duttile alla negoziazione. Naturalmente, un uomo come Hunter Axon avrebbe trovato il modo di cadere in piedi nonostante uno sciopero; ma quantomeno, la faccenda gli avrebbe procurato qualche meritato mal di testa.

Cassie sorrise guardando la folla. Si era sentita in dovere d'informare i suoi amici dei rischi che correvano attuando lo sciopero. Ma ciò non aveva fatto altro che caricarli ulteriormente, renderli ancora più entusiasti e determinati. Non c'era una sola persona che non avesse aderito con entusiasmo. Come Cassie già sapeva, i suoi concittadini erano gente caparbia e coraggiosa. Nessuno voleva che la fabbrica finisse nelle mani di una compagnia che aveva come obiettivo quello di distruggerla.

Se Hunter Axon si illudeva che si sarebbero ritirati in buon ordine, consegnandogli le chiavi della loro adorata fabbrica senza battere ciglio, bé, si sbagliava di grosso.



Hunter aveva lasciato Cassie con un chiodo fisso: baciarla.

Non che un semplice bacio sarebbe riuscito a placare la sua sete. Il suo desiderio di lei era cresciuto ora dopo ora e il pensiero di non rivederla mai più lo aveva quasi condotto sull'orlo della disperazione.

Poi, come per miracolo, l'aveva ritrovata.

Ma non era andata come aveva sperato. Invece di cadergli fra le braccia, lei lo aveva minacciato di cacciarlo di corsa dalla città.

E tutto per via della fabbrica.

Doveva convincerla in tutti i modi che non vi era alternativa, che la  Demion Mills era un'azienda ormai senza speranza di ripresa. E tutto per colpa della gestione irresponsabile di una avido erede con nessuna esperienza nel settore, che per anni aveva pagato i dipendenti più di quanto la compagnia non potesse permettersi. 

L'unica alternativa possibile alla rovina totale era assorbile la  Demion Mills nella Axon Enterprise , inglobandola così in un'organizzazione stabile e florida.

Ma come farlo capire a Cassie? Di sicuro, era necessario convincerla della necessità di quella manovra, se voleva riprendere con lei da dove avevano lasciato alle Bahamas. Ancora una volta, gli tornò alla mente la meravigliosa sensazione del suo corpo caldo e liscio che riposava accanto al proprio.

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