~Prologo~

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Era una notte buia e ventosa e la Luna piena splendeva alta nel cielo danzando fra le nubi oscure che mandavano lampi e tuoni, scuotendo il cielo plumbeo.

Una figura snella scese dal taxi che aveva preso in centro e marciò verso i cancelli di un'imponente e antica villa che, sotto la luce dei lampi, appariva tetra e inquietante. Nonostante la pioggia le inzuppasse la felpa e i pantaloni, l'ombra non sembrava avere fretta e sorpassò i cancelli trascinando dietro di sé un piccolo trolley e fissando meglio una tracolla.

Giunta al grande portone in legno avente due battenti a forma di testa di demone, bussò una sola volta prima di entrare senza aver atteso risposta.
L'ingresso era molto grande e tenebroso e comprendeva una scalinata di marmo con sopra un tappeto di seta rosso e divanetti sparsi ai lati, vicino alle grandi finestre con le tende tirate.

Ma l'ingresso non era vuoto.

Appoggiato alla parete, c'era un'altra figura che spostò due occhi fatti di rubino sullo sconosciuto.
-Chi diavolo sei tu?!- gli domandò minaccioso e ad alta voce -Rispondimi!- gli ordinò vedendo che non parlava -Che cos'è tutto questo chiasso?- chiese un'altra voce, stavolta gelida e autoritaria appartenente a due scure ametiste che stavano scendendo le scale.

-Mmh, di chi è questo buon profumino?- parlò una voce maliziosa appartenente a due smeraldi seguiti da quarzo rosa con sfumature psicotiche -Nee Teddy, sai di chi è questo buon odore?- -Si può sapere perché siete tutti alzati?- domandarono scocciate due tsavorite pure messe a tacere però da una voce impassibile -Siete fastidiosi, smettetela di fare rumore.- il proprietario di essa mostrò i suoi zaffiri che si posarono aggrottati sullo sconosciuto.

Quest'ultimo non si era ancora mosso e pareva stesse studiando le reazioni di quelle sei figure che erano apparse tutto d'un colpo. Nonostante il largo cappuccio nascondesse il suo volto, i suoi occhi vagavano attenti da un ragazzo all'altro osservandoli per attimi interi.

Nessuno fiatò per qualche minuto prima che la tsavorite perse la pazienza -Chi sei e che cazzo ci fai a casa mia? Ti conviene vuotare il sacco se non vuoi che passi alle maniere forti.- le intimò socchiudendo le palpebre. L'interpellato non rispose e avanzò di qualche passo portandosi dietro il trolley e lasciando una scia di gocce d'acqua sul tappeto. Rimase in silenzio ancora per un pò e lentamente sollevò le braccia per tirare indietro il cappuccio.
Quando fu rimosso del tutto, i lampi e i tuoni cominciarono il loro lugubre concerto che rimbombò nell'ingresso.

Una cascata di capelli neri come la notte più buia caddero sulle sue spalle, allungandosi fino al sedere e una ciocca di essi coprì l'occhio sinistro, nascondendolo quasi fosse timido.
Il suo gemello, invece, era illuminato ripetutamente dai lampi e mantenne la sua luce anche quando calò il buio.

Nessuna gemma preziosa poteva eguagliare quegli occhi il cui colore faceva sembrare il diamante come una pietra comune e l'oro e l'argento come metalli di nessun valore.

Occhi di forgiati dall'eterno ghiaccio delle calotte polari e dipinto con maestria e bravura nelle sfumature più chiare e gelide dell'azzurro.

Quegli occhi, risaltati dal nero dei capelli e del pallido della pelle, fissarono ancora una volta i sei ragazzi prima di parlare con una voce melodiosa ma fredda.
-Mi chiamo Yara e vorrei trasferirmi qui per un pò di tempo. È un piacere fare la vostra conoscenza- disse facendo un educato ma piccolo inchino -fratelli Sakamaki.-

E quegli occhi glaciali si posarono ancora su di loro, lasciando i sei ragazzi pietrificati dall'intensità di quello sguardo.

Diabolik Lovers~Past's NightmaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora