~Pizza~

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Appena aveva toccato quella palla che molti avrebbero dato per persa, le porte si erano aperte. Quel mondo che non vedeva da due anni l'aveva investita con i suoi colori.

Il pavimento era stato sostituito da un prato smeraldino straripante di fiori e alberi di ogni genere mentre il soffitto della palestra era scomparso, lasciandole vedere un cielo limpido con qualche nuvola bianca di passaggio.

La palla bianca, verde e rossa era stata ripulita a dovere e sembrava luccicasse come ogni cosa in quel bellissimo mondo.

Proprio mentre il pallone stava per sfiorare l'erba, il suo orecchio aveva captato un fruscio inconfondibile, che le riportò alla memoria le sue vecchie battaglie.

Erano le ali degli attaccanti che stavano aspettando la palla.

Non si chiese come stava andando la battaglia, le sue paure non si affacciarono nella sua mente per distrarla.

Anche se fossero in difficoltà con un punteggio lugubre di 24 a 1 per gli avversari, non c'era scusa che reggesse in un atto di codardia quale lasciar cadere la palla.

Conosceva la sensazione di cadere nel vuoto, ormai senza più ali per poter combattere nel cielo senza poter più volare.

Ma ormai era un libero.

Era uno spirito selvaggio che raccoglieva in sé l'audacia del fuoco, l'equilibrio della terra, la calma dell'acqua e la libertà indomabile dell'aria.

Non poteva più ottenere cicatrici in volo a dimostrazione della sua forza ma ne poteva ottenere sulla terra per mostrare a tutti quanto temibile fosse.

Aveva perso ali maestose e potenti che avevano fatto tremare molti avversari... Eppure, adesso aveva un corpo veloce ed agile con cui poteva raggiungere ogni pallone anche a chilometri di distanza, sulla terra o nelle acque più profonde.

Era un angelo caduto che continuava a far tremare la terra e il cielo.

Prese la palle e la rialzò con tutta la forza possibile che aveva nel braccio, fregandosene della botta presa al gomito. Rullò su sé stessa tornando in piedi, pronta per scattare ancora.

Ma il pallone aveva raggiunto il palleggiatore che diede un'alzata perfetta all'attaccante che abbatté il muro avversario, schiacciando la palla a terra dove l'altro libero non riuscì a prenderla.

Gli altri cinque giocatori la guardarono e Yara si ritrovò di fronte i fantasmi delle sue vecchie compagne di squadra. Le stavano sorridendo tutte, complimentandosi dell'eccellente difesa che aveva svolto. La palleggiatrice, una ragazza che conosceva sin dalla culla d'ospedale, era quella più raggiante.

Yara si ricordava di quante volte l'aveva fatta esasperare e arrabbiare, quante volte aveva apertamente ignorato i suoi consigli. Vedendola lì a congratularsi quasi fosse orgogliosa di lei, non poté non provare nostalgia e dispiacere. Era la più bassa ma era quella che giocava da più tempo e si ricordava il giorno in cui quelle che erano le sue compagne entrarono nella squadra e tutte le vittorie e sconfitte che avevano passato assieme.

-Mi dispiace davvero tanto ragazze... Non ho mai voluto tutto questo. Spero che mi perdoniate per il mio comportamento e per avervi lasciate così all'improvviso. Avrei voluto giocare di più con voi.- si scusò sincera piegata sulle ginocchia osservandole allontanarsi insieme a un'ombra che comprese essere il nuovo libero.

Una mano le si poggiò sulla spalla -Non devi abbatterti, sei stata davvero brava. Devi essere fiera di te di come hai reagito. Il ruolo del libero è uno dei più difficili; in partita non puoi demoralizzarti perché siamo l'ultima speranza della squadra quando il gioco comincia a farsi duro. Se hanno la certezza che ci sia qualcuno che li protegga mentre spiegano le ali, allora non avranno paura di nulla.- Yara alzò lo sguardo ma di fianco a lei non c'era nessuno.

Diabolik Lovers~Past's NightmaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora