Prologo

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Il castello era assediato da giorni.
La Regina osservava il proprio popolo che dormiva nel grande salone di ingresso, le stanze erano state assegnate ai bambini e alle persone anziane, persino i suoi stessi appartamenti e quelli dei suoi figli erano stati messi a disposizione per i feriti.  
Poteva percepire la paura della sua gente, ma anche la loro forza e il loro orgoglio.
Non avrebbero mai e poi mai abbassato la testa di fronte al nemico.
Eppure lei era la sola a combattere quella guerra silenziosa. A tenere eretta quella cupola di protezione sul suo palazzo, sugli ultimi rimasti vivi della sua razza.
Lei, figlia della Dea Luce, dai poteri infiniti posti al servizio di coloro che amava e al suo popolo, stava cedendo sotto la stanchezza e i continui attacchi dei demoni. Quelle rozze creature che ogni ora stringevano sempre di più la loro morsa intorno al suo palazzo alla ricerca di un modo per crearsi un varco e riuscire finalmente a sterminarli tutti. Sapeva con certezza che non avrebbero risparmiato nessuno, neppure il più piccolo di loro, il più indifeso.

Una regina senza i suoi sudditi non si può chiamare tale.

Questo le era stato insegnato da sempre e lei ci credeva, aveva fatto di tutto per loro.
Ma ora si accorse di essere giunta quasi allo stremo, era così debole.
Sentì le braccia forti del suo Re accarezzarle la vita sottile e stringerla in un abbraccio solidale, pieno d'amore e di coraggio.
Sentì le sue labbra sulla fronte.
Sentì il suo respiro sulla pelle.
Sentì i passi farsi vicini e fermarsi sulla soglia dell'ultima stanza in cima alla torre più alta, dove ella da giorni risiedeva senza dormire, senza mangiare, senza muoversi, con il solo pensiero di salvarli tutti.
Di resistere per ogni singola vita che aveva giurato sulla vita di proteggere.
- Madre...
La voce del figlio maggiore la portò ad aprire faticosamente gli occhi.
James, alto e fiero, se ne stava sulla soglia con l'armatura lucente, i folti capelli neri scompigliati e gli occhi solcati da uno sguardo grave e determinato di chi aveva preso una decisione e non l'avrebbe cambiata per nulla al mondo: - Non vi lasceremo sola. Combatteremo anche noi!
E con quelle parole gli occhi della Regina misero a fuoco anche il secondogenito, longilineo, dai lunghi capelli biondi e il fisico esile e aggraziato non abituato a combattere, dietro di lui due ragazze molto simili a lei si stringevano le mani.
Una vestita da maschio con una spada legata alla cintura, l'altra dal lungo vestito azzurro e un arco a penzolarle da dietro la schiena.
I suoi stessi figli, che aveva sperato di proteggere da tutto e da tutti, ora erano persino pronti a morire per lei, per il loro popolo... 

E le lacrime sgorgarono dai suoi occhi copiose e salate, impossibile da trattenere e da arginare, insieme a una consapevolezza terribile.
Ormai sono troppo debole...
La prima crepa si diramò sulla cupola protettiva, sottile e quasi impercettibile,  seguita da molte altre, più grosse, prima di cedere sotto gli attacchi sempre più potenti e implacabili dei loro nemici.
Le ginocchia le cedettero improvvisamente, ritrovandosi sorretta solo dal suo amore.
Le fiamme demoniache divamparono sulle sue belle terre... sulla sua gente...
Mille urla si levarono al cielo, muto testimone di quel massacro.

E questa fu la fine di quel Regno ora noto come il Regno Dimenticato, il cui popolo sarebbe dovuto essere l'unico in grado di fermare l'avanzata demoniaca...

E questa fu la fine di quel Regno ora noto come il Regno Dimenticato, il cui popolo sarebbe dovuto essere l'unico in grado di fermare l'avanzata demoniaca

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