Combattere in quella particolare situazione significava solo una cosa: morte.Zahira lo poteva comprendere pur non essendone avvezza, non era mai stata prima avvolta dal fragore di un combattimento... Ma da quando la sua strada si era incrociata a quella della Resistenza si era trovata in mezzo a ben due agguati. E, se al primo era riuscita a gestirsi bene di fronte al nemico, durante l'ultimo si era ritrovata immobilizzata dalla situazione. Forse perché dalla prima volta aveva capito cosa significasse davvero la parola "uccidere".
L'aveva fatto per sopravvivere, certo, ma questo non aveva reso le cose più facili. Era sempre stata una ragazzina pronta alla zuffa e tenace, diversa dalle altre femmine del Clan, e c'era stato un periodo in cui avrebbe voluto imparare a combattere.
Per difendere.
Esattamente come stava facendo ora Caleb, da solo, oltre la coltre di fumo e fiamme che le faceva lacrimare gli occhi. Il fumo stava appesantendo l'aria e rendeva faticoso persino respirare e lei non capiva come facesse lui a sopportarlo.- Hai sentito Caleb?
Il tono di Leolyn era stranamente duro, privo della solita vena di dolcezza che lo caratterizzava. Gli occhi avevano preso a lacrimarle mentre cercava di metterlo a fuoco tra un colpo di tosse e l'altro. Le labbra sottili avevano assunto una piega severa e tremante di tensione, come le braccia i cui muscoli si contrassero mentre saliva sul shuren bruno.
- Dobbiamo imboccare quella galleria a destra.
- Ma... Caleb...- si costrinse a tacere, respingendo un attacco di tosse e annundo - Va bene.Poteva percepire il dolore della perdita da ogni fibra del corpo dell'elfo di fronte a lei, e poteva comprenderlo. Era lo stesso che si era impossessato di lei alla notizia del veleno nel sangue di Ismin e che poi lei aveva sostituito con la rabbia... Ma gli elfi vivevano in modo diverso il dolore in base al legame con la persona persa e alla fase della vita che stavano attraversando. Aveva sentito che i più adulti riuscivano a rinchiundere fuori di sé i propri sentimenti negativi senza abbandonarvisi, contemplandoli come l'insieme di fattori che costituivano le vite mortali dalle quali erano attorniati.
Da quello che vedeva, Leolyn non faceva parte di quella categoria adulta di cui aveva sentito tanto parlare. La maggior parte degli umani e dei Visi Bianchi pensavano che tutti gli elfi fossero privi di sentimenti, eteerei e intoccabili, ma nessuno di loro aveva mai visto Leolyn, nobile nella sua sofferenza e altrettanto forte.
Zahira quasi lo invidiava.
Lei si sarebbe buttata nel fuoco piuttosto che lasciare una persona che amava, ma razionalmente sapeva che non sarebbe stata la scelta giusta e, anzi, si sarebbe solo fatta ammazzare.
Avevano una missione ed era per quella che aveva spronato Minuae a seguire la direzione del suo stesso padrone.I cunicoli che avevano attraversato le erano parsi tutti uguali, mentre stringeva Gideon sulla sella del suo destriero, avvolgendo anche lui nel mantello enorme che le aveva dato Adhara. Più lo sentiva vicino, più percepiva il suo respiro, più riusciva a guadagnarsi un pezzettino di lucidità alla volta.
Non sapeva come, ma quel battito di cuore forte e ritmico riusciva a calmare il proprio. Doveva essere lo stesso concetto per la quale le madri stringevano contro il proprio petto i figli, solo che quella situazione era assurdamente opposta.Era Gideon, inerme davanti a lei, a tranquillizzarla.
Fece scivolare il proprio sguardo sul copricapo bianco che stringeva la testa del sacerdote, leggermente confusa, prima di vedere una luce strana in fondo alla galleria che stavano percorrendo.
- È l'uscita, non dobbiamo fermarci...- Leolyn lanció un'occhiata dietro di sé e strinse i denti arricciando il naso - Qualcuno è riuscito a seguerci in qualche modo, và avanti, dov'è segnato nella carta che ti ha dato Caleb, e aspetta finché il sole non sarà alto un quarto dall'orizzonte. Se non dovessi riuscire a raggiungerti entro il tempo stabilito, prosegui da sola.
STAI LEGGENDO
Gli Ultimi Ribelli
FantasiZahira è una ragazzina speciale, appartiene alla tribù del deserto da quando ne ha memoria, eppure è diversa. Forse perché è l'unica ad avere la pelle così chiara da ricordare i raggi della luna, o perché ha la capacità di orientarsi verso le oasi...