Capitolo 0: Un anno come altri?

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Ormai sono anni che vado lì, 8 con precisione, amo quel posto, la ho la libertà di poter scendere quando voglio, spendere i soldi come voglio, senza dover dar conto ai miei genitori. Anche uno dei miei più cari amici viene lì ogni anno, il suo nome è Markus, è dal primo anno che lo conosco, fu la prima persona della mia età che incontrai lì.
Ah giusto, non mi sono ancora presentato; Il mio nome è Jenny, sono un ragazzo di 14 anni che vive a Boston da sempre, i miei genitori sono tipi apposto, ma hanno sostanziali differenze, mia madre sa ascoltarmi quando ne ho bisogno, ma è molto esigente a livello scolastico, forse anche troppo, mio padre invece è molto intelligente, mi ha insegnato molto e rappresenta un grande esempio per me, ma qualsiasi cosa faccia non è mai abbastanza per lui, cerco continuamente la sua approvazione senza risultati.
Il posto di cui stavo parlando, è un villaggio vacanze, a cui io tengo moltissimo, il suo nome è Paradise Village, il mio amico Markus viene da New York, per questo non ci vediamo mai durante l'anno, ma abita vicino al villaggio e ci viene ogni estate come me. Ma non è di questo che volevo parlare, oggi vi racconterò ciò che accadde, in quella maledetta e magica settimana....
Tutto cominciò il 29 Agosto, il giorno prima della partenza. Non successe niente di rilevante durante il giorno, semplicemente preparammo le valigie ed andammo a salutare qualche parente, ma quella notte, fu particolare, sono sempre stato un ragazzo che amava dormire, per questo quando mi stendevo su qualsiasi superficie per più di un quarto d'ora, mi addormento, potrei anche addormentarmi in metropolitana se volessi fidatevi. Ma quella notte, non chiusi occhio, non riuscivo a dormire, non so perché, passai ore intere girandomi e rigirandomi nel letto, fino alle 5.30 del mattino, a quel punto mi venne un'idea, mi girai verso la porta della mia camera, lasciai le pantofole per terra, non le indossai per paura di fare troppo rumore, allora mi incamminai verso il corridoio, stretto, buio e lungo, ho sempre odiato quel corridoio, quando ero piccolo mi terrorizzava, e non lo nego, un po' mi spaventa anche ora. Cercai di attraversarlo quanto più velocemente potessi, cercando però, di non far rumore per non svegliare nessuno, arrivai in cucina, ed allora lo vidi, una figura grossa e dormiente, avvolta nelle coperte... Un mostro? Un animale rabbioso? Una creatura oscura proveniente da chissà quale mondo? No, peggio.... mio padre, che dormiva sul divano. Ha sempre avuto un sonno leggerissimo, al minimo rumore irregolare si sarebbe svegliato, dovevo essere cauto, dovevo evitare ogni minimo rumore, un passo dopo l'altro, arrivai al balcone, uscii lentamente, ero fuori. Mi affacciai, la mia intenzione era ammirare, per la prima volta in vita mia, l'alba. Per me l'alba è sempre stata una cosa simbolica, ero convinto che indicasse un nuovo inizio, un inizio migliore, un inizio che mi avrebbe insegnato qualcosa, ma non potevo immaginare, quanto fosse vero tutto ciò.
Rimasi lì, incantato, l'alba era spettacolare, mi sentivo come se non avessi bisogno più di niente, fu una sensazione stupenda, la luce del debole sole crescente, sfiorava la mia pelle, in modo delicato, ma intenso, rimasi lì fino alle 7.00, quando i miei genitori si svegliarono. Quando sentii arrivare mia madre entrai in cucina e chiusi il balcone. Mi diede il buongiorno, lei svegliò mio padre, io andai a svegliare mio fratello.
Tutto procedeva come al solito, partimmo alle 9.00, per arrivare il prima possibile. Mettemmo i bagagli in macchina e partimmo, mi misi le cuffie nelle orecchie, e, guardando fuori dal finestrino, immaginavo e pensavo, a ciò che avrei potuto fare una volta arrivato, inconscio del fatto, che ciò che stava per accadermi, mi avrebbe permesso di scrivere questa storia.

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