Capitolo 5: Notte fonda

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Erano le 2.46 di notte, del 5 settembre 2015. Non dimenticherò mai nulla di quell'attimo, in cui il mondo mi è letteralmente crollato a dosso.
Nella mia mente si palesavano centinaia di domande
-Come? come può essere? come puoi avermi illuso così?
-Quando? quando avevi intenzione di dirmelo? quando mi avresti detto la verità?
Ma soprattutto perché? Perché mi hai regalato un sogno del genere per poi mandare tutto a monte? perché non mi hai fermato? perché non me l'hai detto prima?
Ma tutte queste domande non trovarono mai risposta, semplicemente, non ero pronto a riceverle...
Ero lì, davanti a lei, in un vicolo erboso in piena notte, non sapevo cosa dire, rimasi a dir poco sconvolto.
-Ah...
Fu tutto quello che riuscii a dire, era come se stessi venendo affogato dalle mie stesse emozioni.
Lei mi guardò, e con una triste e leggera risatina con sguardo verso il basso mi disse
-Hehehe... non, non si notava vero?
-Bhe no...
Risposi io
-In senso... non ho nulla contro i gay ma... cavolo...
Non sapevo che dire, faceva male, molto male, ma non volevo darlo a vedere, non volevo si sentisse in colpa.
Abbassai lo sguardo, lei mi abbracciò.
Ecco, quell'abbraccio mi mise K.O.
Aveva capito cosa provavo, si era resa conto di quanto l'amassi forse... non lo so, sta di fatto che quell'abbraccio mi parve un vero e proprio gesto di pena o pietà, come se avesse pensato una cosa del tipo "Povero cucciolino, non se l'aspettava" ma dubito che ci fosse questo nel suo abbraccio, ma dato il momento, mi parve così.
-Non volevo che si sapesse... per questo ho esitato a dirtelo, non so se tutti mi accetterebbero per chi sono davvero... scusa
-Non scusarti, questo segreto lo porterò con me nella tomba, promesso
Dopo questo, decidemmo di dire agli altri che eravamo ufficialmente in una relazione, per mantenere la cosa credibile diciamo.
Ma sapevo che dopo quella settimana, Aljs sarebbe per sempre uscita dalla mia vita...
Tornammo dagli altri, lei mi prese la mano strada facendo, e così lì raggiungemmo, durante il tragitto non fu pronunciata neanche una parola.
Arrivati dagli altri, tutti ci acclamarono, ovviamente ci avevano spiati fino al bacio, quindi erano convinti che ora stessimo insieme. Inutile dire che tutti partirono con le domande eccetera eccetera.
Ad un certo punto mi ritrovo davanti il fratello di Aljs, Frederick.
-Allora hai portato a casa il trofeo eh?
mi disse lui
-Guarda Fe' a me va bene solo se va bene a te
Mi sembrava la cosa più consona al momento.
-Sii vai tranquillo
mi tolse un peso dallo stomaco, e prendendo la palla al balzo, dissi la cosa più sbagliata che potessi dire in quel momento
-Fiuu! Sei un grande!
Lui cambiò totalmente espressione e disse
-Ah, quindi sono un grande solo perché ti lascio limonare mia sorella?!
Capii di esser stato un idiota
-Nooo
Dissi io
-Sei un grande, perché sei una persona della quale ci si può fidare
Dissi con il tono più serio e convincente che potessi assumere
-Bhe anche di te ci si può fidare! per questo non ho problemi verso di te!
Non
potevo
crederci
Aveva funzionato! Ero stato davvero fortunato almeno in quello, ero ancora amico di Frederick almeno.
Dopo di questo dissi di esser stanco, e di voler tornare a casa.
Markus mi seguì a ruota
Mi chiese con faccia perversissima
-Cosa avete combinato voi due eeeeeh?
Io lo guardai e risi, non dicemmo altro.
Arrivato al mio appartamento entrai, notando di essere solo, m'infilai il pigiama e mi buttai sul letto.
Ed in quel momento scoppiò il pianto più lungo ed atroce della mia vita.
Mi sentivo così male, era dolorosissimo, continuavo a ripetermi di essere un idiota
-Stupido! Come hai fatto a credere anche solo per un secondo di avere una chance? La rottura con Meryl non ti ha insegnato niente?! (Meryl era la mia ex più recente, con la quale dopo un anno circa di fidanzamento, finì tutto a causa delle bugie di lei).
Era struggente, non era un normale dolore, ma più, una lenta ed ardente agonia, come se un ago incandescente stesse lacerando millimetro per millimetro ogni parte del mio corpo.
Avrei voluto che qualcuno venisse a strapparmi il cuore.
Urlai, urlai fortissimo, nella speranza che qualcuno venisse a privarmi della capacità di sentire emozioni, per porre fine a quel dolore.
Non realizzavo quanto l'amassi, non prima di quella frase.
Passai l'intera notte così, dovetti soltanto calare i toni quando arrivarono i miei, con mio fratello dormiente fra le loro braccia.
Passavano le ore, ma non c'era margine di miglioramento, io volevo lei e basta, niente e nessuno che non fosse lei poteva farmi stare meglio.
Giunse la mattina, quando sorse l'alba, io ero fuori dal balcone, in lacrime con sguardo alto e perso nel vuoto, mille pensieri ed altrettante domande mi perseguitavano.
Bussarono alla porta, come ogni giorno era Markus, asciugai velocemente le lacrime e presi un fazzoletto, aprii la porta soffiandomi il naso, per giustificare i miei occhi rossi, con un'allergia al polline.
-Ehi Jenny come v-WOW! Stai uno schifo! Amico che è successo?!
-Ciao Markus, ehh mi sa che ieri al parco con Aljs ho respirato un bel po' di polline, l'allergia colpisce ancora!
Non potevo davvero inventarmi una scusa peggiore, e vi giuro su chi volete voi, lui ci ha creduto.
Il mio cervello ha assunto la forma di una mano, e mi ha fatto un facepalm dall'interno del mio cranio, almeno mi sentivo intelligente in sua compagnia.
-Allora oggi non scendi?
Riflettei per un attimo
-In fondo siamo in vacanza, divertiamoci!- pensai
-Ma sei pazzo? Ovvio che scendo!
Dissi.
Ero convinto che stare tra gli amici mi avrebbe tirato su di morale, ma quando cavolo mi sbagliavo.
Ovunque andavo sorridevo giocavo e scherzavo come sempre, ma dentro, ero letteralmente morto.
Andammo in piscina come ogni mattina, e quel giorno partecipammo anche al gioco aperitivo, che consisteva nel lanciare una moneta all'indietro, centrando un cestino.
Ovviamente, con le mie incredibili doti di cecchino, mancai di circa due metri il cesto, colpendo una signora...
E pensare che era così vicino a me quel cavolo di cestino, tutti avevano vinto a quel gioco TUTTI TUT-TI
Ma io sbagliai, mi fece bene però, per una mezz'oretta mi distrassi da Aljs.
Ma quel pensiero era un cavolo di chiodo fisso ormai, nulla potava farmi andare oltre.
Markus vide dei ragazzi che andavano verso il campo di calcio, allora li seguimmo, io guardavo la partita, mentre Markus, sfoggiando il suo fisico da balena spiaggiata, giocava.
All'improvviso mi arriva una notifica su whatsapp
"Messaggio da Aljs"
Apro immediatamente la chat e ci trovo scritto:
-Perché stamattina stavi piangendo?

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