Capitolo 6: Incomprensioni

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Letto quel messaggio rimasi titubante, come faceva lei a saperlo? Le nostre villette erano molto lontane, non poteva avermi visto, inoltre il nostro balcone affacciava sul parcheggio! Come aveva fatto? Da dove mi aveva visto? Non capivo.
-Come fai a saperlo?
Le scrissi
-Mi ha chiamata Clare, mi ha chiesto se fosse successo qualcosa ieri, perché stamattina ti ha visto piangere ha detto
Giusto! Tutto aveva senso ora, Clare abitava affianco a me dopotutto, era possibile che guardando dal vetro mi avesse visto.
-Ah... ok
Le risposi
-Non ignorare la domanda, perché stavi piangendo?
Esitai a rispondere, mi hanno sempre insegnato a mostrarmi forte davanti ad ogni evenienza, per questo non volevo che lei sapesse... ma dovevo essere sincero con lei.
-Beh... stavo piangendo stamattina, perché nel mio petto c'è un cuore, e non hai idea di quanto lui ti assomiglia...
Le dissi io con tutta la sincerità che avevo in petto.
-Lo sapevo, è colpa mia... dove sei?
Mi chiese lei
-Sono ai campetti, perché?
-Arrivo.
Dopo quel messaggio andò offline.
Non sapevo cosa fare, una parte di me voleva che lei venisse, che pronunciasse quelle parole in cui ti confessava che era stato solo uno scherzo di cattivo gusto, d'altronde, cos'altro poteva essere? Non sarebbe mai venuta da me se non per quello!
Ma l'altra parte di me sapeva benissimo che era tutto vero, e temeva che stesse venendo soltanto per pietà, per darmi il colpo di grazia.
Non sapevo se andarmene o restare, non feci in tempo a pensarci su che arrivò lei con Star e Frederick.
-Ehi!
Mi salutò lei
Si sedettero affianco a me e guardammo la partita per circa 20 minuti, quando ad un certo punto Aljs non mi guardò dicendomi
-Andiamo a farci un giro, parliamo un po' se ti va
Avevo già le idee chiare su quali argomenti intendeva discutere...
Allora ci alzammo, e girandomi verso dietro notai Star che ci guardava con faccia perversa, quasi a dire "Mi raccomando, non sono ancora pronta a diventare zia" ridendo sotto i baffi.
Non ci feci caso, anzi, lo trovai buffo vista la situazione.
Ci dirigemmo nuovamente verso il parco
-Conosci un bel posticino qui intorno?
Mi chiese lei
Ci riflettei un po' su e poi risposi
-Si, ora che ci penso si!
In quel parco ogni pomeriggio verso le 17.00 fino alle 18.00, gli animatori allestivano un miniclub per i bambini, e durante il resto della giornata era un posto molto intimo e tranquillo, perfetto per parlare di ciò che era accaduto la notte prima.
Entrammo e ci sedemmo sulla terza panca dall'alto, collegata ad un tavolino.
-Senti... va tutto bene?
Mi chiese lei
-Diciamo di si, sono contento che tu abbia deciso di parlarmi.
-Non era mia intenzione farti soffrire... sapevo che non avrei dovuto dirtelo... ho fatto solo un guaio, scusami
-Non dirlo neanche
Dissi io
-Dicendomelo hai fatto la cosa migliore, sei stata onesta, questo è l'importante. Se mi avessi dato palo e basta sarebbe stata una bella botta, ma se ti fossi messa con me, ci saresti solo stata male tu... non sarebbe stato un amore vero.
Allora lei mi rispose
-Hehe... grazie di aver capito, davvero
Ci fu silenzio per un po'.
Ad un certo punto lei mi disse
-Comunque quando baci, metticela la lingua, ieri aspettavo solo quello, siamo stati 3 ore, potevi approfittare hahaha
E mi fece un occhiolino. Rimasi sbigottito, era strano che una ragazza dicesse una cosa del genere dopotutto, capitemi hahahhaha.
Io ridacchiai
-Hahahaha, scusami, ma sai, non avendo mai baciato, non sapevo cosa fare
Lei mi guardò quasi come se volesse dire "Oh andiamo ciccio", mi ci si avvicinò, e mi baciò.
Il mio primo bacio vero, è stato con lei, non ho rimpianti a riguardo, anche se può suonare strano hahaha.
Non so quanto durò, ma mi sembrò un'eternità, un momento paragonabile ad un'ascesa in paradiso. La sentivo così vicina, era un sogno.
Quando ci staccammo rimasi stordito, non avevo idea di cosa diavolo fosse successo, ma mi andava bene.
Lei mi sorrise e mi disse
-Non male! Ma puoi ancora migliorare... ci lavoreremo su
A quel punto rimasi ancora più confuso, non capivo, continuavo a chiedermi "ma non era lesbica?". Cercavo di capire, ma era tutto vano, ancora oggi non ci capisco un accidente. Dopodiché se ne andò.
Quando la vidi andar via, provai una gioia assurda, iniziai ad esultare come un bambino davanti al giocattolo desiderato per un anno intero nel giorno di Natale.
Avevo ancora il suo sapore sulle labbra, avrei voluto non sparisse mai.
Andai a casa, avevo bisogno di somatizzare quanto accaduto, ero felice, confuso, stupito e soprattutto curioso di sapere cosa sarebbe successo dopo, di scoprire cosa intendeva con "ci lavoreremo su".
Ad un certo punto mi bussano alla porta, vado ad aprire, era Markus, tutto sudato che mi chiese
-Si può sapere che strana morte avete fatto tu e Aljs??
-Io ero qui, Aljs non è tornata al campetto?
Chiesi io
-E invece no, nessuno l'ha più vista.

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