Addio... per ora

5 1 0
                                    

Il giorno dopo non vidi Aljs per tutta la mattina, stessa cosa per il pomeriggio.
Non sapevo che fine avesse fatto, ma non mi preoccupai, passai una giornata bellissima con i miei cugini e con Markus.
Andammo in piscina come ogni mattina, facemmo il gioco aperitivo, andammo al parco, giocammo a palla avvelenata nella hall, fu veramente una bella giornata.
Non potevo sapere che quella giornata, sarebbe stato l'inizio di un periodo di crisi profondo e duraturo, la fine di tutto, e l'inizio di un tutto più grande.
La sera andammo a teatro a vedere lo spettacolo, dove gli animatori salutavano tutti quelli che se ne sarebbero andati il giorno dopo, noi compresi, c'erano anche Aljs e gli altri.
Mai come allora lei mi sembrò fredda e distaccata, per l'intera serata non mi guardò nemmeno e a stento mi rivolgeva la parola.
Sapevo che qualcosa non andava, poiché tutto andò avanti così anche quando andammo nel trenino da soli.
Provai a baciarla, lei non si scostò, mi lasciò fare, ma era come se stesse subendo una violenza, si congelava e non reagiva in alcun modo.
Non la baciai più, passammo l'intera sera quasi totalmente in silenzio, con io che cercavo ogni tanto di attaccare bottone parlando del più e del meno.
Ci furono dei piccoli dialoghi, nulla di più.
Andai a dormire a pezzi quella sera.
Cosa era successo? Non me lo spiegavo, ma era facile da immaginare, iniziai a darmi dello stupido perché avrei dovuto chiederle cosa ci fosse che non andava, ma ero stato troppo vigliacco per farlo.
La mattina seguente era il giorno della partenza, io ed Aljs a stento ci abbracciammo.
Quando lei se ne andò, velocemente sprofondai in un tetro baratro senza fine.
Ero distrutto, lei mi mancava, i sensi di colpa per la sera prima erano lancinanti.
Trovai una lieve consolazione nella musica, in una canzone in particolare che ad oggi simboleggia me e lei.
Tornato a casa piansi ogni lacrima che il mio corpo era in grado di produrre.
Occasionalmente ci sentivamo ancora io e lei, ma a poco a poco ogni conversazione si tramutava in un patetico "io che cercavo disperatamente di intraprendere una conversazione con lei", tanto dal finire col fare cose ridicole come farle gli auguri per Ferragosto.
Le nostre "conversazioni" finirono eventualmente.
Durante tutto l'anno vidi circa una ventina di ragazze, nel disperato tentativo di rimpiazzare Aljs, trovare una persona compatibile a me come si era dimostrata lei, ma ciò non accadde, ogni persona non mi piaceva, nessuno era interessante, nessuno era compatibile, nessuno era lei.
Presto o tardi mi arresi, non cercai più di buttarmi in relazioni ed uscite senza senso nel mero tentativo di dimenticare una persona che non mi avrebbe mai amato.
Un costante senso di vuoto, frustrazione e malinconia occupava continuamente i miei pensieri, e non c'era modo di farlo andare via.
Non c'era giorno in cui non mi mancasse, non c'era attimo in cui non volessi stringerla a me, non c'era notte in cui non le dedicavo almeno una lacrima.
Quell'anno sembró non passare mai.
Tornò Agosto ed i preparativi per tornare all'Alessidamo con lui.
Ero pronto per affrontare un'altra bellissima vacanza in quel posto che amo così tanto.
Andammo qualche settimana prima a fare visita ad alcuni nostri amici che abitavano nei pressi del villaggio, quindi spendemmo un pomeriggio proprio lì.
In quel momento andai a fare qualcosa che non credo avrei dovuto fare, ripercorsi tutto il tragitto fatto con Aljs la sera del nostro primo bacio.
Piansi, Dio quanto piansi, mi sentivo patetico, e lo ero davvero, proprio perché ad ogni tappa le mandavo una foto di quel posto, volevo dirle che l'amavo, che mi mancava, ma non lo feci.
La sua risposta a quelle foto fu ciò che mi sconvolse di più al mondo:
"Tanto fra poco ci vediamo, verremo anche quest'anno".

Just One WeekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora