28 Maggio 2015

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«Principessa, non vieni ad abbracciarmi?» sentii provenire dal piano terra e mi fiondai giù per le scale.

«Alex» esclamai correndo tra le sue braccia, quanto mi era mancata quella sensazione di affetto e calore. Quel profumo inconfondibile di lui.

«Carlo» mormorò stringedo la mano del mio patrigno con vigore.

«Sono contento di rivederti, ci vuole un'altra presenza maschile in questa casa. Mi sento in minoranza» scherzò lui.

«Tesoro» chiamò mia madre in cucina «Ti ricordi di quella cosa da comprare?».

«No cosa?» chiese lei apparendo nell'ingresso «Oh guarda chi c'è. Ben tornato» mormorò baciando Alex su una guancia per poi guardare Carlo.

«Oh adesso ricordo. Anna, noi...» con un occhiolino «Usciamo».

In qualche minuto la casa era tutta per noi.

«Sono stati gentili» esordì Alex annusando i miei capelli. Io, ancora tra le sue braccia, sbottai «Ti prego, lavati. Puzzi» portandomi una mano sul naso.

«Agli ordini» prima che scomparisse nel corridoio gli mollai una pacca sul sedere che lo fece scoppiare a ridere.

"Finalmente". Mi era mancata quella leggerezza che c'era sempre stata tra noi, quell'affinità che solo il tempo dona.

Mi fiondo nella mia camera cercando dell'intimo adatto all'occasione, pronta per recuperare un mese di lontananza.

Lo aspettai seduta sul letto con intimo rosso e una maglietta molto grande.

Alex uscì dal bagno con l'asciugamano legato intorno ai fianchi e i capelli biondi bagnati. Nonostante le cicatrici chiare potevo ancora godere della bellezza statuaria di quel corpo.

«Qualcosa mi dice che tu stessi aspettando me. Se me l'avessi detto avrei fatto più in fretta» sghignazzò passando un altro asciugamano sui capelli fino a renderli solo umidi «Questo abbigliamento» aggiunse fermandosi di scatto.

«Mi ricorda qualcosa» mormorò passandosi le dita nella barba sfatta.

«Vero» esclamai appena mi venne in mente «Quando è tornata mia madre, che figura» arrossii leggermente ripensando a quando mia madre ci aveva sorpresi mesi e mesi prima.

«Eppure è uno dei tuoi outfit che preferisco» replicò Alex con un ghigno malizioso stampato in faccia. «Outfit?» scoppiai a ridere.

«Sarei anche pronto a scommettere che sotto c'è intimo rosso» sussurrò avvicinandosi «È il mio compleanno per caso?» continuò facendomi ridere.

«Mi sei mancato» bisbigliai senza malizia.

«Anche tu» ribattè all'istante, avvicinandosi lentamente con un sorriso da mozzare il fiato. Lasciò cadere l'asciugamano e con un ghigno si buttò sul letto trascinandomi con sè.

Il contatto pelle contro pelle, gli sguardi e la naturalezza... ricreammo il rifugio che avevamo una nelle braccia dell'altro.

Mi soffermai qualche secondo ad osservare lo splendore che avevo davanti mordicchiandomi il labbro inferiore.

«Perchè mi guardi così?» chiese Alex con un sorriso imbarazzato affondando la testa nel cuscino. E dopo tutto ciò che ci aveva allontanato e riavvicinato eravamo ancora qui e io non smettevo di stupirmi di quanto fosse bello. La barba bionda sfatta che incorniciava perfettamente il viso squadrato, gli occhi blu come la parte più profonda dell'oceano, i capelli scompigliati e biondi come spighe di grano sulle lenzuola, il tatuaggio che si intravedeva attraverso le coperte ed il corpo slanciato, il tutto illuminato dalle candele sparse per la stanza.

Alex si stese a pancia in sù sospirando all'improvviso «C'è una cosa che non ti ho mai detto» confessò con aria preoccupata.

«Cosa?» domandai mettendomi a sedere e in ascolto. «Ho un fratello» mi lasciò di stucco, come aveva fatto fino ad allora a nascondere un fratello? Come aveva fatto a nascondermelo?

«Wow... ammetto di essere sorpresa. Perchè me lo stai dicendo?» chiesi perplessa. «Ha 5 anni più di me» fece un respiro profondo «Fino a qualche mese fa era in carcere» conclude. "Ora capisco".

«Perchè non me l'hai detto?» provavo sentimenti contrastanti, io gliel'avrei detto se fosse stato questo il mio segreto.

«Tu me lo diresti se tuo fratello fosse uno degli strangolatori della collina?» anche lui si mise a sedere di fronte a me. «Sì, l'avrei fatto» sbottai aggrottando la fronte «E tuo fratello sarebbe un serial killer di quella portata? Tanto da non potermelo dire?» chiesi indignata. Comparare il proprio fratello a due dei serial killer più famosi della storia americana era esagerato, almeno credevo.

«No, è una brava persona» sussurrò abbassando lo sguardo.

«In carcere» aggiunsi io stringendomi nelle spalle. «Non è come pensi, è stata colpa di mio padre» lo giustificò Alex.

«Non ti pare leggermente esagerato dare la responsabilità a tuo padre?! Posso capire la tua rabbia ma... » non sapevo più cosa dire.

«Se ti avessero sorpreso con la sua droga sarebbe esagerato?» domandò lasciandomi definitivamente senza parole. "Ha ragione".

Cercai di calmarmi mentalmente, dopo qualche secondo esordii con un'altra domanda «Perchè hai aspettato fino ad adesso per confessarmelo?». «Si sposa» mormorò allisciando le lenzuola «Non posso mancare e di certo non potevo chiederti di accompagnarmi senza che tu lo sapessi» si strinse nelle sue spalle.

Decisi di sdrammatizzare «Lo faccio solo perchè sono curiosa di vederti in smoking, spirito didattico» Alex scoppiò a ridere facendomi rilassare.

«Cosa farei senza di te» mormorò lui stringendomi tra le sue braccia ed entrambi tornammo nel nostro mondo dei sogni.


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