12 Agosto 2015

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Mi guardai allo specchio per la prima volta dopo giorni, mi accorsi improvvisamente di quanto fossero evidenti costole sotto la mia pallida pelle.

«Come sto?» chiese Alex uscendo dal bagno con ancora il papillon slacciato. Indossava una giacca elegante nera con una camicia azzurrina, uno spettacolo per i miei occhi.

«Elegante» mormorai con una smorfia.

Ancora dovevo decidere che vestito indossare, ma non mi sarei certo fatta sopraffare dalla fretta.

Optai infine per un vestito lungo rosa antico che mi desse un'aria sobria.

«Sei bellissima» Alex spalancò la bocca nel vedermi.

«Stupenda» commentò Carlo sistemando una ciocca di capelli che era scappata alla treccia.

Salii nella macchina di Alex per la prima volta dopo molto molto tempo. Sentii la sua mano appoggiarsi sul mio ginocchio e un piccolo brivido mi attraversò la schiena.

Come non ricordare il nostro primo viaggio in macchina dopo quel primo bacio dato con stupidità.

Non potei fare a meno di mordermi il labbro «Smettila, non vorrai farlo sanguinare» mi ammonì lui «Principessa, anche per me è un ricordo vivo» aggiunse con un sorriso beffardo.

«Quanto sono stata stupida» scoppiai a ridere nel pensare a quanto imbarazzo avevo provato quella volta.

«Cosa?» domandò lui alzando un sopracciglio.

«Sì, se avessi fatto la cosa più logica nulla sarebbe accaduto» mormorai con leggerezza. «Sì, ma per fortuna mi hai baciato» ghigna maliziosamente.

«No, sei stato tu. E caspita se ti detestavo» ridacchiai ancora.

«Come? Io non credevo fosse così» dichiarò serio stringendo le mani sul volante.

«Voglio dire... con te commettevo tante azioni stupide e ciò mi infastidiva. Inizialmente mi sentivo a disagio» cercai di spiegare. «Quindi sarebbe colpa mia?» chiese irrigidendosi.

«Non ho detto questo. Io...» smisi di parlare perchè Alex fermò l'auto, eravamo arrivati a destinazione.

Lui scese dalla macchina sbattendo lo sportello, dovevo aver detto qualcosa di cattivo anche se non ero esattamente sicura di cosa fosse. Scesi a mia volta sorridendo per mascherare la tristezza derivata dalla discussione appena avuta.

Alex avvolse un braccio intorno ai miei fianchi in modo energico, quasi doloroso, nel presentarmi al fratello.

«Sono Marco, piacere di conoscerti» salutò il ragazzone biondo davanti a me. Simile al fratello minore nei modi e nell'aspetto, sorrise gentilmente.

«Anna» strinsi la sua mano.

«Sei una delle poche che abbia domato il mio fratellino» sentenziò Marco sistemando il papillion leggermente obliquo di Alex.

«Come si chiamava l'altra ragazza?» si rivolse al fratello minore «Caterina? O mi sbaglio? Poche settimane fa mi ha chiesto perchè avessi rotto i rapporti con lei, in fondo sono passati tre mesi dall'ultima volta e poi sei sparito».

Per quanto non fossero esattamente affari miei mi dedicai a fare qualche conto. Ricalcolai per tre o quattro volte prima di rendermi conto veramente che si erano tenuti in contatto fino a ben dopo che io e Alex avevamo cominciato la nostra relazione.

Un brutto presentimento mi affollò la mente e non seppei se in un primo momento fosse meglio piangere o essere sopraffatta dalla nausea per lo stress. Ero abbastanza sicura che Alex avesse percepito il mio stato d'animo tanto da lasciare la presa sui miei fianchi.

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