Capitolo 5 - Il luogotenente Petrov

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Dopo una bella dormita, i quattro si svegliarono tardi.
Nathan: Buongiorno, non abbiamo tempo da perdere prepariamo le borse che ce ne andiamo."
Pedro:"E prima non facciamo colazione?"
Nathan:"E facciamo colazione..."
Pedro:"Stavo morendo di fame"
Giorgio:"Ci siamo appena alzati e hai gia fame, piuttosto come va la gamba?"
Pedro:"Tutto apposto"
Nathan:"Tu non dici niente Carlo?"
Carlo:"Sto ancora dormendo"
Alla fine Carlo si alzò dal letto dopo gli altri e si lavò la faccia.
Dopo un po andarono tutti in un bar uscendo dall'hotel, e si bevvero un caffe, altri un cappuccino, si erano fatte già le 10:00.
Giorgio:"Bene, incominciamo ad avviarci verso Tàbor, se facciamo in tempo forse arriviamo nell'area dove si trova il luogotenente ma è difficile arrivare per oggi, vediamo come va la situazione.
Usciti dal bar si diressero verso la macchina per arrivare a Tàbor.
Decisero di prendere le strade che passavano per le città, invece di passare per le campagne.
Si fanno le 18:00
Pedro:"Quando arriviamo?"
Giorgio:"Fra un po"
Carlo:"Ferma la macchina"
Giorgio:"Perchè?"
Carlo:"Tu fermala"
Giorgio:"Ok"
Fermata la macchina sono scesi tutti dall'auto, Carlo fece una passeggiata per sgranchirsi le gambe.
Si fermarono in una strada che era vicino alla città.
La terra era ricoperta di uno strato sottile di neve, con degli alberi con poche foglie.
Carlo si allontanò dagli altri mentre stavano parlando.
Sentiva delle persone che correvano e gente che urlava, erano i soldati dell'O.R.D.
Avevano ormai preso il controllo del sud Europa e adesso stavano avanzando verso il nord.
Carlo cercò di muoversi furtivamente verso la sua squadra e avvisargli.
Carlo:"Fate silenzio!, ci sono i soldati"
Nathan:"E dove sono?"
Carlo:"A 100 metri da qua verso gli alberi.
Che facciamo?"
Giorgio:"Ce ne andiamo, il più velocemente possibile"
Si rimisero dentro l'auto e Giorgio accellerò ma la macchina fece cosi tanto rumore da farsi sentire dai soldati che volevano fare la stessa cosa successa ad Avendia.
Spararono la macchina e la presero due volte nel serbatoio e stava perdendo benzina.
Giorgio:"E adesso siamo nei casini, speriamo vada avanti per un po".
Alla fine riuscirono a sfuggire dalla zona dove si trovavano i soldati arrivando a 2-3 km da Tàbor.
Ma è proprio li dove si trovavano gli accampamenti dove si trovava il luogotenente.
Arrivarono alle 22:00 circa e decisero di aspettare un po per agire nella notte fonda per non farsi notare facilmente.
Era quasi impossibile non farsi vedere visto che era un campo aperto con degli alberi intorno e c'erano circa 30 soldati con grandi riflettori.
Giorgio:"il piano è questo:
Visto che i riflettori sono spenti e verranno accesi solo quando si accorgeranno della nostra presenza, noi possiamo agire nel buio.
Useremo i coltelli all'inizio solo io e Carlo visto che c'è lo abbiamo solo noi per uccidere le guardie nel silenzio poi voi 2 quando sarete nascosti sopra gli alberi un po lontani sparerete quando saranno accesi i riflettori.
Io e Carlo invece corriamo verso il tendone del luogotenente al centro con le armi in mano sparando chi ci ostacola.
Una volta entrati voi finite l'opera lanciando le granate che ha Nat, ecco tenete i giubbotti antiproiettile visto che serviranno".
Pedro:"Non ci resta che aspettare"
Arrivò mezzanotte e loro seguirono il piano stablilito.
Carlo e Giorgio arrivarono inchinati verso le guardie velocemente senza far rumore e Giorgio lo accoltellò.
Carlo invece ando di corsa verso l'altro prendendolo da dietro e gli tagliò la gola.
Mancavano altre 3 guardie e c'erano altri 28 soldati che dormivano sui loro sacchi a pelo.
Carlo continuò a correre verso le altre guardie, ma fece un errore, le altre guardie erano insieme, in 2, l'altra era sola.
Carlo girò il collo di una ma l'altra guardia se n'era accorta e urlò:"INTRUSO! INTRUSO!"
Suonò l'allarme e i riflettori si accesero
Nathan:"Non doveva andare cosi! Pedro lancia la granata!"
Pedro lanciò la granata insieme a Nathan, alcune tende bruciarono e altri soldati morirono.
Altri scapparono, altri ancora spararono senza un motivo.
Giorgio entrò nel tendone del luogotenente e disse:"Noi 2 dobbiamo parlare"
Il luogotenente controbattè dicendo:"Tu non dirai proprio" niente sparandolo nell'addome.
Giorgio cadde per terra, il luogotenente Petrov si avvicinò e Giorgio con uno scatto gli sparò la coscia, si alzò e diede un calcio alla mano togliendoli la pistola, con il suo mitra in mano disse :" Ora dovrai rispondere a un paio di domande se non vuoi morire.
Nel mentre Carlo, Pedro e Nathan erano occupati nel combattimento che ovviamente stavano vincendo grazie allo scompiglio generato dalle granate lanciate.
Alla fine i pochi soldati rimasti scapparono per non far la fine dei loro compagni.
Carlo e Pedro entrarono nella tenda, legarono Petrov nella sedia e chiese Carlo urlando:" Dove si trova il vostro quartier generale?!"
Petrov:"A Minsk! Nella capitale della Bielorussia!"
Carlo tirò fuori una foto del suo fratello dalla tasca :"Dove si trova questa persona l'hai mai visto?"
Petrov:"Non l'ho mai visto"
Subito partì un pugno di Carlo nel viso del luogotenente.
Carlo:"DOVE SI TROVA?"
Petrov:"Non l'ho mai visto!"
Giorgio:"avete armi nascoste qui?"
Petrov:"solo un paio sono li vicino alla cassa verde, lasciatemi andare"
Giorgio disse :"Ok abbiamo finito"
Petrov venne sparato in testa.
Pedro non aprì bocca.
Giorgio:"Andiamo"
Presero i sacchi a pelo le nuovi armi e un furgone abbandonato per dirigersi piu vicino a Tàbor e dormirono.

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