Tre.

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"Sveglia Adeline!"

Non lo avevo mai sentito così agitato. Mi alzai contro voglia e avevo tutto il diritto dato che erano le 4.30 del mattino. Infilai una tuta, o un pigiama. Non lo so ero troppo stanca. Presi la valigia e mi avviai in macchina.

Arrivammo all'aeroporto poco dopo. Era strano e incredibilmente magico come quella struttura mi lasciasse ogni volta senza fiato.
Nonostante abbia viaggiato molto in vita mia, per via della sfrenata passione di mia madre per le culture straniere. Specialmente quella italiana. Mi ha portata lì una decina di volta se non erro.

Questo posto alla fine in qualche modo mi legava a lei. Sorrisi per il calore improvviso che mi riscaldò il cuore. Sorrisi anche perché fui sollevata di arrivare al gate per aspettare l'aereo.

Poco dopo una voce stridula annunciò nelle diverse lingue che dovevamo imbarcarci.

Le ore passarono velocemente e presto mi ritrovai ad osservare le lunghe strade di Los Angeles dal finestrino di un taxi.

L'autista ci lasciò davanti una casa non molto grande vicina al mare.
Era moderna ma allo stesso tempo accogliente. La luce entrava prepotente dalle numerose vetrate che davano all'esterno.

Wow...non potevo credere ai miei occhi. Una vetrata nel salone portava direttamente ad una veranda con vista mare. Disposte rivolte verso la distesa azzurra c'erano due poltrone ricoperte da un tessuto bianco. Passai delicatamente la mano sul soffice cuscino di una di esse. Era incredibile. La veranda era collegata alla spiaggia con degli scalini in legno, solo tre passi e avrei potuto toccare la sabbia di una delle più belle spiagge che io avessi mai visto.

Papà mi raggiunse subito dopo aver lasciato le valige nelle rispettive camere da letto.

"Bello vero?"
Riuscii soltanto ad annuire, persa già con lo sguardo in quella distesa d'acqua cristallina.

"Sapevo ti sarebbe piaciuto...insomma tu ami queste cose!" Risi vedendolo gesticolare nervosamente indicando quello che ci circondava.
Aveva proprio ragione.
'Queste cose' mi mandano proprio fuori di testa.

Andai a vedere la mia nuova stanza. Non eccessivamente grande, perfetta. Una scrivania e una libreria piena di libri erano vicini ad un letto matrimoniale ricoperto da soffici lenzuola lilla.

Era un sogno? Cominciai a pensare che in fondo mi sarei potuta trovare bene.

E se papà avesse voluto farmi una sorpresa con questa casa? In fondo Sin da quando ero piccola tormentavo i miei dicendo che un giorno sarei andata a vivere su una villa in riva al mare con il mio principe azzurro.

Che stupida che sei Adeline!
L'ho trattato di merda e non ho pensato che lo volesse fare per il mio bene.
Dopo la morte della mamma mi sono legata in modo forse ossessivo alla mia vecchia casa, ma non rimpiango niente.

Papà entra nella mia stanza con un sorrisetto soddisfatto. Senza dire niente mi lanciai al suo collo continuando a dire "grazie papà grazie davvero, scusa, grazie".
"Di niente piccola mia, riposati ora che domani c'è il tuo primo giorno di scuola!"

Giusto, la scuola.
Calma. Qui nessuno mi conosce, posso rifarmi una vita, magari senza pregiudizi. Mh, chiedo troppo!

Crollai stanca dalle ore di viaggio ancora vestita sopra il lenzuolo.

Troppo poco tempo dopo suonò la sveglia. In realtà avevo dormito molto, anzi quasi tutto il pomeriggio e la notte, ma ero stanca e io sono una tipa che dorme molto.

Unreal ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora