Cinque.

38 5 0
                                    

La sveglia non mi ha mai dato così tanto fastidio come questa mattina, persino una volta spenta, l'allarme continuava a risuonarmi in testa. Erano le sette e dovevo svegliare Sophy altrimenti saremmo arrivate tardi a scuola.

Avevo dormito solo 5 ore, la testa mi scoppiava e non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Non persi tempo nemmeno a truccarmi, mi dispiace per chiunque avrebbe dovuto vedermi ridotta in quel modo.

"Ehi rallenta Flash, ti ricordo che ho le scarpe di ieri sera!"

"Ti avevo detto di mettere le mie."

"Oh beh, il mio piede ci avrebbe navigato lì dentro!" mi disse con un espressione tra l'incazzata e il disperata.

"Esagerata, ora non lamentarti e cammina."

Per me era un privilegio poter raggiungere la scuola a piedi in soli dieci minuti, ma quella mattina avrei pagato oro per un passaggio in macchina, mi sarei accontentata anche di una bicicletta, o un triciclo. Avrei potuto rotolare. Si poteva andare.

Mentre camminavamo, o meglio avanzavamo a fatica, verso la scuola, ripensavo a tutte le mie conversazioni con Sophy. Insomma da quanto ci conoscevamo? Uno, due giorni? Eppure c'era qualcosa di strano in lei, mi sembrava di conoscerla da una vita. Mi sono subito trovata a mio agio e poi è la prima ragazza dell'istituto ad avermi rivolto parola. Se non fosse per lei ora sarei, forse meno dolorante, ma sicuramente più vuota.

"Ehi Adeline, siamo arrivate. Mi dispiace svegliarti dal mondo dei sogni, vorrei tanto raggiungerti ma Filosofia ci aspetta."

Ecco appunto, come dicevo, fortuna lei. Le sorrisi e la seguii per i corridoi già pieni di ragazzi. Alcuni ridevano, altri dormivano in piedi, altri già erano avvinghiati tra di loro. Okay per chiarire, non sono cinica, apatica o che altro, ma non mi andava proprio di guardarli, così mi girai di scatto. Non vidi niente, solo tutti i miei libri per terra. Cosa era successo? Mi guardai intorno per cercare di capire. Qualcuno mi era venuto addosso a posta? Scossi la testa, che cafoni. E dove era finita Sophy? Troppe domande. Mi chinai per raccogliere le mie cose.

"Cos'è una nuova moda lanciare i libri per terra?"
Quella voce, non poteva essere. Alzai lo sguardo. Rimasi immobile di fronte alle sue iridi verdi. Non sapevo cosa rispondergli. Era stato lui a venirmi addosso? No, me ne sarei accorta.

"Ehm, io.." continuava a guardarmi con uno strano ghigno in volto. "qualcuno mi è venuto addosso e..." Perché stavo balbettando, cosa mi succedeva? "E..sono caduti."

Amo il mio cervello e il modo in cui smette di funzionare nei momenti meno opportuni.

Si, lo AMO proprio.

Continuava a fissarmi, forse gli facevo pena. Non gli avrei dato tutti i torti. Ero immobile, le guance mi andavano a fuoco e l'imbarazzo si era completamente impossessato di me. Abbassai velocemente la testa e raccolsi tutti i libri.

Mi precedette però, e raccolse il libro di filosofia. Tesi la mano aspettando che me lo restituisse.

"Filosofia, mh. Ti piace giudicare i filosofi ancora prima di leggere la loro vita immagino." rigirava il libro tra le mani e lo guardava pensieroso. Ovviamente era ironico e si riferiva alla sera precedente. Rimasi a bocca aperta, senza sapere cosa dire. Volevo muovermi e strappargli il libro dalle mani, ma ero come incollata al pavimento. Non sarei mai riuscita a rimediare alla figuraccia che avevo fatto a quella festa. Ma io non ero quella persona e odiavo dare impressioni sbagliate. Dopo avermi fissata per cinque secondi buoni mi lasciò finalmente il libro.

Lo presi e solo quando allungai la mano mi accorsi di star tremando. Dovevo dire qualcosa, dovevo uscire da quella situazione imbarazzante in qualche modo.

Unreal ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora