CAPITOLO II

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Vicino a me è seduta una ragazza con i capelli bianchi e unghie sporche che continuava a rosicchiare per la paura di morire. Io invece sto nascondendo le mie ansie per Mamma, continuo a pensare perchè non vuole venire con me? Non sarò il figlio modello dell'anno ma credevo che mi volesse bene. Il treno inizia a muoversi e io sbando da una parte all'altra nella capsula. Stavo andando a 400 km orari e non me accorgo neanche, dopo un paio d'ore mi inizio a chiedere dove ci stanno portando e naturalmente mi risponde una televisione comparsa dal pavimento. Si accende con un simbolo nero sopra uno sfondo rosso sangue, una voce inizia a parlare < L'America è caduta, tutto è svanito, rimangono solo poche terre emerse nel centro del nord America, che hanno fatto un'alleanza chiamatosi Panem!> si alza un profondo brusio nel treno. La televisione continua con un'immagine di una cartina delle poche terre rimaste suddivise come Panem vuole < Panem sarà suddivisa in 13 distretti che lavoreranno per la ripresa del mostro paese> continua < questo treno sarà direzionato verso Distretto 13 (Boston)> la televisione si richiuse e noi tutti rimaniamo a bocca aperta. Il treno continua camminare per altri dieci minuti. Ci fanno scendere e ci fanno vedere un Cartello con su scritto " Cari cittadini di Panem il vostro sarà un lavoro per restituire all'America le Centrali Nucleari: ogni cittadino dai sedici ai sessantaquattro anni dovrà lavorare in centrale per l'America". I treni se ne vanno lasciandoci qui da soli davanti ad una città fantasma senza viveri ne denaro. Potete chiamarlo come vi pare ma questo io lo considero sfruttamento. Mi dirigo verso la periferia per prendere posto in una casetta di legno con un letto a castello un tavolino e un angolo cottura, mi infilo nelle coperte di canapa e mi addormento. Sogno mia madre su una sedia che piange per la mia assenza e poi essere avvolta dall'acqua fino alla funta dei capelli. Mi sveglio di botto, sono sudato, bevo un bicchiere d'acqua, mi rimetto a letto, ma non riesco a prendere sonno. Sento una dolce melodia di Ghiandaie, uccelli meravigliosi che cantano melodie bellissime, e il sole che mi accarezza la faccia. Mi alzo dal letto, i miei piedi richiedono le pantofole ma io posso dare loro solo le calze di precauzione. Il mio stomaco borbotta, non mangio niente da ieri mattina e sono troppo piccolo per andare il Centrale, così non so che fare, ho una fame tremenda e ho freddo, è meglio essere affogati. Inizio a cercare qualcosa da fare in casa, trovo un tubicino di rame e un pugnale molto strano, ha la lama di cristallo e il manico di pelle nera. Non so perchè ma mi sta rivenendo in mente che una volta avevo sentito che dei frutti chiamati "Morsi della notte" sono velenosissimi e se bruciati possono diventare nebbia bianca mortale. Ma non mi ricordo altro. Spero che un giorno potrò uscire da questo posto lurido.





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