CAPITOLO VI

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Bussano alla porta, io sono ancora in maglietta e biancheria intima. «Chi è?» Chiedo io con aria ansimante e con lo spazzolini tra i capelli. «Sono io, Clark» Risponde, per fortuna, senno dovevo fare ancora più veloce di quello che stavo facendo.« Entra!, perché sei qui?» Chiedo io saltellando su un piede perché ho solo una scarpa. « Tieni ! ci sono riuscito, l'ho fatto» mi dice con fierezza. « Non, può essere, Davvero?» chiedo « Certo ! Tieni, apri la scatola, dentro c'è il pugnale e una ricarica da bruciare » Mi da una valigetta nera « Oh, Grazie Clark». Ma cosa sto facendo, non posso farmi amici o tanto meno nemici, immaginatevi un Presidente odiato da tutti. Sono Pronto. Mancano dieci minuti alle undici e ci vuole un'ora per arrivare agli studi. Scendo le scale fino all'ingresso del Centro di Addestramento dove mi aspettava un auto che oramai se ne è andata con le altre. Con le mani tra i capelli mi siedo sul bordo del marciapiede, alzo la testa dall'asfalto e che vedo, una macchina rossa fiammeggiante ultra sonica, con lo sportello aperto e le chiavi inserite. Oggi è la mia giornata fortunata, penso, aspetto che una macchina passi davanti a me e... con un balzo sono nella macchina, chiudo gli sportelli a chiave e a tutto gas, vado a quattrocento chilometri orari e non me ne accorgo. Con questa auto posso arrivare la in un quarto d'ora !

Messa in moto la macchina può anche andare con il pilota automatico,che , naturalmente imposto. Uno schermo mi chiede di poggiare il pollice sopra di esso ma visto che di sicuro vuole la mia impronta e metterla in rete per poi così essere rintracciato, mi fermo tolgo le chiavi che metto sopra una placca di plastica (per prenderne le impronte) la rimetto dentro e lo schermo riappare. Appoggio la placca sopra la parte indicata e spero vada bene.« Richiesta di sicurezza è stata soddisfatta, arrivederci e buon viaggio ,da Brum ,motori e valori» Faccio un sospiro di sollievo, sono riuscito a superare anche questo!

L'auto di ferma proprio davanti ad un cancello laser, un facchino mi chiede se può spostare la macchina, io accetto ma gli dico di restituirla al proprietario e di chiudere un occhio su questo fatto. Citofono. Una donna mi apre e chiede il mio nome.«Coriolanus Snow» rispondo, il cancello si apre, io entro. Una donna mi conduce dentro una stanza, sono le undici e venti, lo spettacolo inizia tra dieci minuti. Dentro la stanza c'erano tutti i concorrenti, dopo dieci minuti dalla stanza si sentono urla e grida, un microfonista che sta in una cabina avanti a noi ci dice quando dobbiamo entrare in scena.

Io sarò l'ultimo tra tutti. Dopo un'ora circa mi chiama il microfonista, io mi preparo nelle quinte mentre una signora con una spazzola mi spolvera i vestiti. Quando Flickerman urla «Ed ecco a voi, solo dal distretto 13, Coriolanus Snow» io entro. Davanti a me ci sono circa un paio di centinaia di persone che acclamano me. « Da che città Provieni caro? » mi chiede Flickerman « em... Washington » rispondo « Hai una famiglia al distretto 13 per cui rischieresti la vita? » chiede « No, mia madre è annegata con la città, io sono solo e secondo me sarei un onesto presidente » dico triste al pubblico, cerco di guadagnarmi civili dalla mia parte, almeno fino a quando non ucciderò i tre concorrenti rimasti (spero, se non vengo ucciso prima). « Bene, mi dispiace Snow, ma la vita va avanti, ora tu sai che le tre gare uno contro uno avranno inizio insieme, e bene il mio direttore mi ha detto di darti questo» prende dall'interno della tasca una specie di triangolo bucato al centro, che si accende.« Spero che tu sappia come si usa uno schermo touch screen, be questo è uguale solo con gli ologrammi e visto che in questo periodo sono tutti con la mente al natale, ti voglio chiedere, potresti lasciarci un'oggetto a te caro e appenderlo all'albero?» Mi chiede. « Oh, si certo, e grazie di tutto, il "tablet"mi sarà utile per capire chi sarà ancora in vita» Mi alzo dal pouf e appendo all'albero il pugnale normale ( senza veleno, quello di cristallo, L'altro è nella valigetta). Appendo e faccio una piroetta. La mia giacca esplode e l'albero viene ricoperto di neve. La folla impazzisce, il conduttore si alza in piedi per chiedermi altre cose, ma io già mi sono stancato delle persone che assillano, così appena si avvicina io corro via dietro le quinte, nessuno mi ferma. Torno al Centro di addestramento da solo a piedi, giusto per fare una passegiatina.





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