Benvenuta

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Pow's Kagy

Il tempo non è dei migliori e la casa di per se è dannatamente inquietate. Starei volentieri in macchina se l'autista non mi intimasse continuamente di scendere. Il parroco della Chiesa da cui provengo mi ha mandata qui come missionaria ecclesiastica, prima di andarmene mi ha detto di rimanere sempre lucida e di ricordarmi sempre chi sono e cosa sto facendo, e ciò mi ha spaventata molto. Prendo la valigia e di malavoglia scendo, la pioggia fredda comincia a rigarmi il viso e sento l'auto partire e sgommare via. Io so chi sono, anzi per meglio dire, so chi non sono. Non sono una figlia voluta, i miei mi hanno abbandonata in fasce davanti al portone della chiesa delle mia città, è lì che conobbi il parroco, mi dissero che il suo viso paffuto e severo fu la prima cosa che vidi e difatti è la prima cosa che ricordo se penso alla mia infanzia. Il parroco non è mai stato buono con me come lo era con le altre ragazze, anzi diciamo che io sono sempre stata la schiava di tutti, perciò quando mi disse che sarei andata ad abitare da un'altra parte ero ben contenta di andare, adesso vorrei tornare indietro. I pensieri mi avevano fatto fermare in mezzo al vialetto e la pioggia si era posizionata oltre che su viso e capelli su tutto il corpo inzuppando i vestiti, aumentai il passo e arrivata davanti la porta bussai lentamente ma con violenza. Nessuno rispose. Aspettai un paio di minuti e riprovai a bussare ma prima che il mio pugno di posasse sul legno del grosso portone esso si aprì scricchiolando, con mia sorpresa non c'era nessun vecchio maggiordomo ad attendermi dall'altro lato bensì il vuoto totale.

-''Scusate...Posso...?'''

Sentì il viso sbiancare mentre le mie scarpe zuppe si posavano all'interno di quell'enorme villa. I padroni di casa sembravano non esserci e la casa all'interno era al buio. Fuori la tempesta si fece ancora più forte ed un lampo illuminò per un secondo la stanza facendomi spaventare. Improvvisamente le luci si accesero e mi trovai davanti ad un ragazzo tanto elegante quanto bello, il viso dai lineamenti scolpiti e severi era candido in contrasto agli occhi brillanti color magenta con moltissime sfumature rosse. Sul suo naso poggiavano un paio di occhiali dalla montatura rettangolare, neri e fini, che davano un'aria ancora più severa alla sua espressione impassibile. Il ragazzo mi porse una mano guantata e io di tutta risposta posai la mia mano sulla sua facendo un leggero inchino.

-''Mi scuso per essere entrata senza essere stata accolta''

-''Non si preoccupi signorina, cosa ci fa qui?''

Il suo tono di voce era così come lo avevo immaginato, piatto e inespressivo come ogni cosa che lo riguardava. Ciò che indossava sembrava un uniforme scolastica, un pantalone nero abbinato alla giacca, sotto di essa sembrava aver messo un gilet bordeaux con sotto una camicia nera ed una cravatta dello stesso colore del gilet. Mi alzai dal mio inchino e tolsi la mano dalla sua, guardai di nuovo il suo viso e notai una nota di stupore nei suoi occhi.

-''Mi chiamo Takuya Kagy, mi manda la Chiesa, pensavo fosse stato lei a richiedermi, il mio parroco mi ha detto che avete bisogno di me.''

-''Ah si ne sono stato informato, prego prenda la sua valigia e mi segua.''

Annuii e seguii il ragazzo che mi aveva accolto con la classe che credevo fosse sconosciuta ai ragazzi della sua età. Un movimento attirò la mia attenzione facendomi voltare. Una folata di vento sembrò circondarmi e quando mi rigirai per poter seguire il ragazzo dai capelli scuri mi trovai davanti ad un paio di occhi verdi.

Pow's Ayato 

-''Chichinashi, s-sei tornata''

Yui mi guardava scioccata, anche io potevo ritenermi sorpreso, l'avevo vista morire tra le mia braccia ed io stesso avevo seppellito il suo corpo accanto a quello di mia madre. E adesso lei si trovava davanti ai miei occhi, aveva solo piccole differenze, le sue gote sembravano un pò più rosee e le erano allungati capelli, e forse il soprannome che le avevo sempre affibbiato non andava più bene, adesso il suo petto era sodo e abbondante, sembrava più donna anche nello sguardo e non capivo perchè si tratteneva dall'abbracciarmi, negli ultimi tempi lo faceva spesso e adesso non capivo come dopo vent'anni la voglia di saltarmi addosso non la assalisse. La guardai ancora un secondo prima di voltarmi verso Reiji, lui la stava accompagnando chissà dove senza nemmeno dirmi che fosse tornata, eppure lui sa che lei mi appartiene, ad ogni modo avrei fatto i conti con lui in un secondo momento adesso avevo voglia di lei, era da tempo che non assaporavo il suo sangue e il suo profumo. Ma Yui non sembrava impaziente quanto me, anzi guardava Reiji con aria interrogativa, e la cosa mi innervosì molto, presi il viso di Yui tra le dite la feci girare velocemente verso di me, lei mi guardava ancora con quello sguardo sorpreso e spaventato, come se non mi avesse mai visto prima e non avesse mai provato nulla per me. 

Di nuovo insieme || Diabolik LoversDove le storie prendono vita. Scoprilo ora