3. The Visit

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The Visit.

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La settimana è stata una completa e straziante agonia. I miei genitori, ovviamente, sapendo della mia evasione segreta, mi hanno dato maggiori divieti. Adesso sono costantemente controllata ed hanno posizionato delle microspie un po' ovunque.

Odio tutto questo.

D'altronde non mi sono affatto divertita quella serata. Tutti troppo ubriachi e presi da mille distrazioni. Ashley si è comportata da bimbetta immatura ed i suoi amichetti non sono stati mica dei santarellini. Per non parlare di quel certo Edward che mi ha attaccata in quel modo, da vero stronzo. Lo penso, a volte. Rifletto su come possa essere stato cattivo nei miei confronti e mi chiedo il motivo di tutto questo.

Magari un giorno capirò.

Sono le due e non ho alcuna intenzione di dormire, nonostante sono a pezzi. Mi sono chiusa a chiave nella mia stanza ed ora sto fissando il soffitto reso scuro dalle tenebre che hanno invaso la stanza. Sbuffo, accendendo la luce e nascondendo il mio viso stanco tra le mani. Ho fame.

Avverto un mugolio del mio stomaco e decido di alzarmi. Infilo i piedi nudi all'interno delle pantofole calde ed indosso la vestaglia rossa posta sopra la poltrona a fianco al mio letto. Sono un po' assonnata, lo ammetto, mentre tento di camminare. Inciampo su me stessa e ringhio quasi, nervosa.

"Questa vita mi distrugge." Scatto, raggiungendo la porta. Giro la chiave all'interno della sua serratura e la apro. La luce regna ancora per i corridoi e questo mi stupisce dato che, solitamente, i miei genitori fanno impostare luci più soffuse per questo orario. Meglio così.

Mi trascino appena essendo sin troppo stanca, arrivando di fronte alle scale dato che l'ascensore è occupato. La porta dello stanzino delle scarpe di mia madre è aperta; cosa che generalmente non avviene mai. Mi avvicino con gli occhi mezzi chiusi per chiuderla. Poi, vengo sorpresa da un rumore. Proviene proprio da lì dentro. Posso paragonarlo alla caduta di un oggetto, o più precisamente, di un vaso ed all'inizio penso subito che sia stato il gatto. Scarto l'idea, però, quando sento un "merda" sussurrato. Mordo il labbro inferiore ed indietreggio senza fare alcun tipo di gridolino per lo spavento.

Dalla porta esce una figura scura, interamente vestita di nero. È alto ed il suo sguardo atterra su di me. I suoi occhi sono come dei laser che perforano ogni millimetro della mia pelle, del mio corpo coperto dalla vestaglia. Lui si che sembra un demone, uno di quelli da cui ti aspetteresti soltanto del male. Ha solo gli occhi scoperti e continua a fissarmi per altri secondi in una posizione rigida. I battiti cardiaci aumentano e sento il cuore in gola mentre continuo con i miei passi indietro. Sono letteralmente terrorizzata da questo incontro ravvicinato.

"C-chi sei?" Tremo ed i miei occhi escono fuori dalle orbite, a momenti.

Non risponde.

La luce sparisce.

Tutto diviene nero.

Emetto un debole gridolino non avendo nemmeno la forza di chiamare aiuto e muovo le braccia per il buio pesto. Cammino alla cieca, arrivando finalmente contro al muro ed inizio a cercare disperatamente l'interruttore. Dopo vari minuti, lo trovo e clicco sopra di esso per accendere almeno un solo lampadario. La luce torna ed ho mille domande: chi ha spento le luci se lui era immobile di fronte a me? Chi è lui? Cosa vuole qui?

Corro verso la camera di mio fratello, disperata. Devo raccontargli tutto. Potrebbe essere davvero vitale per noi. Magari quello è un infiltrato mandato dal Re Malik, non posso tacere. Giungo davanti alla porta e delle voci inondano il mio udito dall'interno della sua stanza. Non riesco a sentire bene ciò che dicono e così busso. Tutto d'un tratto non si ode più nulla e la porta viene aperta da Luke.

Kingdom come. |z.m.| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora