4. Friend

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Friend.

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Sono passati quattro giorni dall'incontro ravvicinato con l'uomo oscuro. Sono stata colma di ansia: la notte adesso non mi affascina ma mi riempie soltanto di paure infinite. Tremo al solo pensiero di dover restare da sola al buio. Ho dormito poco e quasi sempre in camera da Luke. Egli mi ha promesso di parlarne con mia madre e mio padre, ma molto probabilmente ha già dimenticato. Credo che se non lo farà lui, avviserò io loro dell'accaduto.

"Scarlett? Ci sei?" La voce di Ashley mi fa balzare in aria. Deglutisco ed annuisco lievemente, tornando a guardarla fingendo di essere interessata. "Poi Calum ha baciato Selly davanti a tutti mentre Harry se ne è andato via con i suoi amici." Spiega tutta elettrizzata ed appena distoglie via lo sguardo, alzo gli occhi al cielo. "Niall, mio fratello, aveva fatto colpo con varie ragazze ma era fin troppo ubriaco per scegliere una bella contessa o roba simile." Ridacchia. "E tu?"

Fermo la nostra camminata. Non facciamo altro che circumnavigare il palazzo da più di un'ora, parlando del più e del meno. Peccato che adesso sta tastando l'argomento "festa" e non fa altro che raccontarmi di nuovi fidanzamenti e così via. La punto negli occhi, pensando ad una risposta secca ma non trovo nulla di stronzo da dire sul suo comportamento irritante di quella sera.

Quindi, schiudo le labbra prima di raccontarle la triste verità.

"Io me ne sono andata prima della fine." Dico semplicemente e scrollo le spalle. Riprendo ad andare avanti non badando troppo alla confessione, lei afferra il mio braccio.

"E cosa hai fatto prima?" Sorride maliziosa e sbuffo.

"Nulla."

Alza un sopracciglio. "Dimmi la verità, cara."

"Mai stata così sincera."

"Ashton?" Domanda ed arrossico pesantemente. Mi sento avvampare e nascondo il viso totalmente rosso con una mano. "Oh, ti piace ancora." Commenta e cerca di non ridere.

"Non mi piace." Mento e prima che lei possa dire la qualsiasi, continuo la mia frase. "E comunque, non c'era nemmeno."

"Sareste carini insieme."

"No." Replico.

"Invece si." Sorride, camminando verso una panchina immersa nel verde. Sospiro e la seguo. Resto in piedi a fianco a lei e mi guardo intorno. Faccio vagare a lungo la mia mente fino a quando capisco che forse è meglio approfittare di questo momento per farle qualche domanda. "Conosci un certo 'Edward'?" Tronco il silenzio un po' imbarazzante e mi dedica una veloce occhiata confusa.

"Ehm, no." Ammette e sembra sincera. "Perché?"

"Era presente nella tua festa." Spiego il motivo della domanda posta da me stessa.

"Io non ho mai avuto a che fare con nessun Edward, o meglio, si ne conosco uno." Guarda in mia direzione e sgrano gli occhi. Sicuramente è lui. Passo la lingua tra le labbra prima di iniziare a fare domande senza controllo. Rifletto su cosa chiedere e decido di affidarmi alle solite e scontate domandine.

"Chi sarebbe?" Scatto.

"È un ragazzo dai capelli rossi, single e passa la vita scrivendo canzoni d'amore senza freno. Si dice che sia innamorato della stessa ragazza ormai da sedici anni ma lei si è già sposata con un ricco banchiere. È un cantante poco famoso che si esibisce all'interno di piccoli bar con la sua chitarra. Siamo buoni amici ma non così intimi da raccontarci a vicenda avvenimenti della vita quotidiana.. lo adoro." Alla sua descrizione capisco che non si tratta della stessa persona e prendo un profondo respiro. Comunque, se è vero ciò che si dice, ha un'esistenza davvero triste e malinconica. Non oso immaginare il suo cuore distrutto da una ferita profonda ed irreparabile. Dev'essere brutto amare qualcuno che non lo farà mai.

Kingdom come. |z.m.| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora