9. Hate

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Hate.

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23 Luglio, 2360.

Carissima Scarlett,
La prego di scusare il comportamento poco idoneo di mio Nipote, Zayn. È un bambino cattivo non cresciuto. Le chiedo le mie più sincere scuse per la maleducazione delle giovinette. Questa non è solo una lettera di scuse, per fortuna: ma la invito anche per il ventisette al Gran Ballo. Spero che possa venire per mostrare il suo bel viso giovane.

Distinti Saluti,
Charlotte Marie Williams.

Leggo la lettera per la cinquantesima volta prima di uscire dalla mia camera. La nascondo all'interno delle tasche della felpa bianca mentre rifletto a lungo su tutto ciò che sta accadendo. Le voci nella stanza di mio fratello, gli uomini misteriosi che si aggirano per il castello, il mio incubo, l'atteggiamento strano di mio fratello, la lettera nello studio, lui, lui e Lui. Scuoto la testa ed inizio a contare, non avendo nulla da fare. Conto i miei passi. Non che sia la cosa più divertente per passare del tempo ma a me va bene. L'importante è che faccio qualcosa.

"Sessantasei, sessantasette, sessantotto, sessantanove, settanta-" Mi fermo appena vedo l'imponente Zayn. Indossa un cappotto marrone, molto pesante. Le mani sono nascoste all'interno delle tasche dei suoi pantaloni scuri. Le sopracciglia un po' aggrottate e la barba è un po' cresciuta rispetto a due giorni fa. Pressa le labbra carnose e non è di certo lui a salutarmi. È capace di essere maleducato anche in casa mia, bene.

"Buongiorno." Dico e lui fa lo stesso. Sospira e mi fissa, ancora. "Che ci fai qui, a quest'ora?" Chiedo e lui alza un angolo della bocca, abbozzando un sorrisino più che intrigante.

"Oh, credevo che avresti iniziato ad offendermi ed a chiamare i rinforzi."

Faccio spallucce. "Non sono isterica."

"Louis è sotto. L'ho accompagnato qui." Spiega e fa un passo in avanti, verso di me.

Aggrotto le sopracciglia. "Perché tu sei sopra?"

"Perché ho approfittato della situazione per parlare con tuo fratello." Mi guarda ed abbasso la testa, facendo un abbondante passo indietro. Io devo sapere cosa si dicono e cosa sta succedendo. Sono fin troppo curiosa. La lettera dell'altra volta era in codice: Questo perché? Cosa non deve essere scoperto? Cosa c'è di così tanto infido e scandaloso da nascondere?

"Anziché guardarti i piedi, vai a cambiarti. Il tuo ragazzo non vorrebbe mica un cadavere in carne ed ossa di fronte a lui, a quest'ora." Sogghigna ed in meno di un secondo, alzo il capo e spalanco la bocca per ciò che ha detto. Il mio stupore non riesce a fermarlo: continua a sorridere in modo malefico. Avanzo fino ad arrivare perfettamente di fronte alla sua figura e posiziono entrambe le mani su per i fianchi.

"Vorresti dire che sono brutta?" Scatto ed il suo sorrisetto non fa altro che crescere.

"In teoria, no." Inizia e corrugo ancor di più la fronte. "Solo dimostri cinque anni in più e dentro questa felpa ci nuoti, tant'è che sembri tre taglie più grossa." Mi disprezza con un non so che di derisorio. Per un attimo mi fa quasi sorridere e mi maledico mentalmente. Alzo un sopracciglio, sconvolta; posiziono una mano sul suo petto e lo spingo all'indietro ma non si muove nemmeno un po'.

"In più hai i capelli talmente tanto arruffati che penso che se ti vedesse un pecoraro, ti comprerebbe per divenire una delle sue tante pecorelle da tosare." Sentendo questa, non riesco a trattenermi. Mi sento offesa e mancata di rispetto per l'ennesima volta. Gli mollo un altro schiaffo. Il secondo, penso. Stavolta nell'altra guancia. Mi punta negli occhi, non impreca come la prima volta. Resta fermo a guardarmi, sembra intenzionato ad uccidermi ma almeno non lo dice apertamente. Pressa le labbra mentre la guancia diviene rossa.

"Se permetti..." Esegue un mezzo inchino e va via. I suoi passi sono paragonabili a dei tonfi profondi e la sua camminata è dannatamente distinta. Mi volto per guardarlo e mi sto davvero odiando. Sono un essere orribile. Prima lo prendo a schiaffi nel bel mezzo di un corridoio e poi mi metto a fantasticare sul suo "essere distinto" e la sua camminata intrigante.

Mi odio. Mi odio. Mi odio.

Kingdom come. |z.m.| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora