8. Thing of the past

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Thing of the past.

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"Sei-sei..." Mormoro, non avendo in mente nemmeno un aggettivo per definirlo. È un essere stranamente affascinante ma viscido e volgare allo stesso tempo; per non parlare della sua vanità. Parla come se fosse il ragazzo più colto sulla faccia della Terra e poi in queste piccole cose si rivela un bimbetto vendicativo.

"Irresistibile, lo so. Stavi morendo dalla voglia di avermi vicino." Ride di gusto e stringo i pugni. Fa qualche passo più in là e mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo.

"Addio." Sputo e mi dirigo ferocemente verso la porta in legno. Gli lancio un'occhiata atroce prima di abbassare la maniglia per aprire la stanza. L'aria è fin troppo soffocante qui.

"Io non direi." Si mette in mezzo, bloccando l'uscita con il suo corpo. "Saremo parenti." Aggiunge e ghigna malefico.

"Ma io non ti vedrò mai più." Scatto.

"Cosa te lo fa pensare?" Domanda.

"Sono la futura erede al trono. Ti manderò in esilio via dalle mie terre." Dico seria ed incrocio le braccia al petto ed alzo un sopracciglio in attesa di una qualsiasi risposta. Lui fa il labbruccio in modo sarcastico e mi lascia un buffetto sulla guancia, per poi sorridere appena. Non un sorriso puro ma uno di quelli glaciali. Uno di quelli capace di cospargere brividi per tutto il corpo.

"Eh no, tesoro," inizia. "Primo, non sei tu l'erede al trono; ma tuo fratello lo è e finché non muore lui... tu non sei la regina della situazione, cara." Morde il labbro e mi fissa. Io sbuffo perché non ho bisogno di lui pronto a ricordarmelo. "Secondo, io sono il futuro erede al trono. Sono il primogenito. Sono il re. Si, che lo sono. Quindi, finché non sei regina posso anche comandarti. D'altronde, sono amico di tuo fratello."

"Tu non comandi un cazzo. Non sono una tua serva. Non faccio parte del tuo regno di merda e non ne voglio sapere nulla-"

"-Calma piccola." Mi fa un altro occhiolino. Che nervosismo.

"In più tu devi aspettare la morte di tuo padre, o sbaglio?" Lo provoco e sbianca un po'.

Bel colpo, Scarlett.

"Quello non è un problema." Taglia corto e va via. Mugugno arrabbiata mentre cerco per il corridoio le scarpe poco prima lanciate da me stessa. Scendo le scale, non avendole trovate, come un siluro. Tutti mi chiederanno il perché non indosso le scarpe e questo mi mette ansia. Arrivo al piano di sotto e trovo Zayn con le mie scarpe nelle mani. Tento di non sbuffare.

"Cenerentola ha perso una scarpetta e le ho sempre dato della tonta..." Ridacchia, giocando un po' con esse. Le rigira. Le lancia. Le osserva. Se avessi la certezza di non essere vista da nessuno, lo prenderei a calci.

"...ma tu la batti. Hai perso ben due scarpette, Signorina Hemmings." Ghigna e mi precipito verso di lui, pronta per mollare uno schiaffo nella sua guancia. Delle ragazze ci passano davanti e ridono in modo perverso, quindi mi trattengo dallo schiaffeggiarlo.

"Dammi." Bisbiglio nervosa, staccando via dalla sua presa le mie scarpe. Il suo sorriso si amplia e lo ignoro. Mi siedo su uno scalino ed infilo le scarpe. Mi alzo e non lo guardo nemmeno. Cammino verso la sala da pranzo dato che sono già in ritardo. Entrando, sono già tutti seduti a tavola ed un profondo silenzio piomba in sala. Tutti si girano verso di me e non ho la benché minima idea di cosa stanno pensando. Subito dopo, come se non bastasse, entra anche Zayn. La gente inizia a mormorare un po', guardandoci. Stanno arrivando a conclusioni sicuramente errate.

"Entra pure, Scarlett!" Una voce anziana ma femminile, mi prende alla sprovvista. È la donna vestita in modo sfarzoso a capo tavola. Possiede dei capelli corti e ricci, tinti di nero. Gli occhi sono azzurri e la pelle è di un pallore unico. Le guance sono però colorate di un rosso vivace. Il vestito che indossa è blu ed oltre ad esso è adornata da vari gioielli costituiti da perle.

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