-four-

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Remus.
"Chi sono?" due mani si posano sui miei occhi e mi impediscono di finire di preparare la cioccolata calda.
"Qualcuno che evidentemente vuole prenderle di prima mattina. Ciao, Felpato."
"Molto simpatico. Che combini nella mia cucina?" sottolinea la parola mia, come per volermi far capire che la cucina è sua e se faccio un disastro me lo metto a posto da solo.
"Cosa mai potrei fare in una cucina? Fare un bagno ad un gatto?"
"Tutto quello che vuoi, Rem, basta che non porti gatti qui dentro. "
"Non preoccuparti." mi guardo un secondo intorno e Sirius sembra leggermi nel pensiero quando indica il piano superiore. "Di sopra. E se la svegli te le prendi sul serio, Remus Lupin." esclama alludendo a sua cugina.
"No, ma io non intendevo..." farfuglio cercando di mascherare le mie reali intenzioni.
"Se tu non vuoi portare quella cioccolata a Tonks io sono un mangiamorte convinto." scoppia in quella sua risata simile ad un latrato e poi mi intima di salire piano le scale.

Nella sua stanza poso il vassoio con la tazza fumante sulla scrivania.
Mi siedo per terra vicino alla finestra e la osservo dormire beata. Sorride, e ciò fa comparire sulla mia faccia un sorriso ebete.
Mi avvicino a lei, mi inginocchio sul pavimento, e scosto quelle due o tre ciocche rosa che le coprono il viso. È così bella.
So che sto per fare una pazzia, forse è la cosa più irresponsabile che io abbia mai fatto in tutta la mia vita ma avvicino comunque il mio viso al suo, pregando che non apra gli occhi proprio in questo momento ma soprattutto che Sirius non apra la porta di camera sua. Chiudo gli occhi e le lascio un lieve bacio sulle labbra, allontanandomi dopo appena qualche secondo, dopo aver sentito il mio stomaco fare le triple capriole mortali, il cuore tentare di uscire fuori dal petto e il cervello urlarmi dietro che se si fosse svegliata sarebbe successo un disastro.
Ma io l'ho fatto comunque, l'ho baciata e per una volta non ho dato ascolto alla ragione. Ho perso già troppe persone, sopprimendo i sentimenti e lasciando comandare il cervello.
Lentamente apre gli occhi e mette a fuoco ciò che la circonda. "Ehy, non volevo svegliarti." vorrei aggiungere 'sei stupenda quando dormi.' ma faccio piú bella figura standomene zitto.
Mi alzo e le porgo la tazza.
Lei si mette seduta nel letto a gambe incrociate, ancora coperte dal pile, e la afferra. Osserva per un po' di tempo il suo contenuto e poi esclama "sei proprio senza speranze. Qualunque cosa centri col cioccolato tu devi averla." facendomi sorridere.
Si sposta verso il muro di poco facendomi capire di andarmi a sedere al suo fianco.
Quando lo faccio appoggia la testa sulla mia spalla, portando ogni tanto la tazza alle labbra.
Con un braccio la tengo vicina a me, non voglio perdere anche lei.

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