-five-

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"Oh, andiamo, Remus! Fai sul serio?" la osservo mentre ride. Che spettacolo. La neve non si è ancora sciolta completamente e lei ci scivola sopra, trascinando anche me a terra nel tentativo di rimanere in piedi. Ride ancora, io me ne sto lì, sdraiato sulla neve, con un sorriso ebete stampato in faccia. Quello che avevamo costruito otto anni fa non c'è più, come non c'è più quella Tonks quindicenne fin troppo coraggiosa e anche quel Remus di quel tempo non c'è più.
Sono completamente innamorato di te, Dora, come fai a non accorgertene?
"eh?" oh, fantastico, ora penso pure ad alta voce.
"niente...pensavo." ti prego fa che cambi discorso.
"a cosa?"
"ripensavo a quando ho scoperto che soffri il solletico."
Mi guardo un secondo intorno, osservando la strada deserta, per accertarmi che non ci sia nessuno. Salgo a cavalcioni su di lei, con le ginocchia affondate nella neve, e mi metto a fare pressione sui suoi fianchi.
"Basta! Ti odio!" Tenta di fermarmi ma rimango più giovane di lei.
"Come no." affermo ridendo.

Camminiamo fianco a fianco e mi rendo conto del fatto che quando le ho chiesto se aveva voglia di venire a Godric's Hollow con me non ci ha pensato due volte e ha accettato subito.
"Stai bene?" mi chiede, riportandomi nel mondo dei vivi.
"Si, sto bene, pensavo."
"Pensi decisamente troppo oggi. Rem, cosa ti turba?"
È la prima volta che mi chiama così dopo tanto tempo e io non posso far altro che sorridere come un ebete senza speranza nel sentire quanto quell'abbreviazione del mio nome suoni bene detta da lei.
"Niente, semplicemente sopporto a malapena quest'aura di tristezza che mi aleggia intorno tutte le volte che vengo qui. E sopporto ancor meno lo scontro che la mia tristezza ha con la tua semplice allegria, quella che ti porti sempre dietro e con la quale riesci a contagiare chiunque. Sembra che questa tristezza che mi grava sulle spalle sia fatta apposta perchè nemmeno tu riesca a farmi sorridere, quando vengo in questo posto."
Mi ascolta in silenzio, lasciandomi sfogare liberamente senza interrompermi.
"Remus, sai qual è il tuo problema? Affronti da solo cose più grandi di te, come il dolore che ti prende al petto tutte le volte che metti piede qui. Si, so cosa vuol dire avere un nodo alla gola con le lacrime che minacciano di scendere senza intenzione di fermarsi, so cosa vuol dire sentirsi un peso sul cuore, lo so perchè ho perso anche io una delle mie migliori amiche e non riesco a rendermene pienamente conto ancora adesso, quando oramai è passato del tempo. Ma in questi casi il tempo non sembra mai abbastanza, nemmeno il tempo è in grado di ricucire certe ferite. Ma stavolta non lo affronterai da solo, sono venuta con te per un motivo, per farti da sostegno, forse anche perchè amo la neve e amo passare del tempo con te ma questi sono piccoli dettagli insificanti."
Riesce a farmi sorridere comunque e a farmi cedere.
"Okay, lo affronterò con te, contenta?"
"Molto." Intreccio la mia mano con la sua e varchiamo la soglia del cimitero. Sembra fare più freddo ma so che è un' impressione.
Una bambina ci passa correndo davanti e sentiamo in lonanza la madre che la richiama.
Tonks fa una piccola corsetta e arriva vicino alla bambina, non senza rischiare di centrare un paio di lapidi, che si è fermata a riprendere fiato per un secondo, si abbassa fino ad arrivare alla sua altezza e cambia il colore dei suoi capelli. La bambina sgrana gli occhi e se li strofina con fare incredulo. Questo dà il tempo alla madre di raggiungere la figlia. Dopo i dovuti ringraziamenti a Tonks per essere riuscita a fermarla e essersi resa conto che con la magia avrebbe fatto prima e si sarebbe stancata meno la donna si allontana con in braccio la bambina, che porta il nome di Tracy.
"Sei stata brava." Le dico appena torna vicino a me.
"Grazie, stavo comunque finendo lunga distesa per terra dopo una delle mie rovinose cadute."
"In quel caso ti sarei venuto vicino, ti avrei tirata su e ti avrei tolto la neve dai vestiti, poi ti avrei detto per la centomillesima volta di fare attenzione perchè sulla neve si scivola e alla fine ti avrei sorriso."
Oramai siamo davanti alla tomba dei miei due migliori amici e non smetterò mai di ringraziarla abbastanza per essere venuta con me e per essere qui con me, ad asciugarmi le lacrime senza lasciare la mia mano nemmeno per un secondo.
Le lascio un bacio sulla tempia e i miei occhi rimangono fissi nei suoi, momentaneamente verdi, in un silenzioso ringraziamento.
Mi abbraccia appoggiando la testa sul mio petto, non arrivando alla spalla, e io ricambio quell'abbraccio.
"Grazie." mormoro a bassa voce.
"Di cosa?"
"Rispondere a questa domanda con una di quelle frasi fatte come 'di esistere' riassumerebbe tutto quello che fai per me, tutti i sorrisi che mi fai fare anche quando ho il morale a terra. Quindi si, grazie di esistere, Dora."

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