-nine-

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È sempre troppo tardi. È troppo tardi quando senti la caffettiera fischiare ma tu sei in un'altra stanza e quando, correndo, arrivi a spegnere il fuoco, il caffè è già bruciato, e a te bruciato fa schifo. È troppo tardi quando ti rendi conto di avere una cosa importantissima da fare per il giorno dopo, ma oramai è mezzanotte meno venti e non la fai, perchè se la facessi verrebbe un disastro. È troppo tardi quando stavi litigando con qualcuno, e non ti venivano le frasi che volevi, ma poi sdraiato nel letto pensi a tutto quello che avresti potuto dire, e che magari, cambiando una sola parola avresti potuto cambiare tutto l'andamento della discussione. È troppo tardi quando hai una tazza di tè sulla scrivania, finisci per spingerla ma non hai i riflessi abbastanza reattivi, e quindi la tua scrivania diventa un lago e il tuo termosifone uno stendino per fogli e foglietti, che per lo meno, ora profumano di tè. È troppo tardi quando ti rendi conto che non è un legame di affetto e basta, non c'è solo la reciproca stima, l'ammirazione di uno nei confronti dell'altra, ma c'è molto di più sotto.
E allora lì, seduto sul divano ormai consumato e sgualcito di quella sala, mentre osservi la carta da parati che si sta staccando in diversi angoli (ti appunti mentalmente di metterla a posto, non è presentabile nelle condizioni attuali), ti rendi conto che non è semplicemente il tuo primo pensiero al mattino e l'ultimo la sera, ma che anche se ti svegli nel pieno della notte il tuo pensiero è lei. Ed è troppo tardi.
Ci pensi si, ai tuoi sentimenti. Ci provi a mettere in ordine i pensieri, ma il caos che regna è tale che l'impresa risulti più complicata del previsto.
Ci pensi, a come reagisci quando senti il suo sguardo addosso, a come ti sembra di andare a fuoco appena ti becca a fissarla, anche se poi ti sorride, a come ti sembra che la tua schiena stia ardendo, quando sai che è dietro di te, e che ti sta guardando.
Te lo chiedi, un anno fa, chi mai avrebbe scommesso che ti saresti ritrovato in questa situazione? (una voce terribilmente simile a quella del tuo migliore amico nella tua mente ti dice che di sicuro lui si, ci avrebbe scommesso.)
Ci pensi, a quel bisogno di vederla. Non sai nemmeno tu perchè, forse per il fatto di saperla ancora lì, forse perchè vuoi semplicemente bearti della sua bellezza (a te sembra assurda, non ti sembra nemmeno reale). Sai solo che, se non la vedi, dentro di te qualcosa scatta, e diventi un pochino più nervoso.
Ci pensi, alla pelle d'oca che ti viene tutte le volte che l'hai affianco, tutte le volte che ti sfiora.
Ci pensi, alla tachicardia che ti viene quando camminate vicini, e lei ti prende la mano o ti artiglia direttamente la spalla, perchè sta per cadere, aggrappandosi a te.
Ci pensi, a come sei in grado di riconoscerla da dei dettagli insignificanti, a partire dal suono dei suoi passi, fino ad arrivare al suo "vizio" di battere il ritmo sul tavolo della cucina, sai che è l'unica a farlo lì dentro, ma allo stesso tempo sei consapevole di essere in grado di riconoscerla anche tra cinquanta persone che lo fanno tutte insieme.
Ci pensi, a quanto ti manchi nonostante non sia mai stata a tutti gli effetti tua. (La stessa vocina sopra citata ci tiene a precisare che in realtà lo è sempre stata, solo che tu sei stato talmente stupido da non accorgertene).
Ci pensi, a quante parole potresti usare per descriverla, e per descrivere quello che provi, ma sai anche che niente è adatto, che nessuna parola, nemmeno la più ricercata, può svolgere il compito di dare un significato a qualcosa di così totalizzante.
Ci pensi, a quanto hai faticato per accettare quello che provavi, per una persona così diversa da te in ogni frangente, perchè l'accettarsi non è mai stato il tuo forte, hai sempre dato molto, fin troppo, spazio all'autocritica, trovando sempre quel qualcosa che non andava in te, e quando quei sentimenti hanno sfondato la tua porta di casa, ti sei sentito confuso, stranito, ai tuoi occhi appariva come una cosa illogica.
Ci pensi, a come la tua mente associ automaticamente la sua voce, ma soprattutto la sua risata, come ad uno dei suoni più belli che ci possano essere.
Ci pensi, ma è troppo tardi.

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Spero vi piaccia questo capitolo un po' più introspettivo dal punto di vista di Remus. È il capitolo più importante per me, tra tutti quanti, perchè è quello che sento più mio, quello in cui ho messo più cuore mentre scrivevo.

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