GENN'S POV
Scesi dalla navetta, si avviarono velocemente verso l'entrata. A Genn veniva già male al pensiero di dover aspettare mezz'ora fuori al freddo per entrare in un posto che nemmeno gli interessava. A lui non erano mai piaciute le discoteche, la musica era oscena e gli faceva solo venire mal di testa.
E poi non sapeva nemmeno ballare.Dopo almeno venti minuti, finalmente si trovarono davanti al buttafuori. Alex, Marco e la cugina entrarono, poi fu il turno di Virginia.
"Ma quanto sono sfigata?! Non è possibile che ste cose capitino sempre a me..." imprecò la ragazza a un tratto.
"Cos'è successo?" le chiese Genn all'orecchio.
"Ho dimenticato la carta d'identità! Ti giuro non so perchè ma deve sempre succedermi qualcosa, sono proprio una sfigata" rispose lei sempre sottovoce.
Genn sapeva cosa fare.
Si tirò su la manica della felpa e prese Virginia per mano, passandole davanti e porgendo la carta d'identità al buttafuori. Lei capì subito il piano, infatti strinse la sua mano senza dire niente, guardandolo con uno sguardo d'intesa.
L'uomo guardò velocemente la carta e urlò al ragazzo nell'ingresso "fai il timbro per gli alcolici e questo qui e alla sua ragazza" disse indicando Genn.
Aveva funzionato.I due ragazzi entrarono continuando a tenersi per mano, per non destare sospetti. Arrivarono fino al guardaroba, dove Virginia gli lasciò la mano per togliersi la giacca.
"Eccovi!" disse Marco spuntando fra la calca di persone. " Virginia, hai avuto problemi a entrare?"
"Emh, si... ho dimenticato la carta d'identità" rispose lei imbarazzata.
"Sei sempre la solita!" disse Giorgia ridendo.
"Sempre la solita sfigata" si lamentò Virginia. "Andiamo a prendere da bere?
"Di già?" gli chiese Genn.
"Ho bisogno di distrarmi" gli rispose lei, guardandolo intensamente negli occhi. C'era qualcosa di più in quella frase, in quello sguardo. Sembrava più di una semplice scusa. Era una richiesta d'aiuto.
Mentre gli altri discutevano se andare al piano bar o se ballare un po' prima, Virginia era già sparita.
"Fa sempre così! Ad un certo punto sparisce e non la si vede più per tutta la sera" disse Giorgia rassegnata.
"Vado a cercarla" decise Genn.
"Aspetta, ritroviamoci tra mezz'ora davanti al guardaroba" gli disse Alex.
Il ragazzo sapeva esattamente dove cercarla. La trovò dopo dieci minuti seduta al bancone che sorseggiava il suo cocktail mentre chiaccherava con un ragazzo brufoloso. Genn lo trovava repellente, e anche Virginia non sembrava troppo entusiasta di quella conversazione.
"Finalmente ti ho trovata" disse Genn dandole un bacio in fronte.
Ancora una volta, Virginia capì, guardandolo con uno sguardo riconoscente.
"Ah emh... va beh, ti lascio con il tuo ragazzo" disse il brufoloso congedandosi.
"GRAZIEEEE" urlò Virginia che, con l'intento di abbracciarlo, si lanciò verso di lui, ma perse l'equilibrio e rischiò di cadere dallo sgabello. Genn l'afferrò prima che finissero per terra entrambi.
"WOW CHE RIFLESSIII" disse Virginia ridendo.
"Non è possibile che dopo un cocktail stai già messa così" la rimproverò lui.
"In realtà è il..." Virginia cominciò a contare sotto voce sulla punta delle dita "Emh... terzo!"
"Hai bevuto tre cocktail in dieci minuti?!"
"Me li hanno offerti, vuoi mica rifiutare!" rise lei. Poi, per un secondo, tornò seria.
"Te l'ho detto che dovevo distrarmi"
E lo guardò di nuovo con quegli occhi, che erano una sfida e una richiesta d'aiuto."Vieni, andiamo a ballare!" urlò lei ad un tratto, prendendolo per mano e trascinandolo in mezzo alla pista.
"Ferma, io non so ball..." tentò di protestare lui, ma invano.
Virginia iniziò a ballare davanti a lui, muovendosi sul ritmo di watch out of this. Era incredibile, sembrava che la musica le scorresse nelle vene. Genn rimase come ipnotizzato da quella ragazza.
Dopo un numero di canzoni che non avrebbe saputo quantificare, Genn sentì la testa ronzargli. Aveva bevuto da quattro o cinque cannucciate che erano passate davanti a lui destinate a chissà quale tavolo e si sentiva già un po' fuori. Perlomeno, era cosciente di non essere in pieno possesso delle sue facoltà mentali.
Si riprese dal suo stato di trans e si concentrò di nuovo su Virginia che ballava. Era bellissima e sexy, il suo corpo sinuoso si muoveva sulle note di how deep is you love e a Genn guardarla non bastò più.
Andò verso di lei, le prese il volto fra le mani e la baciò.Sentì il corpo di Virginia smettere di muoversi, le sue labbra carnose sapevano di alcool, ma non solo.
Sapevano di lei.
E per Genn furono peggio di una droga."Andiamo fuori" gli sussurrò lui all'orecchio, ansimando.
La prese per mano e uscirono facendosi largo tra la folla.
Appena furono fuori, Genn la trascinò in un angolo appartato e riprese a baciarla.
Lei questa volta rispose al bacio e schiuse le labbra. Gli mise le braccia intorno al collo e si abbandonò contro di lui.
Genn era inebriato dalla sensazione di lei, perse totalmente la concezione dello spazio e del tempo.Non sapeva più se era ubriaco di alcool o di quella ragazza.
Ad un tratto però Virginia si staccò e si allontanò velocemente da lui, andando a nascondersi dietro un angolo. Lui la seguì e la ritrovò china, appoggiata al muro che vomitava.
Genn la sostenne e le raccolse i capelli, poi le accarezzò la schiena mentre lei continuava a rimettere.
Quando ebbe finito, la ragazza si pulì la bocca con un fazzoletto e si allontanò dal suo vomito.Appoggiatasi al muro, scivolò giù e si rannicchiò per terra raccogliendosi le gambe al petto. Appoggiò la testa alle ginocchia e cominciò a singhiozzare.
" Scusa. Sono penosa, lo so" gli disse fra i singhiozzi.
"Figurati, non sei mica l'unica. Il 90% delle persone che vanno in discoteca finiscono così" rispose lui.
"Infatti. Ma io passo le giornate a chiedermi hai intenzioni di essere come tutti gli altri? E ora guardami. Sbronza come una troia qualunque. Sai quando capisci di aver toccato il fondo?"
Genn lo sapeva, lo sapeva bene.
"Quando cominci a farti schifo da solo" finì la ragazza. "Perciò so bene che dopo stasera penserai a me come ad una povera idiota, e non ti biasimo. Perciò scappa da me, finché puoi. Io porto solo tristezza" sospirò lei appoggiando la testa al muro per fissare il cielo, sfinita da quella confessione.
Il ragazzo, in tutta risposta, si avvicinò a lei e la abbracciò.
La strinse a sè come non aveva mai fatto con nessuno prima d'ora. E Virginia si aggrappò a lui come se non avesse nient'altro al mondo."Ti porto a casa" le sussurrò all'orecchio.
La sentì solamente annuire, mentre il suo respiro gli scaldava il collo.
// Spazio AUTRICE //
Hola amigossss❤
Nuovo capitolo, particolarmente sdolcinato! Si sa, l'alcool fa effetti strani ahah.
Spero vi piaccia, oggi sono stranamente ispirata!
Perciò un ENORME grazie a coloro che seguono la mia storia, perché siete voi, con il vostro supporto, che mi convincete ogni giorno a andare avantiii!
Allora un abbraccione forte a tutti voi e...cissi al prossimo capitolo di "what we've done now is lost" ❤❤❤P.S Ogni riferimento a Runaway non è casuale :3
STAI LEGGENDO
What we've done now is lost
Fanfiction" Mi avevano detto che eri una ragazza solare ed estroversa" "Lo sono" "Eppure sei qui da sola" "Essere estroversi non significa non essere soli. Anzi, spesso la solitudine è la condizione necessaria per essere socievoli" "Tu sei sola?" "E' una doma...