Virginia, Genn e il cane

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- il giorno dopo -

VIRGINIA'S POV

Giorgina l'aveva di nuovo lasciata a casa da sola. In questi primi 4 giorni, le sembrava di aver passato piú tempo con il cane degli zii che con la sua amica.
Giorgia ogni giorno partiva con la sua famiglia per andare a trovare i loro parenti che sembravano sparsi per tutta la provincia di Napoli e oltre. La ragazza le aveva chiesto più volte se voleva venire anche lei, ma Virginia aveva cortesemente declinato l'invito. Detestava l'idea di visitare i suoi, di parenti, figurarsi quelli degli altri.

Tuttavia quei giorni non erano stati del tutto inutili: grazie alle innumerevoli passeggiate che aveva fatto ormai conosceva Somma quasi a memoria, Marco le aveva fatto un corso accellerato di napoletano e, incredibile a dirsi, aveva quasi fatto amicizia con il cane.

A Virginia i cani non erano mai piaciuti, ma il suo nuovo amico a quattro zampe aveva qualcosa di speciale.
Lapo, così si chiamava, era un alano di due anni. Non addestrato, era anche piuttosto testardo: ogni volta che Marco gli lanciava il suo osso di plastica, nella speranza che corresse a prenderlo per riportarglielo, Lapo si limitava a guardare prima l'osso poi il padrone, senza muovere un muscolo. Virginia aveva l'impressione che il cane pensasse qualcosa tipo non mi farai mai fare una cosa così stupida come correre dietro un osso. Guarda che ho capito che è di plastica, stronzo. Era un ribelle, e a Virginia piacevano i ribelli.

Erano le 11 di mattina e Giorgi era già partita da due ore. Virginia sapeva di esser sola in casa, quindi decise di andare a farsi un giro, come al solito. Indossò un paio di pantaloni della tuta e un pull nero, s'infilò le convers, prese i trucchi e andò in bagno. Si disegnò solo una sottile linea di eye-liner accompagnato dal mascara: era il suo look abituale, semplice e veloce, ma elegante.
Prese il giubbotto di pelle e uscì di casa lasciando un biglietto sul tavolo della cucina. Non voleva far preoccupare gli zii, erano delle brave persone e con loro Virginia si sentiva a casa.

Attraversò il cortile e uscì in strada. Somma era deserta la mattina, ma il sole era caldo in confronto al freddo della sua città.
Dopo dieci minuti, nonostante le cuffiette, si accorse che qualcuno la seguiva: si girò di scatto, un po' spaventata.
Lapo.
In quel momento Virginia si maledisse: doveva aver lasciato il cancelletto aperto.
Ormai non aveva più senso tornare indietro, perciò decise di portarsi il cane dietro. Tutto si sarebbe aspettata dalla vita, tranne che portare a spasso un cane.

Ma le sorpese non erano finite.

Mentre attraversava il parco, sentì qualcuno avvicinarsi a lei.

"Pensavo fossi una ragazza solare ed estroversa" disse quello accanto a lei.

Virginia riconobbe la voce. Ne era rimasta ipnotizzata dalla prima volta che l'aveva sentita.
Gennaro.
Era la seconda volta che si incontravano in due giorni. Un'altra coincidenza strana. Quando incontrava quel ragazzo, sentiva sempre delle sensazioni che non conosceva e questo la turbava e la intrigava al tempo stesso.

"Io sono estroversa" rispose Virginia.

"Eppure sei qui da sola" continuò lui.

"Essere estroversi non significa non essere soli. Anzi, molto spesso la solitudine è la condizione necessaria per essere socievoli" disse la ragazza.

"Tu sei sola?"

Virginia a quella domanda si bloccò di colpo, sconcertata. Nessuno le aveva mai fatto una domanda del genere. Nessuno era mai arrivato al punto. Nessuno l'aveva mai capito, il punto.
Ma lui si.

"È una domanda importante da fare ad una persona che conosci appena" rispose Virginia, quasi in un sussurro.

"Per conoscere davvero una persona bisogna farle domande importanti" replicò Genn.

"E tu vuoi conoscermi?"

Il ragazzo non rispose.

Ad un tratto, Virginia avvertì un pericolo, come un sesto senso, ma non fece in tempo a voltarsi che Lapo le era letteralmente saltato addosso facendola cadere sull'erba ancora umida di rugiada mattutina.
Il ragazzo la aiutò immediatamente ad alzarsi, con delicatezza e in modo gentile, ma senza sorridere. Sembrava che quel ragazzo non sorridesse mai.

"Ecco cosa ci facevi al parco" disse dopo averla rimessa in piedi. "Portavi a spasso il cane di Marco?"

"In realtà è lui che si è autoinvitato alla mia passeggiata" rispose Virginia massaggiandosi la schiena.

"Ma quante passeggiate fai in media al giorno? Ti vedo sempre in giro, i genitori di Marco ti daranno per dispersa" disse il ragazzo.

Virginia rise, ma lui no. Gennaro era di quelle persone ironiche che però non ridono alle proprie battute. Invece quell'ironia sottile all'inglese divertiva ancora di più la ragazza.

"Si, esco spesso a farmi dei giri, anche a casa. Mi aiuta a schiarirmi le idee" rispose Virginia quando ebbe smesso di ridere.

"Ne hai di idee da schiarirti allora"

Un'altra battuta, ma Virginia s'impose di non ridere per non sembrare una gallina.

"Mettevi in dubbio il mio quoziente intellettivo?! Tu piuttosto, come mai sei qui? Non avete scuola?" chiese lei per vivacizzare la conversazione.

Ma il ragazzo a quella domanda si rabbuiò.

"Tranquillo, non sono una secchiona: se vuoi tagliare, sei libero di farlo" aggiunse Virginia, per timore di aver detto la cosa sbagliata.

"Grazie, ora che ho avuto la tua benedizione, mi sento più sereno" rispose lui con tono sarcastico.

"Hai la mia benedizione. Ora vorrei continuare la mia passeggiata, Lapo permettendo"

Il cane continava a girarle intorno come in cerca di qualcosa.

"Non mi avrai mica scambiato per un palo vero? Non pisciarmi solo su scarpe per favore, sono pulite" disse Virginia rivolta al cane.

La ragazza alzò lo sguardo verso Genn e, solo per un attimo, le sembrò di vedere l'ombra di un sorriso.

// SPAZIO AUTRICE //

Hei friendsssss❤
Finalmente ce l'ho fatta a scrivere sto capitolo, erano giorni che andavo avanti di due righe per volta.
Ma queste giornate di meditazione mi sono servite, e mi è venuta un'idea per i prossimi capitoli! Yeeeh

Maaaa, no, solo per dire. L'avete sentito l'inedito degli Urban?
È qualcosa di indescrivibile.
È uscito da poco più di 24 ore e l'avrò già ascoltato 14503847 volte. E continuo a sentirlo!
STUPENDO
Basta, per la prima volta in vita mia, sono rimasta senza parole. Perciò vi lascio per andare ad ascoltare Runaway, nella speranza che (dopo aver likato e commentato e aggiunto alla libreria la storia) seguiate il mio esempio ahah:3

Tanto lovvve❤❤ e a prestissimo (spero) con il prossimo capitolo di "What we've done now is lost"

What we've done now is lostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora