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Ivy la ignoró e andó a prendere quella brioche sopra in cucina. La fece a metà, l'altra la buttó al gatto che nel frattempo l'aveva seguita fin lì, poi uscì in balcone a fumare una sigaretta. Alla brioche diede due morsi, poi ributtó il resto al gatto. Lei ormai era sazia mentre Aki invece era un obesone.

Riguardó l'ora dal suo telefono, era in ritardo e aveva il telefono pieno di notifiche; era da ieri che non lo guardava.

Corse in camera sua, prese i primi jeans e la prima felpa che le sono capitati a mano, le sue solite scarpe, sciarpa, giubbotto, berretto e cuffie per completare il tutto e uscì di casa di corsa.

Mentre correva sentiva il vento schiantarsi in faccia, facendola diventare gelida e i suoi corti capelli venivano portati tutti all'indietro per colpa dell'aria.

"Finalmente sei qui, stronza."

Questa che parlava era Monica; una delle più care amiche di Ivy.

"Ho fatto un po' tardi perché non ho dormito bene." - così si giustificó Ivy.

"Tutte scuse, quando mai dormi di notte? Finisci sempre per dormire sulla mia spalla quando siamo su qualche trasporto. Ti stavo aspettando da mezz'ora con questo freddo! Sicuramente che te la sarai presa con calma, fumando la tua sigaretta mattutina."

"..."

"Il fatto chenneanche tenti di smentire mi fa innervosire ancora di più. Muoviamoci.

Senti il mio respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora