Il covo

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Dopo circa 10 minuti di corsa eravamo esausti, così rallentammo fino ad avere un passo normale, lento e regolare. Eravamo sulla linea della stradina che correva sul fianco della collina, dove l'asfalto lasciava il posto dapprima alla breccia, poi alla terra battuta. Da quel punto iniziava la vera collina.

Stremati, iniziammo a percorrere la lieve salita; già da lì, il panorama era stupendo: si scorgeva la grande pianura con i suoi due paesi e, più in là, sull'orizzonte, la linea del mare, con le sue spiagge affollate di abitazioni. Il cielo occupava la maggior parte del paesaggio, e fondeva i suoi colori con quelli del mare. Quel giorno era alta marea, dunque, quella notte ci sarebbe stata la luna piena.

I nostri passi battevano sulle pietroline sempre più pesantemente, e avevamo il fiatone. Non avremmo dovuto correre così.

Io: -Che creature soprannaturali che siamo...-

Aly: -Già...-

Ed: -Non ne parliamo...-

Per un tratto del tragitto, rimanemmo tutti e tre in silenzio, ammirando le colline in tutte le loro sfumature di verde e ascoltando i versi degli uccellini e di alcune cicale solitarie. Dopo un centinaio di metri, la strada si apriva in una radura circondata da muretti a secco. Si dipartivano due strade: una, il continuo di quella che avevamo appena percorso, scendeva a valle, mentre l'altra era un vialetto ombroso abbastanza lungo.

Aly: -Andiamo di là, voglio vedere se c'è una casa alla fine del viale.-

Io e Ed: -Okay, sì.-

L'entrata del viale era sbarrata da una catena con su appeso un cartello che diceva: "PROPRIETA' PRIVATA". Ce ne infischiammo; se qualcuno ci avesse scoperto, o i padroni ci avessero visti, avremmo detto che eravamo in cerca di un po' d'acqua. Una scusa non tanto falsa, in fondo. Una volta scavalcata la catena, cominciammo a camminare, iniziando a scorgere la casa.

Dopo un'ottantina di metri circa, il viale lasciava posto a un piccolo spiazzo. Alla sua destra c'era una grande terrazza: un rettangolo abbastanza ampio dal pavimento e dai muretti di cui era circondato di pietra, con una vista mozzafiato su tutta la pianura intera. In città non si sarebbe visto di certo questo spettacolo.

A sinistra, sorgeva una piccola casetta a due piani, di pietra grezza. Il primo piano era formato, in successione, da una rimessa aperta e vuota, da una scala centrale e da una piccolissima stalla con dei rimasugli di paglia sparsi sul pavimento.

Attraversammo l'arco che introduceva la scala a cielo aperto e salimmo al piano superiore. C'era una terrazza che doveva essere i soffitto del piano inferiore e due piccoli trulletti. Dall'unica finestrella affacciata sulla terrazza si scorgeva una stanzetta spoglia.

Mentre stavamo per aprire la porta di legno che dava dentro, notammo dei segni colorati su di essa: c'era disegnato un occhio stilizzato, esattamente al centro.

Ed: -Qui ci abitava un veggente... o un indovino. Potrebbe anche darsi-

Aly: -Voglio vedere cosa c'è dentro-

Alice spinse la porta con una gomitata ed entrò. Rimase alquanto delusa. In effetti, la casa non sembrava per niente quella di un indovino o un veggente: c'erano due piccole stanze (una era quella che avevamo già visto da fuori), dove una comprendeva salotto, cucina, ingresso e forse anche bagno.

Entrando dentro, notammo subito un piccolo caminetto alla nostra destra e una finestrella che sembrava un occhio di luce che ci scrutava di fronte. Dietro la porta aperta, era nascosto sotto varie tavole di legno un buco, forse un pozzo.

Non c'era niente di interessante, a parte la vista panoramica più bella che si possa desiderare.

Ritornammo al piano terra, ma le sorprese non erano finite: sotto la grande terrazza sorgeva un'altra casa. Ancora più eccitati, saltammo le scale che conducevano giù. Per entrare in quest'altra abitazione, non c'erano porte. O meglio, notammo, ce n'era una in ferro totalmente spalancata. Chissà cosa c'era sopra questa volta.

Aly: -Daii, su entriamo!-

Io: -Aspetta, vediamo prima se c'è qualcosa sulla porta!-

Ed: -Giusto.-

Aly: -Ookay.-

Ci avvicinammo e, in effetti, al di sopra della ruggine c'era una scritta bianca: un nome.

Ed: -Marrano Nicola-

Io: -Okay, questo sì che è un bel mistero, ragazzi.-

Aly: -Bo, magari lo scopriremo più tardi. Ora visitiamo dentro!-

Io e Ed: -Okay! Poi si pensa.-

La porta conduceva in un corridoio, che a sua volta si diramava in quattro, piccoli spazi. Subito a sinistra, accanto all'entrata, c'era una stanzetta con un caminetto dove ci sarebbero entrate a malapena tre persone. Poi, sull'ala destra, si aprivano due camere comunicanti, con due finestre che davano la sensazione di stare volando. A sinistra, oltre alla stanza del caminetto, c'era uno spazio, forse usato come "salotto", anche se davvero piccolo, che si affacciava direttamente nel corridoio, senza porte, nè muri.

Era una casa affascinante, nonostante le dimensioni e l'intonaco vecchio e grezzo.

Usciti da lì, proseguimmo per ulteriori scale, che ci portarono al giardinetto più in basso: era delle dimensioni della casa sotto la grande terrazza e circondato da un muro alto 1 metro e mezzo circa, contornato da filo spinato arruginito.

L'edificio, che appunto era anch'esso a due piani, si apriva al pianoterra in una rimessa come la precedente, aperta e spoglia, e in una stanza, di uso imprecisato. Il terreno sotto i nostri piedi era ricoperto di muschio e terra.

Aly: -E' una casa bellissima! Sarà il nostro covo!-

Ed: -Sono d'accordo!-

Io: -Concordo!-


The corner of my thoughts:

Salve, dolci lettori! So di averci messo davvero molto a postare, e so anche che non è un capitolo pieno di avventura o scoperte, ma mi sono voluta soffermare sulla descrizione del luogo (che esiste, non è stato inventato da me), perchè è davvero bellissimo. Comunque, sarà una bella tappa questo "covo", anche se non la meta finale... Okay, mi sto prolungando, non voglio anticiparvi niente!

Vi saluto e vi lascio ai vostri lavori... e... se vi piace la storia, votate e commentate, fa sempre piacere vedere qualcuno a cui interessi!!

Baci stellosi,

Sam <3




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