Una luce nel bosco

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Provavo un dolore immenso, e mi misi a sedere di scatto.
Ma mi ritrovai nel vuoto, e un attimo dopo il mio corpo toccò bruscamente il suolo. Esasperata e con la schiena dolorante, rimasi stesa a terra e guardai verso l'alto: il ramo da cui ero caduta era più sottile del mio corpo... avrei dovuto fare molta più attenzione nel sceglierlo. Mi coprii il volto con le mani, e mi accorsi che era bagnato di lacrime; ero così presa dai miei tormenti che neanche me n'ero accorta... in fondo, delle lacrime non erano nulla in confronto a un cuore fatto a pezzi.

Potevo ricordare Edward per i suoi sorrisi, le sue battute e tutte quelle belle cose che facevano di lui il mio migliore amico; anzi, quello mio e di Aly. E invece no. Lo stavo ricordando per tutte quelle cose che si erano spente, come i suoi occhi cristallini; stavo pensando a ciò che non avrei più visto con gli occhi, non a ciò che di lui ricordava la mia mente.
Sorrisi lievemente al ricordo dei nostri momenti felici. Sarebbe stato un sorriso vano, di quelli che si perdono nel buio che precede l'alba, ma per me significava molto trovare la luce della gioia nelle tenebre della morte.
Non avevo visto con i miei occhi, né avevo sentito fino alla fine l'angosciante morte di Ed... ma la realtà lo dava per spacciato, anche se il cuore cercava di riattaccare tutti i pezzettini con la speranza. Che se pure era troppo ottimista, infondeva in me quello strano calore del voler andare avanti nonostante tutto.

Chissà cosa ne era dei miei genitori, e di quelli dei mie migliori amici... li avevamo fatti soffrire troppo, sicuramente. E scommisi tutta me stessa che la notte prima i miei erano andati a cercarci, e forse ci cercavano ancora, con le torce, le vochi rauche e il sorriso della loro magnifica serata soffocato da noi. Noi che non c'eravamo. Noi che avevamo voluto fare una pazzia breve. Noi che pensavamo che nessuno, all'infuori di noi tre, si sarebbe accorto delle ore passate fuori casa. Noi che in quel momento eravamo la causa del loro dolore, che avevamo dato vita alla loro più grande paura: perderci.

Mi ritrovai rannicchiata nell'erba bagnata, singhiozzante, con gli occhi serrati che non la smettevano di lacrimare. Che stupidi che eravamo stati. Quella che avevamo fatto non era stata una pazzia, ma un voler andare incontro al pericolo. E non ci aveva sfiorato minimamente il pensiero delle conseguenze che si sarebbero riversate sugli altri.
Ora noi eravamo morti agli occhi di tutti. E Ed lo era per davvero.

-Sam? Sei stata tu a fare rumore, prima?- La voce di Aly risuonò dall'albero nel silenzio; era impastata, ma un po' spaventata.
-Sì sì, sono caduta dal ramo.-
-Oddio- ora la sua voce aveva un tono vigile e attento- ti sei fatta male?-
-Un po', ma non è niente.-
-Menomale- l'atmosfera cadde nuovamente nel silenzio, interrotta solo dal cantare dei grilli -Risali, dai, ancora non c'è luce. Meglio non correre rischi.-
-Già.-
In un attimo ero già sull'albero, ma andai a sbattere la testa contro un ramo.
-Ahia!- mi dovevo ancora abituare a tutta quella velocità- Oggi non ne va bene una... e la giornata è appena cominciata.-
Mentre mi massaggiavo la testa, notai una lucina bianca che volava bassa verso l'albero su cui eravamo appollaiate io e Aly. Era una luce soffusa, pura e incantevole, e sembrava avesse una propria vita, perché pulsava leggermente.
Ecco, ora le luci iniziavano ad avere più vita di me. Perfetto, il mondo si era rovesciato.
Quando aprii la bocca, la voce che ne uscì era un sussurro ammirato, come le non volesse crepare il silenzioso equilibrio che si era creato.
-Aly, guarda!-
Un fruscio tra le foglie e un mugugno. La luce intanto si avvicinava sempre di più, calma e rassicurante. Alice comparve al mio fianco, cauta, e io le indicai la lucina, che era ormai quasi sotto di noi. Lei seguì il mio indice, e rimase sbigottita. Molto probabilmente non sapeva se fosse un bene o un male vedere una lucina volante che veniva verso di noi.
Restammo ferme e mute, muovendo appena la testa in direzione della luce. Questa si avvicinò lentamente al tronco dell'albero, poi cominciò a risalirlo.
Tra me e Aly scese il panico.

Indietreggiammo piano piano, come per non farci sentire né vedere dalla piccola luce, ma comunque essa non aveva orecchie né occhi... forse poteva captarci grazie a dei sensori? Non lo sapevo proprio.
Indietreggiammo ancora, finchè il ramo si divise in due; prendemmo due direzioni diverse, ma a un certo punto i rami diventarono troppo sottili e fummo costrette a fermarci. La lucina intanto proseguiva senza fretta, sino ad arrivare ai primi rami.
Imboccò quello su cui noi due eravamo poste "di vedetta" qualche attimo prima, e alla biforcazione... si direzionò verso di me!

Il panico iniziò ad assalirmi, e se il mio cuore avesse potuto battere, se ne sarebbe uscito dalla cassa toracica sicuramente. A volte è bella non sentirsi il cuore, ma sarebbe stato molto più rassicurante averlo vivo, caldo e battente, come un muto conforto nell'immobilità delle losche situazioni.

La lucina si avvicinava volando, e io ero paralizzata dal terrore. Avrebbe potuto uccidermi per davvero, quella cosina, perché nulla è mai come sembra.
Era come se le nostre emozioni fossero in netto contrasto: io terrorizzata e spaventata a morte (se lo potrei dire), lei così calma e rassicurante.
Si avvicinava ancora con la stessa andatura. Era a un palmo dal mio naso.

Poi la sua luce mi accecò, e sentii qualcuno che, lontanamente, gridava il mio nome. Durò solo un attimo, in cui vidi soltanto luce bianca, che mi ricopriva tutta e... mi faceva splendere.

Tornò tutto buio pesto, e della lucina più nessuna traccia. Buttai giù tutto il fiato che avevo trattenuto negli eterni secondi di panico. Era finito tutto, per fortuna.
Un attimo... sentivo qualcosa nel petto. Appoggiai la mano destra sulla parte sinistra del petto e... rimasi paralizzata. Temetti che si fosse spento di nuovo, dopo quel mancato infarto, invece batteva ancora. Il mio cuore batteva.
Respirai quanta più aria possibile, ritornando a percepire tutti gli odori del bosco. Che gioia immensa ritornare a far parte del mondo in tutto e per tutto! Ogni cosa sembrava più bella, più profumata, più palpitante... era come se fossi rinata. Una fenice che rinasce dalle proprie ceneri.

Aly, nel frattempo, si muoveva velocemente tra le foglie per raggiungermi, ripetendo il mio nome all'infinito. Con gli occhi lucidi e gocciolanti di lacrime di gioia, mi fiondai da lei e l'abbracciai forte, più forte che potevo. La mia pelle era calda, il mio cuore batteva e tutto era ritornato come prima! Ero viva!
-Sei calda!- fu la stupefatta constatazione di Aly.
-E tocca qua, sul cuore-
Senza lasciarci, lei fece scivolare una sua mano sul mio cuore, e si lasciò scappare un gridolino di gioia. In compenso mi stritolò ancora di più.
-Sei viva... Sei viva! Sam, sei viva, di nuovo!-
Aveva anche lei gli occhi bagnati dalle lacrime, e restammo abbracciate come due allegre sanguisughe per quella che ci parve la nostra eternità.

Salve, e buon bel giorno a tutti!!
Inaspettatamente ho pubblicato mooolto prima del solito... Dovete ringraziare le insistenziose insistenze dell'Edward reale, che non mi ha lasciato neanche la notte, tanto insisteva per farmi scrivere il nuovo capitolo. Ora ti ho accontentato, Ed!
Spero vi sia piaciuta l'idea della "creazione di una nuova specie di vampiri"... Quando la gente si annoia, cerca la scintilla! Chissà se potrebbe essere una piccola scintilla, questa invenzione... Che comunque non è del tutto priva di logica!
Vi lascio alle vostre vite, e non esitate a dire la vostra!

Baci stellosi,
Sam(☆^ー^☆)

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