Capitolo 2

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Apro gli occhi. Inizialmente vedo sfocato, poi le immagini diventano più chiare. Sono in un letto di ospedale.

Ricordo qualcosa, qualcosa che ho sognato mentre ero privo di sensi. Ero io, in una piscina, ma non era il ricordo di ciò che è accaduto adesso, ero più piccolo. Ricordo che c'era qualcuno che mi guardava affogare e non faceva niente per salvarmi, mentre io gridavo il suo nome ma, non riesco a ricordare chi fosse. Provo ha immagazzinare questi ricordi nel mio palazzo mentale, e tento di ricordare chi fosse la persona sul bordo della piscina ma non ci riesco, e questa cosa mi fa innervosire.

Ad un certo punto, qualcuno entra e interrompe i miei pensieri. È un' infermiera. Non riesco a dedurre molto, non sono in gran forma ma, probabilmente ha circa trent'anni ed è sposata.

-Finalmente si è svegliato Signor Holmes! C'è una visita per lei.-

-Credo di sapere chi sia.- dico con voce debole.

Come previsto, John entra sorridente nella stanza, seguito da Mary con in braccio Chris.

-Oh, Sherlock! Meno male che stai bene. Hai dormito per due giorni consecutivi. Dicono che hai avuto una specie di attacco di panico.- dice John, molto agitato ma, allo stesso tempo, felice di vedermi.

-Te l'avevo detto che l'acqua non mi piace.-

-Mi dispiace così tanto, non avrei dovuto costringerti a venire con noi in quella dannata piscina. Eri a un passo dal fare la stessa fine del piccolo Carl Powers, per colpa mia.-

Carl Powers

Ma certo! Ora ricordo, le scarpe! La persona che c'era sul bordo della piscina era Carl Powers, ricordo le sue scarpe! Ma... ma questo non ha senso. È lui quello che è annegato, non io. Lui è morto.

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