Capitolo 7

176 9 0
                                    

-Chiamo i Servizi Segreti, voi rimanete qui- ci dice Mycroft.

-Ma quella donna ha con se mio figlio!- risponde John, arrabbiato.

-Quello non è tuo figlio, John! È il figlio di James Moriarty!- gli dico.

-Non mi importa chi è il suo vero padre, io sono suo padre! Io l'ho visto nascere, io l'ho cresciuto, io gli ho voluto bene! Quello è solo uno psicopatico assassino senza cuore, e non permetteró che mi porti via mio figlio!- dice John, furioso, mentre scappa fuori.

-John, aspetta!- gli dico, e comincio a rincorrerlo.

Mary sta salendo su un taxi, così, ne prendiamo uno anche noi.
-Segua quel taxi!- urlo al tassista, sentendomi un po' come in uno di quegli stupidi film americani che John mi ha costretto a vedere. Sembra che Mary stia mandando un messaggio a qualcuno, probabilmente sta informando Moriarty della situazione. All'improvviso, si accorge che la stiamo seguendo, cosí, il suo taxi si ferma e lei scende. Allora, apro lo sportello mentre il taxi è in movimento, il tassista fa una brusca frenata e comincia a insultarci, ma noi siamo già scesi e stiamo rincorrendo Mary. Le viene difficile correre con Chris in braccio, quindi la stiamo raggiungendo. Arriviamo fino al Barts Hospital e lei entra dentro.

-Dammi la pistola, John.-

-Di quale pistola stai parlando? Io non ho nessun...-

-Avanti, John! So che ti sei portato una pistola, dammela.-

John esita un po', ma poi mi da la pistola. Continuiamo a seguire Mary che, prende l'ascensore e sale, allora, prendiamo le scale e cominciamo a salire anche noi. Arriviamo fino all'ultimo piano, Mary esce dall'ascensore, poi, corre verso la porta che conduce al tetto ed esce. Riesco a sentire in lontananza Stayin' Alive. Mi fiondo subito verso la porta e la apro.

-Eccoci di nuovo qua, Sherlock. Tu e io. E il nostro problema. Il problema finale. Io ti avevo avvertito che sarebbe arrivato il momento di risolvere il nostro problema, e di certo l'altra volta non lo abbiamo risolto.- dice Moriarty, ridendo.

Tiro fuori la pistola e la punto verso la sua testa.

-Oh, Sherlock. Sappiamo entrambi che non lo farai. E poi, come potresti uccidere il tuo caro fratellino?-

Fratellino.

-Come, Mycroft non te lo ha detto? Non ti ha raccontato di come ti ha salvato da quella piscina?-

-Cosa c'entra la piscina? Li con me c'era Carl Powers, e io...-

-Povero Sherlock, davvero non riesci a capire? Carl Powers non esiste! Non è mai esistito!-

-Ma, le scarpe...-

-Le scarpe erano mie! Io ti ho spinto in quella piscina, io ti ho guardato mentre stavi morendo, io sono Christopher Holmes! Tuo fratello!-

-Quindi, Carl Powers era solo una copertura per evitare di farmi ricordare di te, per proteggermi da te!-

-Finalmente ci sei arrivato, stupido Sherlock! Ma ovviamente non avrei detto tutte queste cose se non fosse per il fatto che morirete tutti e due. Ma, parlando di altro, non vi sembra che il piccolo Christopher mi somigli? Ha anche il mio stesso nome, è così carino!- dice, guardando John con sguardo di sfida.

-Adesso smettila!- grida John, irritato.

-Chris, vieni qui dal tuo papà!-

Mary gli porge il bambino e Moriarty lo prende in braccio.

-Non voglio che mio figlio si sporchi di sangue mentre vede il suo zietto e il suo finto papà che muoiono, come io non voglio sporcarmi le mani.-

Mentre pronuncia queste parole, mi rendo conto che Mary, di nascosto, senza distogliere lo sguardo da John, sta tirando fuori la sua pistola da dietro la schiena, probabilmente per ucciderlo. In quel momento capisco tutto. Era Mary il cecchino che ci puntava quei laser nella piscina, la seconda volta che io e Jim ci siamo incontrati, lei ha sempre lavorato per lui, ed è entrata nella vita di John proprio mentre io ero "morto". Era tutto un piano di Moriarty. Anche attirarci qui attraverso Mary è stato un suo piano ma, ora devo fare qualcosa, quella donna sta per uccidere il mio migliore amico e io non posso permetterle di farlo. Cosí, punto la pistola verso la testa di Mary e premo il grilletto. Lei cade in avanti sbattendo la testa per terra, dal quale cominciano a uscire fiumi di sangue che si espandono, macchiando per la seconda volta di rosso quelle mattonelle grige.

-CHE COSA HAI FATTO!?- grida Moriarty a squarcia gola, con uno sguardo penetrante che trasmette rabbia e follia. Poi, appoggia suo figlio per terra, che piange sconvolto da ció che ha appena visto.

-Vorrà dire che stavolta mi dovrò proprio sporcare le mani!- dice, mentre tira fuori una pistola da dietro la schiena e la punta verso la testa di Chris.

-Posa a terra quella pistola o faccio saltare la testa al bambino.-

-Oh, non oseresti!- dice John.

-Vogliamo provare?- dice mentre avvicina la pistola alla testa di Chris.

-No, fermo!- dico mentre poso lentamente la pistola a terra e le do un calcio per allontanarla.

-Bene.- dice Jim, e comincia a puntare la pistola verso di me.

-Tu non hai paura della morte, Sherlock. Ma hai paura per lui.- dice con un sorriso inquietante, mentre sposta la pistola verso la testa di John.

-Stavolta niente trucchi, Sherlock. O ti butti da questo palazzo, o John si becca una pallottola in testa. E stavolta sarà meglio che tu muoia davvero, perchè, lo sai che a me non piace sporcarmi le mani ma, lo faró se è necessario.-

Cosa faccio? Se non mi butto ucciderà John. Ma come faccio a sapere che non lo ucciderà appena saró morto?

-Conto fino a tre.- dice Jim.

Non ho nessun piano. Stavolta Mycroft non puó aiutarmi, devo cavarmela da solo.
Ma cosa posso fare? Ogni possibilità comporterebbe la morte di qualcuno. Non ho nessuna scelta.

-Uno...-

La pistola e troppo lontana da prendere, e se ci provassi avrebbe tutto il tempo per uccidere John. Non c'è modo di uccidere Jim senza dargli il tempo di premere il grilletto, a meno che...

-Due...-

C'è solo un modo per salvare John.

Jim apre la bocca. Sta per pronunciare la parola "Tre".

Non c'è più tempo. Stavolta, devo farlo.

-CAMMEI VATICANI!-

Mi lancio in avanti, verso mio fratello, e lo stringo tra le braccia mentre cadiamo giù, insieme. È la seconda volta che provo questa sensazione di vuoto ma, stavolta, come mi aveva detto una volta Jim, "non si cambia direzione". Negli ultimi attimi di vita che mi restano, sento il mio migliore amico gridare a squarcia gola il mio nome, ma non è l'ultima cosa che sento. L'ultima cosa che sento, sono le parole di mio fratello, che mi sussurra:

-Mi hai deluso, Sherlock.-

The Last FallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora