Capitolo Extra: Mind Palace

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James Moriarty. Non un uomo ma un ragno. Un ragno che sa muoversi perfettamente nella sua intrecciata ragnatela che ci lega sin dalla morte del piccolo Carl. Il suo primo omicidio. Il mio primo caso da risolvere. A volte mi chiedo se non siamo in realtà legati sin dalla nascita, predestinati ad essere delle persone non comuni, ad essere uguali ma allo stesso tempo opposti. Lui dalla parte del crimine, io dalla parte degli Angeli. Ma, allora, cos'è che ci separa? Cosa ci rende così distanti, così diversi, quando invece siamo così simili? Qual è quella linea sottile che ci divide, che ci distingue? Per me quella linea è John. Perché, quello che John non sa è che, se non fosse per lui, quello che la Sergente Donovan ha provato a dirgli più volte, e al quale John non ha mai voluto credere, si sarebbe avverato un giorno. Perché, è quello che è accaduto a Jim Moriarty, ed è quello che sarebbe accaduto a me, perché, io sono lui e lui è me. Noi siamo uguali, due geni annoiati dal mondo ordinario in cui siamo costretti a vivere, tanto annoiati che, un giorno, stanchi della normalità del nostro mondo, ce ne creiamo uno nostro, uno secondo i nostri schemi, uno che non ci stanchi mai, uno in cui siamo il protagonista della nostra storia, o nel suo caso il cattivo, il vero cattivo vecchio stampo di cui ogni favola ha bisogno. Io avevo bisogno di quel cattivo, avevo bisogno di qualcuno che mi desse del filo da torcere, qualcuno degno della mia intelligenza, qualcuno che non mi avrebbe mai annoiato. Ma anche nelle menzogne di un criminale del suo calibro c'è del vero, perché, in ogni bugia c'è sempre un fondo di verità, e quella verità è Richard Brook. Perché, se non fosse stato per John sarei diventato lo Sherlock descritto da Richard Brook, lo Sherlock impostore che si crea da solo una nemesi, perché, solo un cattivo venuto fuori dalla sua mente è degno della sua stessa intelligenza. Ma John mi ha insegnato che anche una persona ordinaria, nella sua normalità, puó essere speciale, e John lo è per me. Una volta, gli ho detto che gli eroi non esistono e che, anche se esistessero, io non sarei uno di loro. Ma, mi sbagliavo. Gli eroi esistono, e uno di loro è John. Lui mi ha salvato, mi ha reso una persona diversa, mi ha fatto capire che, anche se l'amore è un difetto chimico vale la pena amare qualcuno. Mi ha anche impedito di diventare Jim Moriarty ma, nonostante ciò, io non sono un eroe, sono solo un sociopatico iperattivo. Io non sono Jim Moriarty solo perché deluderei John, e non voglio che questo accada, e poi, diventerei come quelle persone che vogliono fargli del male. C'è peró un pensiero che continua a perseguitarmi, un pensiero che si è insidiato nel mio cervello e che non se ne andrà mai: Io ho più bisogno di John o di Jim? Ho cominciato a farmi questa domanda quando eravamo su quel maledetto tetto, l'ultima volta che ci siamo visti. Lo afferrai dalla giacca e lo sollevai sporgendolo dal bordo del tetto ma, quando stavo per buttarlo di sotto qualcosa mi ha fermato, ed è stato a quel punto che ho realizzato che non posso vivere senza di lui. Lui mi completa, lui è il motivo per cui sono dalla parte degli Angeli, perché, senza di me non avrebbe nessuno alla sua altezza, e la sua intelligenza verrebbe sprecata, come accadrebbe alla mia se non fosse per lui. Ma se non fosse per John, lui non avrebbe niente da usare contro di me, perché, io sarei disposto a rinunciare alla mia vita pur di provare la mia intelligenza, ma questo non è quello che vuole Jim, e non è quello che vuole John. Perché, entrambi perderebbero la cosa che hanno più cara al mondo: L'unica e perfetta nemesi, e l'unico migliore amico. Ed è ciò che perderei anch'io se loro morissero. Io ho bisogno di loro, come loro hanno bisogno di me. Io e John saremo amici per sempre, ed io e Jim Moriarty continueremo questa lotta per sempre, perché, siamo uguali e non possiamo vivere l'uno senza l'altro.

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