Capitolo 3

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Sto affogando. Sto affogando nella piscina. Vedo le scarpe di Carl. Non riesco a vedere la sua faccia ma sono sicuro che sia lui, quelle sono indubbiamente le sue scarpe. Sto gridando. Ma non sto gridando il suo nome, ne sto gridando un altro, ma quale?

-Christopher!- grida Mary, facendomi svegliare di soprassalto e interrompendo il mio sogno.
-Chris, quante volte ti ho detto che non devi toccare niente!- continua Mary, rimproverando suo figlio.

Christopher

Perché avrei dovuto gridare il nome Christopher? Non ha alcun senso. Quello era Carl Powers.
Questa storia sta diventando complicata, io non riesco a ricordare, non riesco a capire, ci sono troppe cose strane. Nessuno può aiutarmi perché nessuno era li con me, a parte una persona che ora è morta. Ma forse c'è qualcuno che sa cos'è successo, probabilmente non me lo dirà ma, è l'unica persona che può aiutarmi, e quella persona è Jim Moriarty.

Mi alzo di scatto, mi stacco tutti i vari fili che mi collegavano alle macchine e afferro il mio telefono e le chiavi del mio appartamento.
-Che diavolo stai facendo!?- mi grida John, ma io non lo guardo neanche.
-Fermo Sherlock, devi rimanere a riposo- mi dice Mary ma, prima che possa continuare la frase io me ne sono già andato.

-Taxi!- grido al tassista che, si ferma e abbassa il finestrino.
-È sicuro di stare bene?- mi chiede, vedendomi con indosso una vestaglia da paziente.
-Non mi interessa la sua compassione, la pageró quanto vuole, basta che mi porta al Barts Hospital, senza fare domande!-
-D'accordo, mi scusi- risponde il tassista, un po' irritato.
Apro di fretta la portiera e salgo sul taxi.

Arrivato al Barts, vado all'obitorio e comincio a cercare Molly.
-Molly! Molly Hooper! Sto cercando Molly Hooper! Qualcuno sa dov'è la signorina Hooper?-
Le persone cominciano a guardarmi con facce turbate, finché riesco a vedere Molly che mi si avvicina con passo veloce e la faccia tutta rossa per l'imbarazzo.
-Che stai facendo, Sherlock!?- mi chiede con un tono arrabbiato.
-Vieni con me.- le dico trascinandola nel mio laboratorio.

-Molly, io mi fido di te, quindi immagino che tu ti fidi di me. So che mi hai già aiutato a fingere la mia morte ma, ho bisogno che tu mi faccia un'altro piccolo favore.-

-Certo. Di cosa si tratta?- mi chiede con un po' di preoccupazione.

-Devi darmi il numero di Jim.-

-Jim..?-

-Si, Jim. Jim Moriarty. Stavate insieme, giusto? Avrai scritto il suo numero da qualche parte?-

-Si, credo di averlo ancora scritto su un foglietto ma... Ma perché vuoi il suo numero?-

-Ho urgente bisogni di parlare con lui.-

-Ma, probabilmente avrà cambiato numero e, poi, perché avresti bisogno di parlare con lui?! É un criminale!-

-Questo non ti riguarda! Dammi il suo numero, adesso.-

-Sherlock! Non ti permetto di trattarmi in questo modo. Dimmi di cosa si tratta, e io ti aiuteró.-

-E va bene! Te lo dico: Mentre ero privo di sensi ho ricordato un episodio passato, dove io stavo annegando in una piscina e Carl Powers mi guardava senza fare niente, mentre io gridavo il nome Christopher. Quindi mi serve Moriarty per capire che cosa sia successo!-

-Capisco... Ma credi davvero che Moriarty ti aiuterà? È un criminale, tenterà di ucciderti. Almeno, ne hai parlato con Mycroft?-

-Lo so, lo so! Ma è l'unico che può sapere cosa sia successo. Comunque Mycroft non deve saperne niente.-

Molly apre la bocca come per dire qualcosa ma, si interrompe prima di cominciare a parlare.
-E va bene... vado a prendere il numero.- dice dopo alcuni secondi di silenzio, con un po' di esitazione. Esce dalla stanza. Poi, torna dopo qualche minuto con un foglietto stropicciato nelle mani.
-Tieni ma, fa attenzione...-
Prima che possa finre la frase, le prendo il foglietto dalle mani.
-Grazie, Molly! Ti adoro.- prendo il suo viso tra le mani e le do un bacio sulla guancia. Poi, scappo via, senza fermarmi a guardare il suo viso che diventa rosso come un peperone.

-Pronto Mycroft-

-Che c'è, Molly?-

-Tuo fratello sta per cacciarsi in un grosso guaio...-

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