Capitolo 6

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Sono sul taxi. Ció che ho appena visto è sconvolgente. Moriarty è il padre di Chris. Non riesco ancora a crederci. Ma, tutto continua a non avere senso. Perchè nella piscina gridavo il nome Christopher? Sicuramente non chiamavo il figlio di Mary, visto che non era ancora nato. Ma, allora, chi è Christopher? E perchè sia mio fratello che Moriarty ne sono a conoscenza, mentre io no? Ho bisogno di risposte, così, dico al tassista di portarmi fino a Scotland Yard.
Arrivato a destinazione, vado subito da Lestrade.

-Lestrade, ho bisogno di vedere le scarpe di Carl Powers.-

-Intendi le scarpe del ragazzino annegato nella piscina?-

-Si, proprio quelle. Devo controllare una cosa.-

-Emh... D'accordo.-

Ci avviamo verso gli archivi dove vengono conservate tutte le prove dei vari casi. Lestrade tira fuori una busta di plastica sigillata, con dentro un paio di scarpe.
-Grazie! Le devo portare al mio laboratorio per analizzarle. Le riavrai al più presto.-

-Ma sono delle prove, non puoi prenderle così...!-

Ma non gli sto dando ascolto, e me ne vado con le scarpe.
Arrivato al laboratorio, comincio ad analizzarle. Le guardo più attentamente di quanto non avessi mai fatto ma, non c'è niente di nuovo. Lacci cambiati più volte, tracce di veleno, segni di pennarello...

Il pennarello.

Carl aveva scritto il suo nome nelle scarpe, con un pennarello! Ma, io non gli ho dato mai molta attenzione, perchè, sapevo già che quelle erano le scarpe di Carl. Così, comincio ad osservare meglio quei segni di pennarello sbiadito. Riesco a distinguere una "C" ma, la lettera successiva non è sicuramente una "a". Sembra più una "h" ... Più osservo quella scarpa, e più mi rendo conto che non c'è scritto il nome di Carl ma, c'è scritto "Chris". Continuo ad analizzare quella scritta e, accanto a "Chris" c'è scritto qualcos'altro. Riesco a distinguere una "H" ma le altre lettere sono illeggibili. Mi sforzo con tutto me stesso di capire cosa ci sia scritto, finchè, deduco l'ipotesi più probabile: Su quelle scarpe c'è scritto "Chris Holmes".

Carl Powers in realtà si chiamava Christopher Holmes? Ma soprattutto, chi è Christopher Holmes e perchè ha il mio stesso cognome? Mando subito un messaggio a Mycroft.

Dobbiamo parlare. Adesso.
                                           - SH

Non posso. Lo sai che sono molto impegnato, fratellino.
                                            -MH

Christopher Holmes.
                                -SH

Prendo subito un taxi. Arrivo a Baker Street e capisco che Mycroft è già arrivato. Entro dentro e trovo John e mio fratello.

-John, per favore. Potresti aspettarci fuori? Io e Sherlock dobbiamo fare una bella chiacchierata.-

-Mycroft, io non posso più aspettare! Devi darmi delle spiegazioni.-

-Tu piuttosto, come hai fatto a scoprirlo? Ti avevo raccomandato di stare alla larga da questa storia! Devi stare alla larga da nostro fratello.-

-N... nostro fratello? Quindi Christopher Holmes è ancora vivo ed è nostro fratello!?-

Proprio mentre dicevo quella frase, erano entrati Mary e Chris.

-Ma... ma io credevo che lo avessi già capito, sono uno stupido! Sono stato proprio io a rivelartelo, sono un idiota!- dice Mycroft e, per la rabbia, prende il suo ombrello e lo scaraventa con forza sul pavimento.
Ma io non sto guardando Mycroft. Sto osservando Mary. Osservo l'espressione di stupore che ha avuto non appena ha sentito il nome "Christopher Holmes". Ma, non era una normale espressione di stupore, era l'espressione di chi nasconde qualcosa.

-Oh, ma ciao Mary! Sembri così nervosa, c'è per caso qualcosa che vorresti dirci riguardo Christopher Holmes?-

-I... io non ho mai sentito questo nome in vita mia!-mi risponde Mary, arrabbiata.

-Oh, ma davvero? Beh, non è quello che dicono i tuoi occhi, Mary Watson. O forse dovrei chiamarti Mary Moriarty...-

Mary rimane pietrificafa.

-Sherlock, ma di che diavolo stai parlando?!- mi rimprovera John.

-Perchè non te lo fai spiegare da tua moglie- gli dico, mentre tiro fuori il cellulare e gli faccio vedere le foto che ho scattato nel parcheggio. John le guarda e rimane a bocca aperta. Non riesce più a parlare ne a muoversi, e vedo una lacrima che comincia a scendergli sulla guancia.

-COME HAI POTUTO!? COME HAI POTUTO FARLO, MARY!?- comincia a gridare John, a squarcia gola.

-E mi dispiace dirti che non è tutto. Perchè, quello che tua moglie tiene in braccio non è tuo figlio...-

Continuano a scendere le lacrime sul viso di John che mi guarda sconvolto, per poi guardare Mary.

-IO MI FIDAVO DI TE! MI FIDAVO!- grida John, ancora più forte di prima, così forte che sembra quasi che stia esplodendo per la rabbia che prova in questo momento.

Improvvisamente, Mary tira fuori una pistola da dietro la schiena e la punta verso la mia testa, e poi verso quella di John e di Mycroft.

-Non provate a seguirmi.- dice, indietreggiando e continuando a tenere la pistola puntata verso di noi. Poi, si gira esce dalla porta e scappa via.

The Last FallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora