Capitolo 3

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Il Sig. Mazzocchi ci ha dato non pochi problemi. Non voleva saperne della proposta della nostra azienda, ma alla fine siamo riusciti a convincerlo. Tra una cosa e l'altra, sono già le 13. Risaliamo in macchina ed io sono piuttosto affamata.

"Santo cielo che fame" esclamo

Lui scoppia a ridere, è la prima volta che lo sento ridere di gusto

"Che ridi?"

"Sei buffa. E ti precedo: "Ma come ti permetti a dire a una donna che è buffa? O meglio, non devi permetterti di dirlo a me!" ...Ma tu sei un'eccezione, giusto? "

"Hai fatto centro, Chris. Hai guadagnato dei punti" e mi lascio andare anche io, inizio a ridere e vorrei non smettere più.

Arriviamo al ristorante in cui ho prenotato, ci sono stata un paio di volte con una mia amica e devo dire mi sono trovata bene, così ho deciso di portarci anche lui.

"Per me una tagliata, per la signorina una pasta al pesto e mezzo litro di vino"

"Allora, come ti stai trovando in azienda?" non mi va di parlare di questo, soprattutto dopo che abbiamo chiacchierato da amici, non da dipendente e capo, ma non ho scelta. E' suo diritto sapere cosa penso del nuovo lavoro: non posso tirarmi indietro

"Bene, mi sono ambientata piuttosto rapidamente ed i colleghi sono abbastanza ordinari, prevedibili, scontati, ma simpatici. Hai avuto buon gusto nel sceglierli tutto sommato. Penso che con l'ultima arrivata hai fatto un grande affare, diciamo che hai recuperato un po'"

"Tu scherzi, ma io lo penso davvero. Se non ci fossi stata tu, stamattina, non avremmo mai concluso l'affare con Mazzocchi. Ci ha sempre dato problemi, ma oggi è andato tutto a buon fine. Tu sai come persuadere e questa è una qualità essenziale per svolgere al meglio il nostro lavoro"

"Ti ringrazio e sì, hai ragione, senza di me non ci saresti mai riuscito"

Ormai non c'è più bisogno di spiegargli quando scherzo o meno, ci conosciamo solo da un paio di giorni, ma sta imparando a capirmi.

"Sai, ci ho pensato a quello che mi hai detto ieri. Hai ragione, osservare le persone è importante e molto utile per conoscerle anche se...insomma, le si conosce da poco tempo. Capisci quello che intendo, no?"

Lì per lì rimango spiazzata dalle sue parole.

Mi limito ad annuire e a rispondergli soltanto "Sì"

Ho paura. Non avevo mai confidato a nessuno il mio segreto per conoscere meglio le persone, ma a lui l'ho detto senza pensarci. Ed ora che sa quanto può servire osservarne una, ho paura che impari a conoscermi nel profondo. Di solito, quando le persone conoscono ogni sfumatura di me, scappano perché è la mia stessa intensità che le terrorizza. Ed è in questo momento che mi rendo conto di non volergli svelare tutto di me. Mi sono mostrata come una Donna forte e senza paure, non dovrà mai venire a conoscenza delle mie fragilità.

"Tutto a posto, Violet?"

"Oh, sì, sì. Ehm, vado un attimo in bagno. Torno presto"

Mi alzo velocemente, ma sento che la mia mano viene trattenuta.

"Cos'è successo? Mi sembrava stessi bene fino a un minuto fa, poi all'improvviso hai cambiato espressione. Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?"

Non so come mai, ma vorrei soltanto risedermi e tenere la sua mano nella mia, come ora. Come al solito, non riesco a frenare il mio istinto, per cui faccio esattamente quello che mi dice di fare.

Mi risiedo e, volontariamente, appoggio la mia mano sul tavolo, ancora attaccata alla sua.

"Sei agitata, non prendermi in giro. Cos'hai? Vuoi uscire a prendere un po' d'aria?"

"No, tutto a posto, davvero. Sto bene"

Lo guardo negli occhi. Ed è vero. Ora sto bene.


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